Coelum Astronomia - #227 - 2018

(Martin Jones) #1

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Sopra. Violente emissioni di gas incandescente provenienti dalle giovani stelle nane rosse possono rendere
le condizioni di abitabilità sui pianeti davvero difficili se non impossibili. In questa rappresentazione artistica
vediamo una giovane nana rossa attiva mentre sta strappando via l'atmosfera da un pianeta posto nella sua
orbita (a sinistra). Gli scienziati hanno scoperto che i brillamenti delle più piccole nane rosse sono da 100 a
1.000 volte più energetici di quando le stelle sono più vecchie. Hanno anche rilevato uno dei brillamenti
stellari più intensi mai osservati nella banda ultravioletta - più energico del più potente flare mai registrato
dal nostro Sole. Crediti: NASA/ESA/D. Player (STScI)


"abitabili" – cioè i pianeti in grado di mantenere
l'acqua allo stato liquido sulla loro superficie –
orbitino proprio attorno alle nane rosse.

Gli studi condotti nell'ambito del progetto
HAZMAT fanno utilizzo di analisi in banda
ultravioletta per sondare le nane rosse che
rientrano in tre gruppi di età: giovani, intermedie
e vecchie. Sebbene le nane rosse nei loro primi
duecento milioni di anni siano da tempo note per
essere potenti emettitori di luce ultravioletta, i
processi esatti che causano tali emissioni non
sono stati ancora ben compresi. Se una grande
percentuale della luce ultravioletta proveniente
da giovani nane rosse risulta essere dovuta a
potenti bagliori – che si verificano quando le linee
del campo magnetico stellare si concentrano –
allora le atmosfere di qualsiasi pianeta attorno
alle nane rosse possono essere in pericolo. Ciò
significherebbe ovviamente un disastro per la
possibile vita aliena che cerca di svilupparsi sulla

superficie del pianeta in questione.

Utilizzando l’Hubble, i ricercatori hanno
monitorato le superfici di 12 nane rosse situate
tra 120 e 165 anni luce dalla Terra. In meno di un
giorno di osservazione, la squadra ha rilevato ben
18 flare emessi dalle stelle di età di circa 40
milioni di anni. Dei 18 brillamenti rilevati dai
ricercatori, 10 di essi avevano energie superiori a
quella che approssimativamente colpisce la
superficie della Terra nel corso di una settimana. Il
più potente di questi brillamenti è stato
battezzato dal team "Hazflare". «Considerando i
circa cento anni di osservazioni condotte sul Sole»,
spiega l'autore principale dell’articolo, Parke Loyd
della Arizona State University, «abbiamo potuto
osservare un solo brillamento, o forse due, di
energia pari ad un Hazflare. In poco meno di un
giorno di osservazioni di queste giovani stelle
abbiamo assistito ad un Hazflare, il che significa
che stiamo osservando dei superflare che
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