Coelum Astronomia - #227 - 2018

(Martin Jones) #1

(^10) COELUM ASTRONOMIA
Vita su Marte? Forse nel sottosuolo
di Maura Sandri - Media INAF
Sopra. Una nuova ricerca mostra che Marte, in passato, probabilmente
possedeva abbastanza energia chimica per supportare i tipi di colonie
microbiche sotterranee esistenti sulla Terra. Crediti: NASA/JPL
Fin dalla scoperta degli antichi canali fluviali sulla
superficie di Marte, gli scienziati sono stati
allettati dalla possibilità che il Pianeta Rosso
possa aver ospitato la vita, almeno in tempi
remoti. Ma mentre le prove della trascorsa attività
idrica sono inconfondibili, non è chiara la quantità
di acqua effettivamente fluita. Attuali modelli
climatici del pianeta primordiale prevedono
temperature che raramente arrivano a essere
superiori a quelle di congelamento dell’acqua, il
che suggerisce che i primi periodi umidi sul
pianeta potrebbero essere in realtà stati eventi
fugaci. Ovviamente questo non è lo scenario
migliore per sostenere la vita in superficie per un
lungo periodo di tempo, e alcuni scienziati
pensano che potrebbe essere stato il sottosuolo
marziano a fornire le migliori
condizioni per il proliferare
della vita.
Con questi presupposti, un gruppo di
ricercatori si è posto una serie di domande,
alle quali è riuscito a rispondere
servendosi dei dati della sonda spaziale
Mars Odyssey della NASA. «Qual è la
natura di questa ipotetica vita
sotterranea e dove avrebbe preso
l’energia per vivere?» si è chiesto
Jack Mustard, professore al
Brown’s Department of Earth,
Environmental and Planetary
Sciences e coautore dello studio. «
Sappiamo che, sulla Terra, la
radiolisi aiuta a fornire energia ai
microbi sotterranei, quindi quello
che Jesse Turner (primo autore dello
studio, NDR) ha fatto è stato
applicare le nostre conoscenze della
radiolisi al pianeta Marte».
La Terra ospita i cosiddetti
ecosistemi microbici litotrofici
sotterranei, conosciuti anche come Slimes
(subsurface lithotrophic microbial ecosystems):
mancando energia dalla luce solare, questi
microbi sotterranei spesso ottengono la loro
energia sottraendo gli elettroni dalle molecole
presenti nel loro ambiente. L’idrogeno molecolare
disciolto è un grande donatore di elettroni ed è
noto per alimentare gli Slime.
Questo nuovo studio mostra che la radiolisi, il
processo attraverso il quale la radiazione rompe le
molecole d’acqua nelle loro parti costitutive di
idrogeno e ossigeno, avrebbe potuto creare
abbastanza idrogeno nell’antico sottosuolo
marziano. I ricercatori hanno stimato che le
concentrazioni di idrogeno nella crosta marziana,
circa 4 miliardi di anni fa, sarebbero rientrate in un
intervallo tale da supportare la vita microbica.
Sono riusciti ad effettuare questa stima

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