Coelum Astronomia - #227 - 2018

(Martin Jones) #1

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ne è convinto. Non ingrana come dovrebbe. Orson
sale le scale e non sa che sta andando diritto
verso i libri di storia della comunicazione, dei
media, di psicologia. La storia e basta. Orson non
lo sa, ma ha già capito tutto. Orson è un genio,
Orson è un marziano. E intuisce che il dramma può
essere interpretato, se non per intero, almeno in
quelle parti che sono adatte, come se le cose
stessero accadendo realmente... Questo sì, che
terrà i radioascoltatori con le orecchie incollate ai
loro apparecchi...


Il problema è che raramente si ascoltano i
programmi dall'inizio! Se la gente si fosse
sintonizzata alle 20:00 in punto, avrebbe
ascoltato lo speaker presentare: «Orson Welles e il
Mercury Theatre on the Air in The War of the Worlds
di H. G. Wells» e niente sarebbe successo. Invece
la maggior parte della gente accese la radio a
programma iniziato e credette a ogni parola che
usciva dall'altoparlante. Ma la gente ignorò anche
ben tre annunci fatti durante il programma che si
trattava di finzione, come non si preoccupò di
verificare sui giornali la programmazione della
radio a quell'ora, né si chiese come facessero ad
accadere tutte quelle cose in così poco tempo, se
si trattava di qualcosa che si stava svolgendo in
tempo reale. Probabilmente va anche detto che
molti furono colti dal panico ben prima della fine
della trasmissione. L'intervento di un'ipotetica
autorità fu sufficiente per consegnare alla realtà,
la finzione che Welles e soci stavano recitando
dietro i microfoni. Le perplessità iniziali degli
ascoltatori al sentire parlare di vaghe esplosioni
avvistate su Marte, mutarono in vaghi dubbi a
sentire del rinvenimento di un misterioso oggetto
cilindrico nei dintorni di Grover's Mill una
cittadina del New Jersey (pare che Howard Koch
scelse Grover's Mill chiudendo gli occhi e
puntando la matita a caso su una cartina degli
Stati Uniti), che si consolidarono al racconto dei
testimoni che videro uscire le creature
tentacolate. Ma nel momento in cui si viene a
sapere dell'istituzione della legge marziale e
subito dopo il Segretario agli Interni fa un
discorso alla nazione, chiedendole calma, unità e


coraggio nell'affrontare il nemico, i dubbi, se
qualcuno ancora ne aveva, divennero certezze. E
così la gente fu presa da quel tipo di panico che da
allora in poi fu battezzato dagli americani come
"Martian panic" (letteralmente “panico
marziano”).

Quella sera tra le 20:30 e le 22:00, il Comando
della Polizia di Trenton, a pochi chilometri da
Grover's Mill, rispose ad almeno cinquanta
chiamate di persone che chiedevano di meteoriti,
numero di morti, attacchi col gas e tutti vennero
rassicurati che si trattava solo di voci scatenate da
un programma teatrale radiofonico. Insomma, il
panico c'è stato sebbene forse non su così vasta
scala come lo si è sempre dipinto.

Cinquanta telefonate in fondo non sono una prova
di panico generale. Tuttavia, considerata la
popolazione degli Stati Uniti, i possessori di radio
e il fatto che la trasmissione era trasmessa su
tutto il territorio, Hadley Cantril, professore di
psicologia di Princeton, stimò che devono essere
state almeno sei milioni, le persone che quella

Sopra. Orson Welles nel 1937.
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