Coelum Astronomia - #227 - 2018

(Martin Jones) #1

(^58) COELUM ASTRONOMIA
Tuttavia i metodi di analisi statistica sono potenti
alleati in questo genere di ricerca. Alex Teachey e
David Kipping, due astronomi della Columbia
University di New York, pubblicarono l’anno
scorso uno studio in cui riportavano i risultati
dell’analisi statistica delle curve di luce di oltre
6.000 transiti osservati dal telescopio spaziale
Kepler, relativi a 284 esopianeti, giudicati dagli
autori promettenti per la ricerca di esolune.
Il loro studio, descritto in dettaglio in questo mio
articolo di agosto 2017, arrivava a una
conclusione piuttosto sconsolante: in quella
miriade di transiti planetari, anche le più
sofisticate inferenze statistiche non erano riuscite
a isolare segni evidenti della presenza di esolune
in orbita intorno a qualcuno di quei pianeti. C’era
però una sola, vistosa eccezione: Kepler-1625b,
un gigante gassoso che orbita intorno a una stella
di massa solare a circa 8.000 anni luce da noi.
Nelle curve di luce dei tre transiti di questo
pianeta osservati dal telescopio spaziale Kepler,
appariva molto nitido il segnale della possibile
presenza di un satellite di grandi dimensioni. Il
dato era così promettente che a Teachey e
Kipping furono concesse circa 40 ore del prezioso
tempo del Telescopio Spaziale Hubble, per
osservare il successivo transito di Kepler-1625b
davanti alla sua stella, previsto per lo scorso 28–
29 ottobre 2017.
I risultati di questa nuova, importante
osservazione sono descritti in un nuovo articolo
che i due astronomi hanno pubblicato su Science
Advances il 3 ottobre 2018. Tra il 28 e il 29
ottobre dell’anno scorso, il telescopio Hubble è
stato puntato verso la stella Kepler-1625 per circa
45 minuti per 26 orbite del telescopio intorno alla
Terra. Nel corso delle 26 orbite ha acquisito
un’immagine diretta della stella con lo strumento
WFC3 e ben 232 esposizioni spettroscopiche nel
vicino infrarosso, ciascuna della durata di 5
minuti. Le curve di luce del nuovo transito del
pianeta Kepler-1625b ricavate dai dati di Hubble
hanno raggiunto una precisione di 375,5 parti per
milione: circa 3,8 volte maggiore di quella dei
precedenti transiti osservati dal telescopio
Kepler.
Cosa hanno trovato, dunque, Teachey e Kipping
nei precisissimi dati prodotti da Hubble? C’è
davvero una luna in orbita intorno al grande
pianeta Kepler-1625b? Pare proprio di sì.
In alto, i tre transiti di Kepler-1625b e della sua probabile esoluna osservati dal telescopio spaziale Kepler. In
basso, tre diverse soluzioni per l’unico transito del pianeta e della luna davanti al disco stellare, osservato da
Hubble tra il 28 e il 29 ottobre 2017. La precisione dei dati ottenuti da Hubble è circa 3,8 volte maggiore di
quella ottenuta da Kepler. Crediti: Science Advances 3 ottobre 2018, Vol. 4, no. 10, eaav1784

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