Coelum Astronomia - #228 - 2018

(Rick Simeone) #1
che trasporta. Una serie di
sistemi automatici le permette di
ritrarre i pannelli solari, per
proteggerli in caso di eccesso di
calore, e tenere gli strumenti
all’ombra dello scudo termico.
Inoltre un sofisticato sistema di
guida autonoma mantiene la
sonda sempre orientata
correttamente.
Questa autonomia è vitale per la
missione, non solo per il periodo
di “no-contact” durante i perieli
(le comunicazioni radio sono
praticamente impossibili a causa
del disturbo solare), ma anche
per il ritardo dovuto alla grande
distanza da Terra che la sonda
raggiunge durante la sua orbita,
ritardo che può arrivare fino a 31
minuti, tempo necessario ad un
segnale per raggiungere la Terra
e poi ritornare alla sonda. È
chiaro che in caso di emergenza
per esposizione eccessiva alle
alte temperature non ci sarebbe
il tempo di impartire ordini per
prendere provvedimenti.

Ma se si trova in un momento di no-contact, di
silenzio radio, come sappiamo velocità e
posizione precise? La NASA
periodicamente controlla, grazie
al suo Deep Space Network, le
velocità e le posizioni della sonda,
così il team di missione è in grado
di calcolare con precisione la
velocità della sonda in qualsiasi
punto della sua orbita.

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A destra. I membri del team di
missione della Parker Solar Probe
festeggiano, il 7 novembre 2018, dopo
aver ricevuto il segnale che indica che
la navicella è in buona salute dopo il
suo primo perielio. Crediti: NASA/Johns
Hopkins APL/Ed Whitman


Sopra. Lo schema delle orbite che percorrerà la sonda
e la posizione poche ore dopo il perielio. Sotto il
diagramma della distanza dal Sole in cui si troverà
durante la missione, e il tratto percorso (al momento
del primo perielio).
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