Coelum Astronomia - #227 - 2018

(Martin Jones) #1
l'Editoriale di Gabriele Marini
N = R* · fp · ne · fl · fi · fc · L
No, cari Lettori, non sto dando i numeri!
Forse alcuni di voi l'avranno già riconosciuta, si tratta della famosa
"Equazione di Drake", un algoritmo teorico-empirico elaborato nell'ormai
lontano 1961 dall'astrofisico Frank Drake. Cosa ci dice? Questa equazione
permetterebbe di ottenere niente meno che una stima ragionevole del
numero N di ipotetiche civiltà evolute presenti nella nostra galassia.
Inizialmente, Drake e i suoi colleghi ottennero un valore di N pari a 10 (anche
se i più ottimisti arrivano a valori di centinaia di migliaia), eppure ancora non
abbiamo avuto alcuna prova della presenza di esseri intelligenti al di fuori
della Terra. Beh, forse potremmo benissimo accontentarci di rintracciare
delle forme di vita, anche non intelligenti e, in questo caso, la formula
dovrebbe essere aggiustata...
All'epoca della sua formulazione Drake pensava esclusivamente ai grandi
radiotelescopi come mezzo per la ricerca, ma le cose oggi sono sicuramente
cambiate (già abbiamo parlato in passato delle possibili modifiche
all'equazione di Drake, come proposto dall’astronoma Sara Seager) e nel
futuro della ricerca di vita extraterrestre un ruolo importante l’avrà l'analisi
spettroscopica delle atmosfere esoplanetarie. Sono già in costruzione grandi
Osservatori come l'E-ELT (European Extremely Large Telescope) e il
successore del telescopio Hubble, il grande James Webb Space Telescope
(JWST). Questi nuovi strumenti consentiranno di affinare la nostra vista e
spingere oltre la nostra possibilità d'indagine. Ma cosa dovremo cercare?
Il problema è effettivamente irrisolto e non c'è dubbio che il dibattito
sull’origine della vita e su cosa sia la vita stessa sia uno degli argomenti più
sentiti di questo periodo. Viene infatti spontaneo pensare alla vita partendo
da esempi a noi vicini, noi stessi in primis. Eppure è possibile che esistano
forme di vita anche molto differenti da noi. Cercare la vita implicherebbe
quindi avere una mentalità davvero aperta a tutte le possibilità, problema
che si riflette direttamente nella definizione delle biosignature, le “biofirme”,
ossia quelle tracce da cercare per riconoscere la presenza della vita. Il
dibattito è aperto e ce ne parla in dettaglio l'astrobiologo Marco Sergio
Erculiani nel suo articolo "Come si cerca la vita?".
Tornando all'equazione iniziale, tra i suoi fattori troviamo il numero di stelle
che comprendono degli esopianeti. Nel 1961 non si aveva alcuna prova della
loro esistenza, ma oggi, a distanza di circa 30 anni dalla prima scoperta,
abbiamo la sicurezza di contarne diverse migliaia. Se però, guardando al
nostro Sistema Solare, oltre ai pianeti (nel notiziario troverete delle golose
notizie riguardanti Marte in tal senso) la vita appare possibile – se non
addirittura probabile – in alcune delle lune maggiori (si pensi a Europa ed
Encelado), potremmo benissimo estendere lo stesso concetto anche ai
pianeti extrasolari. Michele Diodati ci parla proprio della possibile scoperta
della prima esoluna, Kepler-1625b-i. La presenza di esolune, ad esempio nei
tanti esopianeti giganti e gassosi già individuati, potrebbe letteralmente far
esplodere la probabilità di trovare un ambiente in cui si sia sviluppata la vita.
Ma non finisce qui, sempre in tema di vita extraterrestre, in questo numero
troverete un bell'articolo di Alessandro Vietti che ci parla di quella notte di
80 anni fa in cui l'attore e regista Orson Welles spaventò l'America con una
trasmissione radiofonica in cui sembrava che dei marziani (si, all'epoca si
credeva che per trovare un'altra civiltà evoluta bastasse guardare nel
"vicinato di casa nostra") stessero invadendo la Terra, scatenando il panico.
Cambiando argomento, Claudio Elidoro invece ci racconta del ritrovamento
della lettera perduta di Galileo Galilei, una lettera che ci permette di avere
una visione più chiara sull'uomo che rivoluzionò la scienza astronomica (e il
pensiero scientifico stesso), ma che per tale ragione ricevette la condanna
dell'inquisizione.
Tante sono le rubriche dedicate all'osservazione del cielo, all'astrofotografia
e alla strumentazione: vi lascio scoprire il tutto e vi auguro buona lettura.

Pubblicazione mensile di divulgazione
astronomica e scientifica
Anno 22 Numero 227
Editore: MAASI Media srl
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obbligatoria della fonte, previa autorizzazione
scritta dell’editore.


Direttore: Gabriele Marini
Direttore Scientifico: Renato Falomo
(Osservatorio di Padova)


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Redazione: Lara Sabatini, Paola De Gobbi


Hanno collaborato a questo numero:
Redazione Coelum Astronomia, Francesco
Badalotti, Giorgio Bianciardi, Fabio Briganti,
Barbara Bubbi, Riccardo Cappellaro, Michele
Diodati, Claudio Elidoro, Marco Sergio
Erculiani, Ufficio Stampa ESO, GPNoi, Giorgia
Hofer, Elena Lazzaretto, Riccardo Mancini, Luigi
Morielli, Monica Nardone, Giuseppe Petricca,
Luigi Pizzimenti Claudio Pra, Maura Sandri,
Stefano Schirinzi, Alessandro Vietti, Alberto
Zampieron


Photo Coelum
Francesco Badalotti, Daniele Bonfiglio,
Maurizio Cabibbo, Anna Maria Catalano,
Alessandro Bares Cipolat, Giuseppe Conzo,
Andrea Ferri, Corrado Gamberoni, Fabio
Mortari, Stefano Palmieri, Franco Sgueglia,
Franco Traviglia


Redazione
Via Fiorentina 153 - 53100 Siena
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http://www.coelum.com
Registrato il 27/08/97 al n. 1269 del registro
Stampa del Tribunale di Venezia
Direttore Responsabile: Stefano Boccardi


IN COPERTINA
La luce rappresenta la conoscenza e
l'uomo che punta la sua torcia verso le
stelle rappresenta metaforicamente la
sete umana di conoscenza, alla ricerca
della vita nell'universo che ci circonda.

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