Coelum Astronomia - #229 - 2019

(Ben Green) #1

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Nel periodo dell'anno più denso di festività,
sicuramente molti di voi avranno già pianificato
delle attività speciali per vivere degnamente il
Capodanno. Ci sarà chi trascorrerà la giornata in
compagnia della famiglia, chi si dedicherà a
festeggiare e a gustare prelibatezze in sontuosi
banchetti, chi invece visiterà luoghi esotici o altro
ancora... Ma se state tutt'ora cercando come
trascorrere la giornata in modo davvero
alternativo, sappiate che difficilmente riuscirete a
superare per originalità e unicità un ristretto
gruppo di persone che, il primo giorno di gennaio
del 2019, trascorrerà la giornata in modo davvero
particolare.


Per la verità l'impegno preso da questo gruppo è
stato fissato con alcuni anni di anticipo e il
programma dell'evento è stato delineato con
precisione al secondo... Vi chiederete a questo
punto quale sia questa attività così speciale da
richiedere tanta attenzione e una così lunga e
minuziosa pianificazione. Ebbene si tratta di
qualcosa di assolutamente inedito e al centro
della scena vi sarà un protagonista che nemmeno
si troverà sulla Terra... ma a poco meno di 44 UA
(circa 6,6 miliardi di chilometri) da noi, per
compiere qualcosa di mai tentato prima d'ora. E se
tutti noi ci troveremo virtualmente riuniti a
contare i secondi che ci separano dalla
mezzanotte del 1 gennaio, lo stesso giorno, per
quel particolare gruppo di fortunati l'orario in cui


stappare lo champagne sarà le 6:33 del mattino
(ora italiana).
D'accordo, sembra tutto piuttosto assurdo e
inverosimile, ma se sveliamo i nomi di questa
piccola elite, tutto di colpo assume un senso.
Il luogo della "festa" sarà presso le sale di
controllo del Johns Hopkins University Applied
Physics Laboratory (JHUAPL), nel Maryland (USA), e
il gruppo tanto speciale di persone non sarà altro
che il team della sonda New Horizons della NASA,
capitanata dall'astronomo e Principal Investigator
di missione Alan Stern.
La sonda, lanciata nel 2006 e che per prima ci ha
mostrato da vicino il remoto pianeta nano Plutone
nel luglio 2015, ora sta per superare nuovamente i
suoi record avvicinandosi per la prima volta a un
KBO (Kuiper Belt Object), ossia un oggetto della

Il nome Ultima Thule fa riferimento a quello di
un'isola leggendaria, Thule, che nel corso dei
secoli è divenuta l'emblema della terra mitica,
sconosciuta, ai confini del mondo esplorabile e ai
limiti ultimi di ciò che possiamo raggiungere.
Ultima Thule significa quindi "oltre Thule" – oltre i
confini del mondo conosciuto – e simboleggia
l’esplorazione degli oggetti più lontani nel nostro
Sistema Solare.
Si tratta dunque di un nome veramente azzeccato,

scelto dalla NASA con il coinvolgimento popolare
nel marzo del 2018. Si tratta di nome non ufficiale
e al momento l'unica designazione reale
dell'oggetto rimane (486958) 2014 MU69.
Successivamente al sorvolo da parte di New
Horizons, l'Unione Astronomica Internazionale
(IAU) ufficializzerà un nuovo nome che sarà
fortemente correlato alla natura del corpo celeste
che la New Horizons stessa ci aiuterà a conoscere
nel dettaglio.

Perché "Ultima Thule"?

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