Coelum Astronomia - #229 - 2019

(Ben Green) #1

Le onde gravitazionali infrangono la barriera
psicologica delle dieci rivelazioni: sale infatti a 11
il conto degli eventi confermati. La notizia arriva
dagli scienziati della collaborazione LIGO-Virgo,
che in dicembre hanno pubblicato i risultati delle
analisi approfondite condotte sulle prime due
campagne osservative. Un vero e proprio catalogo
di eventi che sancisce il passaggio
dall’eccezionalità alla routine. In senso buono:
d’ora in avanti – a meno che non si presentino
scenari che ancora mancano all’appello, come per
esempio la fusione fra un buco nero e una stella
di neutroni – l’eccitazione per fenomeni mai
osservati prima lascerà sempre più spazio alla
statistica, ai dettagli, all’affinamento tecnologico e
teorico. All’astronomia gravitazionale vera e
propria, insomma.


«Il primo catalogo degli eventi di onde
gravitazionali», dice Giovanni Prodi, coordinatore
dei gruppi di analisi dati di Virgo, «è
fondamentale per il passaggio allo studio
sistematico delle sorgenti di onde gravitazionali.
A pochi anni dalle prime rivelazioni, abbiamo così
iniziato a svelare le caratteristiche dei buchi neri
di massa stellare che popolano l’universo».


«Abbiamo rivelato con certezza dieci segnali di
onde gravitazionali», riassume Viviana Fafone,
responsabile nazionale dell’Istituto Nazionale di
Fisica Nucleare (INFN) per la collaborazione
Virgo, «emessi dalla fusione di coppie di buchi
neri di massa stellare, e un segnale prodotto dalla
coalescenza di un sistema binario di stelle di
neutroni. Questo significa che dall’approfondita
analisi del complesso dei dati raccolti nel corso
dei primi due periodi di osservazione sono emersi
altri quattro eventi, rispetto a quelli
precedentemente annunciati».


I quattro nuovi eventi sono GW 170729, GW
170809, GW 170818 e GW 170823 e sono stati


tutti generati dalla fusione di buchi neri binari.
Due meritano una menzione particolare. Uno è
GW 170729: si tratta, a oggi, della sorgente di
onde gravitazionali più massiccia e distante mai
osservata. Nella coalescenza, avvenuta circa 5
miliardi di anni fa, un’energia equivalente a quasi
cinque masse solari è stata convertita in
radiazione gravitazionale. L’altro è GW 170818,
l’unico fra i quattro nuovi eventi a essere stato
registrato anche da Virgo, perché purtroppo «
durante i primi due eventi non eravamo ancora in
acquisizione dati e durante l’ultimo il rumore del
detector era troppo alto», spiega a Media INAF
Valerio Boschi di Virgo-EGO.

E ora, cosa ci attende? La ripartenza, il run O3, è in
calendario per la prossima primavera. «Ci
auguriamo di riuscire a rivelare onde
gravitazionali da sorgenti ancora mai osservate»,
dice Alessio Rocchi, ricercatore dell’Infn
coordinatore del commissioning di Virgo, «come
pulsar, sistemi binari composti da un buco nero e
una stella di neutroni, o addirittura supernove,
perché questo consentirebbe di aggiungere un
nuovo messaggero: oltre alle onde gravitazionali
ed elettromagnetiche, anche i neutrini, una
prospettiva emozionante per la nuova astronomia
multimessagger».

di Marco Malaspina – Media INAF


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