Coelum Astronomia - #227 - 2018

(Martin Jones) #1
Scendiamo ora verso sudovest, dove incontriamo
un’altra coppia di stelle di quarta grandezza delle
quali ω Dra è la più luminosa. Lontana 76 anni
luce, splende di magnitudine +4,8. Si tratta di una
binaria spettroscopica dal periodo orbitale di 5,3
giorni dove entrambe le componenti sono nane di
sequenza principale di tipo F, con massa 1,5 volte
quella del Sole la maggiore e 1,18 volte la
secondaria. Dirigendo da questa stella il
telescopio verso sudest, esattamente a metà del
percorso verso la stella di quinta grandezza 36
Dra posta 4° a sudest, giungiamo esattamente nel
punto dove sulla sfera celeste si proietta il polo
nord dell’eclittica: tra le numerose, anonime
stelle di fondo, fa immediata comparsa l’oggetto
più interessante che andiamo a descrivere in

questa puntata, la nebulosa planetaria NGC 6543,
che per la sua notevole luminosità e diametro si
staglia con prepotenza sullo sfondo del cielo.

Scoperta da Herschel il 15 febbraio 1786, è uno
tra i più noti e, finora, meglio studiati oggetti di
questo tipo. Fu proprio il grande astronomo
anglo-tedesco, osservando le prime di tali
nebulose da lui scoperte, tra cui questa, a
definirle “planetarie” poiché la forma solitamente
tondeggiante unita al colore tipicamente grigio-
verdastro ricordavano molto il pianeta Urano,
scoperto sempre da Herschel appena 4 anni
prima.
Un record “storico” NGC 6543 fu quando, il 29
agosto 1864, l’astronomo inglese William

Omega Draconis e l’Occhio di Gatto


(^132) COELUM ASTRONOMIA
Camera for Surveys (aprile 2003) e della Wide
Field Camera 3 (agosto 2013), è riuscito a
produrre un’immagine davvero fantastica, con
una risoluzione senza precedenti, di questa
galassia: in essa, si rendono chiaramente visibili
mura di stelle, associazioni OB con stelle azzurre e
giovani, supergiganti isolate qua e là nel disco e
aree gassose dal colore rosso vivo sparse
attraverso le sue vorticose braccia, senza contare
le vaste aree polverose che serpeggiano
attraverso le braccia e il centro della galassia,
conferendogli un aspetto maculato. La galassia
non mostra alcun rigonfiamento centrale bensì un
enorme alone di gas. Tra l’altro, la regione
centrale di questo “universo isola” (è proprio il
caso di dirlo!) è un ottimo esempio di ciò che
viene definito "regione di emissione nucleare a
bassa ionizzazione" o LINER, meno luminosi
rispetto alle galassie più luminose. Si ritiene che
l'emissione NGC 6503 sia prodotta da un buco
nero affamato che però riceve quantità molto
piccole di gas in caduta su di esso: poco, per
tenerne a bada il grande appetito!

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