Coelum Astronomia - #227 - 2018

(Martin Jones) #1

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Hiroshi Yamakawa

Ecco i vari
componenti della
sonda BepiColombo.
Dal basso verso l’alto
vediamo: il Mercury Transfer Module (MTM), il
Mercury Planetary Orbiter (MPO), il Sunshield
and Interface Structure e, in cima, il Mercury
Magnetospheric Orbiter (MMO). Crediti: ESA/
ATG Medialab


Günther Hasinger

Andrea Accomazzo.

«Congratulazioni per il
lancio di successo del
Ariane 5 che trasporta
BepiColombo, missione
esplorativa congiunta
ESA-JAXA», afferma
Hiroshi Yamakawa,
presidente JAXA. «
Desidero esprimere la
mia gratitudine per
l’eccellente risultato
delle operazioni di lancio. JAXA ha grandi
aspettative che le successive osservazioni
dettagliate sulla superficie e l’interno di Mercurio ci
aiuteranno a comprendere meglio l’ambiente del
pianeta e, in ultima analisi, l’origine del Sistema
Solare e della Terra».


BepiColombo comprende due satelliti scientifici:
Mercury Planetary Orbiter (MPO) dell’ESA e
Mercury Magnetospheric Orbiter di JAXA (MMO, o
‘Mio’). Il Mercury Transfer Module (MTM) costruito
dall’ESA porterà gli orbiter fino a Mercurio
utilizzando una combinazione di propulsione
solare e gravità assist, con un sorvolo di Terra, due
di Venere e sei di Mercurio, prima di entrare in
orbita proprio di Mercurio verso la fine del 2025.


«C’è una lunga ed
eccitante strada davanti
a noi prima che
BepiColombo inizi a
raccogliere dati per la
comunità scientifica»,
afferma Günther
Hasinger, direttore
delle missioni
scientifiche dell’ESA. «
Gli sforzi, come per la
missione Rosetta e le sue scoperte pionieristiche,
anche a distanza di anni dal loro completamento, ci
hanno già dimostrato che le complesse missioni di
esplorazione scientifica meritano l’attesa».

I due orbiter scientifici saranno anche in grado di
utilizzare alcuni dei loro strumenti durante la fase
di crociera, offrendo opportunità uniche per
raccogliere dati scientificamente preziosi su
Venere. Inoltre, alcuni degli strumenti progettati
per studiare Mercurio possono essere utilizzati in
modalità diversa per studiare anche Venere, che
ha un’atmosfera spessa rispetto alla superficie
esposta di Mercurio.

«BepiColombo è una
delle missioni
interplanetarie più
complesse che abbiamo
mai realizzato»,
afferma Andrea
Accomazzo, Flight
Director dell’ESA per
BepiColombo. «Una
delle maggiori sfide è
l’enorme gravità del
Sole, che rende difficile
collocare un’astronave
in un’orbita stabile
attorno a Mercurio. Dobbiamo
frenare costantemente per garantire
una caduta controllata verso il Sole,
con i propulsori ionici che forniscono
la spinta bassa necessaria per la
lunga durata della fase di crociera».
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