Coelum Astronomia - #227 - 2018

(Martin Jones) #1

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Sopra. Due Perseidi solcano il cielo la notte del 13 agosto 2016


nel cielo (lungo il tragitto seguito dalla meteora)
e quindi anche sul nostro fotogramma. Di solito la
sua scia dura un secondo o poco di più ma questo
tempo non è sufficiente per impressionare il

sensore. Quindi riusciremo a riprendere solo le
meteore più grandi e luminose, che di fatto
saranno, inevitabilmente, meno numerose.

Dove puntare


La reflex va puntata a 35 gradi dal radiante verso
lo zenit, questo perché se noi inquadriamo
direttamente la costellazione del Leone la notte
del 17 novembre, le meteore, nella loro corsa,
quasi sicuramente usciranno dalla nostra
inquadratura e forse riusciremmo a riprendere
solo le più piccole o quelle che vengono
direttamente verso di noi. Quelle più grandi, che
sfiorano e attraversano un maggior tratto di
atmosfera, esploderanno in tutta la loro
luminosità solo dopo aver fatto un più lungo
percorso nel cielo, in un punto che sicuramente si
troverà fuori dall’inquadratura se utilizziamo un
grandangolare da 18 mm. A meno di disporre
quindi di un fisheye, obiettivo in grado di
riprendere tutto il cielo in un unico scatto (ma che


comporta delle distorsioni molto evidenti che non
a tutti sono gradite), il mio consiglio è quello di
posizionare la fotocamera per riprendere un
porzione di cielo adiacente al radiante, a circa 35
gradi da esso verso lo zenit, come dicevo più
sopra.
Suggerisco di adottare questo sistema, io stessa
ne ho testato l’efficacia nella mia ultima ripresa
delle Perseidi dell’agosto 2016. Verso le 23 di
quella notte avevo il Perseo in direzione nordest,
e tutte le meteore più splendenti mi passavano
sopra la testa, se non addirittura in direzione sud...
Inquadrando quindi verso sud, ma quasi allo zenit,
ho ripreso le stelle cadenti più luminose.
Ovviamente si deve sempre poter contare su una
buona dose di fortuna e inoltre, un altro fattore
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