(^20) COELUM ASTRONOMIA
Saturno sta perdendo i suoi anelli
di Barbara Bubbi – Universo Astronomia
Un nuovo studio conferma che Saturno sta
perdendo i suoi anelli, trascinati gradualmente
dalla gravità verso il pianeta sotto forma di una
pioggia di particelle ghiacciate.
«Stimiamo che questa "pioggia di anelli" scarichi
una quantità di materiale che potrebbe riempire
una piscina olimpica in mezz’ora», afferma James
O’Donoghue del Goddard Space Flight Center
della NASA, autore principale dello studio apparso
su Icarus. «Soltanto per questo processo l’intero
sistema degli anelli sparirà nel giro di 300 milioni
di anni, ma aggiungendo le misurazioni della
sonda Cassini relative al materiale degli anelli in
caduta all’equatore di Saturno, si può dire che gli
anelli abbiano meno di 100 milioni di anni di
sopravvivenza. È un tempo piuttosto breve
rispetto agli oltre 4 miliardi di anni di età di
Saturno».
A lungo gli scienziati si sono domandati se Saturno
si fosse formato con gli anelli o se li avesse
acquisiti successivamente. Il nuovo studio
favorisce questa seconda ipotesi, indicando che
probabilmente non sono più antichi di 100 milioni
di anni, dal momento che questo è il tempo
necessario perché l’anello C sia diventato come è
attualmente, assumendo che un tempo fosse
denso come l’anello B. «Siamo fortunati ad essere
qui ad osservare il sistema di anelli di Saturno, che
sembra essere a metà della sua esistenza.
Tuttavia, se gli anelli sono un fenomeno
temporaneo, forse ci siamo persi sistemi di anelli
giganti attorno a Giove, Urano e Nettuno!»,
aggiunge O’Donoghue.
I primi indizi di una pioggia dagli anelli
nell’atmosfera di Saturno sono stati individuati
dalla sonda Voyager, che ha rilevato singolari
variazioni nella ionosfera del pianeta, variazioni di
densità negli anelli e un trio di fasce scure attorno
al pianeta a medie latitudini.
Gli anelli sono in gran parte composti da
microscopici granelli di polvere, rocce di vari
metri, e ghiaccio. Tali componenti sono coinvolti in
una danza di equilibrio che si svolge tra
l’attrazione gravitazionale, che tende a farle
ricadere sul pianeta, e la loro velocità orbitale, che
tende a farle allontanare nello spazio. Le particelle
più piccole possono diventare elettricamente
cariche per effetto della radiazione ultravioletta
del Sole e quando questo avviene, le particelle
vengono influenzate anche dal campo magnetico
di Saturno. La gravità del pianeta trascina così le
particelle lungo le linee di campo magnetico
nell’atmosfera superiore del pianeta. Qui le
particelle ghiacciate vaporizzano e l’acqua
reagisce chimicamente con la ionosfera di Saturno
portando un aumento del tempo di vita delle
cariche elettriche nelle particelle, chiamate ioni
H3+, che brillano nella luce infrarossa. I ricercatori
hanno analizzato proprio tale emissione per
determinare la quantità di "pioggia" proveniente
dagli anelli scoprendo che gli anelli potrebbero
avere dunque vita breve.
Crediti: NASA Goddard Space Flight Center/David Ladd
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