Sopra. Immagine ottenuta da Marco Burali dell’Osservatorio MTM Pistoia. Dati tecnici: Luminanza Ottica
Takahashi RC 300 F7.8 camera ccd Apogee Alta F9 6303 filtro cls-ccd tempo totale 100 minuti - Informazione
colore Ottica Takahashi TOA 150 F5.8 camera ccd G2 4000 tempi 30+30+30 minuti.
Questa supernova è anche un pò italiana, perché i
tre astronomi del DLT40 che l’hanno individuata,
utilizzando il telescopio Prompt da 0,40 metri
posizionato presso l’Osservatorio di Cerro Tololo
sulle Ande cilene, sono stati gli americani David J.
Sand, Sam Wyatt e, appunto, l’italiano Stefano
Valenti, laureato in Fisica all’Università di Ferrara.
Al momento della scoperta la supernova brillava
di mag. +14,6 e, nei giorni seguenti, la luminosità
è andata leggermente ad aumentare.
I primi a ottenere lo spettro di questa interessante
supernova, circa 12 ore dopo la comunicazione
della scoperta, sono stati i giapponesi
dell’Hiroshima Astrophysical Science Center
(HASC) al Higashi-Hiroshima Observatory con il
telescopio Kanata 1,5 metri, classificando la
supernova, denominata SN2018icv, di tipo II
giovane scoperta circa 4 giorni dopo l’esplosione.
Vista l’importanza di questa supernova, altri
Osservatori professionali hanno rivolto i propri
strumenti per riprenderne lo spettro. La notte
seguente la scoperta, gli astronomi del team
dell’Osservatorio di Asiago con il telescopio
Galileo da 1,22 metri hanno ripreso a loro volta lo
spettro confermando il tipo II per questa
supernova. Ci preme sottolineare che nella sala
controllo del Galileo, al momento
dell’ottenimento e dell’analisi dello spettro, erano
presenti anche gli astrofili di Ponte di Piave –
Paolo Campaner, Luca De Biasi e Massimiliano
Rossi, come evidenziato nell’ATEL n.12239 – a
dimostrazione della stretta collaborazione fra
professionisti e amatori in questo tipo di ricerca.
Nella stessa notte anche i cinesi del National
Astronomical Observatories of China (NAOC) con il
telescopio Xinglong 2,16 metri e del Gaomeigu
Station of Yunnan Astronomical Observatories