Dopo il transito planetario, Hubble ha registrato in
modo nitido una seconda, ma molto più lieve,
diminuzione del flusso stellare (pari a circa 500
parti per milione): una chiara indicazione della
presenza di un secondo corpo che transita davanti
al disco della stella, nella scia del pianeta.
L’interpretazione più naturale e probabile di
questo dato è che Kepler-1625b sia orbitato da un
satellite naturale di dimensioni paragonabili a
quelle di Nettuno: un dato in ottimo accordo con il
segnale che era apparso nelle curve di luce dei tre
transiti planetari osservati da Kepler.
Purtroppo il tempo concesso per osservare
Kepler-1625 con Hubble è finito prima che il
transito della candidata esoluna fosse terminato.
Ciò rende parzialmente incompleti i dati ottenuti.
Saranno necessarie altre osservazioni, in
occasione dei prossimi transiti del pianeta e del
suo satellite, per ottenere la conferma definitiva
della scoperta, che farebbe di Kepler-1625b-i (la
‘i’ finale è importante) la prima luna individuata al
di fuori del sistema solare.
I dati finora ottenuti rendono in ogni caso più che
probabile che Kepler-1625b-i sia effettivamente
una luna in orbita intorno a un pianeta, sia pure
una luna di dimensioni del tutto abnormi rispetto
ai canoni del Sistema Solare. Tutto, da quelle parti,
è in realtà molto differente, a partire dalla stella:
gli autori dello studio stimano che Kepler-1625
abbia almeno 9 miliardi di anni, il doppio dell’età
del Sole. Il dato si deduce dal fatto che, a fronte di
una massa praticamente uguale a quella della
nostra stella, Kepler-1625 ha un raggio che è
invece 1,73 volte maggiore. Ciò vuol dire che si
sta espandendo: una conseguenza inevitabile
della fine della sequenza principale (cioè della
fase in cui una stella alimenta la fusione nucleare
con l’idrogeno contenuto nel nucleo, come fa
appunto il Sole).Kepler-1625 e il suo sistema planetario sono
dunque molto più antichi del Sistema Solare. E
sono molto lontani da noi: l’angolo di parallasse
riportato nel secondo catalogo del satellite
astrometrico Gaia è pari a 0,406 millesimi di
secondo d’arco, il che corrisponde a una distanza
di 2.460 parsec (8.025 anni luce).
Il pianeta Kepler-1625b, l’unico finora scoperto
intorno a quella stella, è un gigante gassoso
grande più o meno come Giove (il diametro
ricavato dai dati del transito è di 11,4 diametri
terrestri, cioè circa 145.000 km). La massa è
invece piuttosto incerta, con stime che variano, a
seconda dei modelli, tra 700 e 1.300 masse
terrestri. Vale a dire che Kepler-1625b ha unaRappresentazione artistica raffigurante l’esopianeta Kepler-1625b
con la candidata esoluna al seguito mentre orbitano intorno alla
stella Kepler-1625. Crediti: Dan Durda