Coelum Astronomia - #227 - 2018

(Martin Jones) #1

(^44) COELUM ASTRONOMIA
Un Pianeta Abitabile
Nella accezione più comune, un pianeta abitabile
deve disporre di acqua liquida sulla sua superficie
e dei gas serra non condensabili tali da consentire
al pianeta di mantenersi abbastanza caldo.
Normalmente la triade più usata per i modelli di
abitabilità è quella che vede l’atmosfera
principalmente composta da N 2 , CO 2 e H 2 O (azoto
molecolare, anidride carbonica e acqua),
supportata da un ciclo carbonati-silicati che
funzioni da termostato naturale.
Questo però non basta: i fattori che influenzano
l’abitabilità di un pianeta sono molteplici e di
natura differente e coinvolgono anche il tipo di
stella (quindi la sua dimensione e la sua
luminosità) che dimora al centro del sistema.
Anche la gravità del pianeta e la sua massa hanno
un’influenza, per esempio sulla pressione
atmosferica e sui fenomeni da essa derivanti.
L’albedo - ovvero la capacità di una superficie di
riflettere la luce - è funzione della sua
composizione e della presenza o meno di ghiacci e
ha un impatto indiretto sulla capacità del pianeta
di mantenere una temperatura ottimale per la vita.
Tutto questo concorre a identificare dei parametri
che ci permettono di definire una fascia detta “di
abitabilità”, in cui si verificano le condizioni
adatte a ospitare la vita.
Sulla Terra sappiamo che il processo che ha
portato alla nascita della vita ha richiesto circa un
miliardo di anni. Per questo motivo, la ricerca dei
pianeti extrasolari (e a maggior ragione la ricerca
della vita) è indirizzata verso pianeti orbitanti
attorno a quattro principali tipi spettrali di stelle:
F, G, K ed M. Come mai? Perché il tipo spettrale è
direttamente collegato al tempo di vita di una
stella e, di conseguenza, alla possibilità che si
formino pianeti longevi e stabili abbastanza da
sviluppare la vita.
L’Earth Similarity Index (Indice di somiglianza alla
Terra) è una misura di quanto un pianeta sia
fisicamente simile alla Terra e in grado di ospitare
la vita. La scala varia da un valore minimo di 0 fino
a un massimo di 1, che è anche il valore associato
alla Terra. L’ESI è una funzione che tiene conto del
raggio, della densità, della velocità di fuga e della
temperatura dell’oggetto in questione. Il valore
minimo per entrare nella zona “Earth like” è di
0,8, ma secondo questa scala nel Sistema Solare
non ci sono altri pianeti o satelliti in grado di
arrivarci. Marte è ovviamente quello che si
avvicina di più con 0,7. Parecchi pianeti extrasolari
sono invece in grado di superarlo. Il valore più alto
è attualmente detenuto proprio da Gliese 667Cc
con 0,84. Per confronto, la Luna vale 0,56, Europa
0,26... e Plutone addirittura solo 0,075!
Earth Similarity Index
»

Free download pdf