Coelum Astronomia - #229 - 2019

(Ben Green) #1
Ma cosa è accaduto? Perché questa debacle?
È difficile trovare una causa specifica e
sicuramente la fortuna non ci ha aiutati: sono
state diverse le pre-discovery ottenute
quest’anno dagli Osservatori dell’ISSP, che
avrebbero però potuto essere delle vere e proprie
scoperte. Siamo sicuri che nel nuovo anno ci sarà
un pronto riscatto e le scoperte non
mancheranno, anche se la concorrenza dei
programmi professionali di ricerca supernovae è
sempre più asfissiante.

Le quattro scoperte italiane del 2018 sono state
in ordine cronologico:
SN2018rz scoperta dal team dell’Osservatorio di
Montarrenti (SI) nella galassia a spirale barrata
NGC 5618
SN2018amb scoperta dal forlivese Giancarlo
Cortini nella galassia a spirale UGC 4870
SN2018aoy scoperta dal marchigiano Massimo
Caimmi nella galassia a spirale IC 1069
SN2018bbz scoperta dal team dell’Osservatorio
di Monte Agliale (LU) nella piccola galassia PGC
60339

Chiudiamo la rubrica con un aggiornamento della
Top Ten mondiale. Dopo la pubblicazione nel
2015 di questa particolare classifica, che per la

sua stesura aveva creato non pochi problemi per
mettere insieme tutti i dati necessari (vedi articolo
pubblicato sul n. 191 a pagina 50), così come non
è stato semplice anche questo aggiornamento a
distanza di 3 anni:

1 - TIM PUCKETT - USA: 389 scoperte
2 - JACK NEWTON - USA: 198 scoperte
3 - STUART PARKER - NZ: 157 scoperte
4 - TOM BOLES - GB: 155 scoperte
5 - BERTO MONARD - ZA: 148 scoperte
5 - KOICHI ITAGAKI - J: 138 scoperte
6 - FABRIZIO CIABATTARI - IT: 76 scoperte
7 - MARK ARMSTRONG - GB: 73 scoperte
8 - EMILIANO MAZZONI - IT: 70 scoperte
9 - ROBERT EVANS - AUS: 47 scoperte

Per una corretta lettura di questa classifica è
importante specificare che tutte le scoperte di
Mazzoni sono state realizzate insieme a
Ciabattari, come molte di quelle di Puckett e
Newton, sono derivate da un controllo congiunto
delle immagini, realizzate con camere CCD,
attraverso programmi automatici o semi
automatici di acquisizione. Le 47 scoperte di
Evans hanno invece un valore molto particolare,
essendo state realizzate tutte in maniera visuale
attraverso un dobson da 40 cm, puntando
gli oggetti manualmente.

Sopra: AT2018aoy IC1069, a destra:
SN2018bbz PGC60339. Immagini ottenute
da Paolo Campaner con un riflettore da
400mm F.5,5.


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