Coelum Astronomia - #228 - 2018

(Rick Simeone) #1

(^62) COELUM ASTRONOMIA
Biofirme superficiali
Sopra. Schematizzazione dell’assorbimento delle
lunghezze d’onda della radiazione solare ad opera
dei pigmenti fotosintetici. I carotenoidi, in
particolare, servono per evitare la produzione di O -
radicali liberi e dannosi per la produzione di proteine
del fotosistema stesso.
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La vita può modificare la superficie di un pianeta
in moltissimi modi. Ad es esempio, la
pigmentazione o la struttura fisica degli organismi
viventi possono modificare le proprietà con cui la
luce viene riflessa una volta che incide sulla
superficie di un pianeta. Si pensi alle distese delle
foreste che coprono alcuni continenti o regioni
della Terra.
Le caratteristiche di bio o chemio luminescenza,
l’architettura delle colonie e persino il
disfacimento dei loro tessuti possono produrre
segnali, cioè biofirme, più o meno rilevabili dallo
spazio. Ognuno di questi indizi è soggetto a
condizioni ambientali come la stagionalità, le
temperature e i differenti ambienti che un pianeta
nella sua vastità ospita.
Di nuovo, il più importante e diffuso strumento
con cui la vita può annunciare la sua presenza è
proprio uno dei modi con cui parte di essa
produce energia per poter sopravvivere: la
fotosintesi. Questo processo non solo
contribuisce alla composizione dell’atmosfera,
quindi, ma anche alle caratteristiche assunte dalla
superficie.
La fotosintesi, infatti, avviene ad opera di
pigmenti, clorofille e carotenoidi, differenziati e
deputati all’assorbimento della luce e alla sua
trasformazione.
La luce è composta da onde elettromagnetiche di
varie frequenze, che compongono lo spettro
elettromagnetico proveniente dalla stella. Ogni
pigmento è sensibile all’azione di un preciso e
determinato intervallo di lunghezze d’onda. A
seconda del tipo di pigmenti presenti all’interno
dell’organismo (a volte più d’uno), la luce viene
assorbita in termini di energia decrescente,
passando da un pigmento all’altro, in modo da
ottimizzare come un sistema di vasche a cascata la
raccolta dell'energia (figura sopra). I pigmenti
“antenna”, all’inizio della catena, assorbono nella
banda del visibile-vicino infrarosso, in una
lunghezza d’onda compresa fra 350 nm e 780 nm.
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