(^88) COELUM ASTRONOMIA
L’immagine scattata da più lontano
di Claudio Elidoro
Crediti: NASA/JHUAPL/ SwRI
Siamo sinceri: nessun appeal estetico, nulla che
riesca a strapparti il classico «Ohhh!» di
meraviglia. Nel riquadro di sinistra vediamo un
banalissimo campo stellare che, in quello di
destra, è stato parzialmente ingrandito e
manipolato lasciando in evidenza un pugno di
pixel. Cos’hanno, dunque, di così importante
queste due immagini così insignificanti e –
diciamola tutta – bruttine?
Sveliamo subito chi è l’autore dello scatto.
L’immagine originale (quella a sinistra) è una
ripresa dello strumento LORRI (Long Range
Reconnaissance Imager) collocato a bordo della
sonda New Horizons. Non è uno scatto singolo, ma
il risultato della composizione di 48 riprese,
ciascuna delle quali ottenuta con una esposizione
di circa 30 secondi. Al momento degli scatti, il 16
agosto 2018, New Horizons si trovava a 41,73 UA
dalla Terra: sono più o meno 6,25 miliardi di
chilometri e il segnale ha impiegato oltre 11 ore e
mezza per raggiungere le nostre antenne. Numeri
che assegnano a questa immagine il titolo di
ripresa più lontana da Terra che (finora) una sonda
spaziale abbia mai effettuato.
Il team di New Horizons, poi, ci ha messo lo
zampino. Utilizzando a mo’ di filtro un’analoga
immagine ottenuta nel settembre 2017, i tecnici
hanno fatto in modo di “offuscare” le immagini
stellari lasciando solamente quello che era il vero
soggetto delle riprese di LORRI: (486958) 2014
MU69. Quella manciata di pixel, insomma, è
proprio Ultima Thule, il corpo celeste della Fascia
di Kuiper verso il quale si sta dirigendo la sonda.
Quando, a metà agosto, è stata effettuata la
ripresa, quel corpo celeste distava da New
Horizons 172 milioni di chilometri.
Credo che, a questo punto, lo spessore
dell’immagine sia piuttosto evidente. C’è, però,
ancora un elemento da sottolineare: la posizione
occupata da Ultima Thule nell’immagine coincide
con quella prevista. In altre parole, la rotta di New
Horizons è sostanzialmente corretta. Ciò che più
conta, però, è che la possibilità di vedere
direttamente la meta finale costituirà un aiuto
decisivo per apportare gli ultimi piccoli
aggiustamenti di rotta della sonda.
Il 1° gennaio 2019, insomma, sarà proprio quella
che nell'immagine è un’insignificante manciata di
pixel a strapparci un «Ohhh!» di meraviglia. E per
New Horizons ci sarà un nuovo strabiliante record:
ben green
(Ben Green)
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