Coelum Astronomia - #228 - 2018

(Rick Simeone) #1

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combustione di biomassa e dai processi industriali
che prevedono l’utilizzo di materia organica, ma è
prodotto anche dai vulcani per via abiotica.


Quanto detto finora vale per le atmosfere di tipo
terrestre, con prevalenza di N 2 e O 2. Tuttavia, al
variare delle condizioni possono variare anche i
gas che indicherebbero la presenza di organismi
biologici.
I dati ottenuti dalla missione Kepler, della NASA,
hanno mostrato come i pianeti più comuni
abbiano un raggio intermedio fra quello della


Terra e quello di Nettuno. Una massa maggiore
implica una gravità maggiore e, di conseguenza,
un’atmosfera più spessa, in grado di trattenere
alcuni elementi volatili come l’idrogeno
molecolare o l’elio. In questo caso una plausibile
biosignature potrebbe essere l’ammoniaca (NH 3 ),
sebbene essa possa anche essere prodotta da
impatti meteorici, materiale primigenio presente
sul pianeta o dall’emissione ultravioletta
proveniente dalla stella madre.

Fotosintesi ossigenica e anossigenica:


biosignature gassosa e di superficie.


La fotosintesi è un processo biologico che
comporta il consumo e l’emissione di gas nelle
atmosfere planetarie e pertanto può essere
considerata l’origine di biosignature gassose.
Il processo di fotosintesi può essere di due tipi:
ossigenica o anossigenica. La prima, utilizza CO 2 e
la radiazione solare per produrre energia e O 2
come prodotto di scarto. La seconda, usata dai
proteo-batteri (batteri viola) e altri organismi
come gli acido-batteri, è un processo più semplice
della fotosintesi ossigenica, già a partire dalla
considerazione che nella prima reazione di
idrolisi della fase luminosa, non hanno come

prodotto di rifiuto l'ossigeno e per la maggior
parte utilizzano come donatori di elettroni
composti dello zolfo, sostanze organiche o
idrogeno. A differenza della fotosintesi
ossigenica, la fotosintesi anossigenica produce
una quantità molto limitata di prodotti di scarto,
spesso, quasi di impossibile rilevazione.
Il processo di fotosintesi non solo contribuisce
alla composizione dell’atmosfera di un pianeta ma
anche alle caratteristiche assunte dalla superficie
e può essere considerata pertanto anche una
biosignature di superficie, come spiegato nel
paragrafo seguente.
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