Coelum Astronomia - #228 - 2018

(Rick Simeone) #1

(^64) COELUM ASTRONOMIA
Sopra. Effetto della Red Edge sulla Terra vista dallo spazio (NASA/John Hopkins University Applied Physics
Laboratory/Carnegie Institution of Washington)
Come si vede in figura sopra, le batterioclorofille
sono le più adatte ad assorbire la luce
proveniente dalle stelle di classe M (tra le migliori
candidate attorno a cui cercare pianeti che
possano ospitare la vita, di cui abbiamo parlato
nello scorso numero), in quanto il loro picco di
assorbimento è più spostato laddove la stella ha il
massimo di emissione, ovvero intorno ai 1000 nm.
Le clorofille invece si sono adattate per poter
rendere il massimo laddove le stelle come il Sole
presentano il picco di emissione.
Il risultato della fotosintesi, quindi, può essere
rivelato in termini indiretti o diretti. Il primo si
manifesta attraverso lo studio degli spettri di
assorbimento dell’atmosfera planetaria e dei gas
prodotti, mentre il secondo attraverso lo studio
degli spettri di riflessione della superficie e lo
studio della cosiddetta Vegetation Red Edge (VRE).
Questa caratteristica, tipica di tutti gli organismi
fotosintetici, è la capacità di avere un forte
contrasto nello spettro di riflettanza nella regione
vicino-infrarossa, che va da circa 760 nm a 1100
nm e varia a seconda della specie (come mostrato
in figura sopra).
Da uno studio di Tinetti et al. (2006), è stato
sottolineato che la copertura minima globale di
organismi fotosintetici per poter rilevare questa
caratteristica dovrebbe essere pari al 20% della
superficie. Non solo. Sembra che il picco della VRE
potrebbe essere soggetto allo spettro della stella
madre attorno a cui il pianeta orbita.
I pigmenti fotosintetici possono essere anche un
valido ausilio per rendere visibili dallo spazio
eventuali forme di vita. Per esempio, alcuni
Secondo recenti scoperte, alcuni tipi di batteri sono in grado di modificare il loro apparato
fotosintetico per adattarsi a un ambiente più ricco di radiazione rossa o nel vicino-infrarosso.
La chiave di tale riuscita è la sintetizzazione della clorofilla f, un pigmento in grado di assorbire
proprio quelle lunghezze d'onda. Questa scoperta è molto interessante perché potrebbe significare
che un batterio nato in un pianeta orbitante attorno a una stella M, per esempio, potrebbe aver
sviluppato un apparato fotosintetico ottimizzato per operare con lo spettro tipico della stella.

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