Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1

130 l Bambini che ricordano altre vite


violente, per sopprimere i ricordi dei loro bambini (30). Queste sono cifre che si
riferiscono unicamente ai casi che ci sono pervenuti; non sappiamo tuttavia qua­
le sia la frequenza con cui i casi vengano così bene soppressi tanto da non giun­
gere nemmeno fino a noi.
Tuttavia, non è soltanto in India che i genitori sopprimono i casi. Anche in
altri paesi accade che essi possano disapprovare il fatto che i loro figli parlino di
una vita precedente, per una ragione o per l'altra. Fra i Tlingit del sud-est del­
l' Alaska può capitare che un bambino cominci a parlare di un omicidio legato ad
una controversia fra sette e, i suoi genitori, non volendo riaprire una lotta fra
clan che era ormai stata abbandonata, possono fare di tutto per sopprimere i
suoi ricordi. Quando mi trovavo fra gli Igbo della Nigeria, ho sentito spesso dire
che i genitori ritenevano pericoloso che il loro bambino manifestasse dei ricordi
di una vita precedente che era terminata con una morte violenta.
Che i genitori abbiano o meno soppresso i ricordi del loro bambino, alcune
delle sue affermazioni finiscono quasi sempre per trapelare e per venire a cono­
scenza della comunità in cui egli vive. I vicini, a questo punto, cominciano a va­
lutare i meriti ed i demeriti del caso; a volte essi alludono anche maliziosamente
ad espedienti e a sfruttamenti da parte dei genitori del soggetto e ciò può stimo­
lare quest'ultimi a cercare di verificare quanto detto dal bambino per poterlo in
qualche modo vendicare di fronte a tante dicerie. Ciò rientra oltretutto nei piani
del bambino, poiché egli gradisce quasi sempre di venire in contatto con la sua
famiglia precedente. E così, mediante uno di questi incentivi, ma più spesso per
l'insistenza del soggetto o per la curiosità dei genitori, si cerca di localizzare la fa­
miglia a cui il bambino pare riferirsi.
La meno importante motivazione riscontrata fra gli adulti implicati in un
caso, è quella di· convertire altre persone alla credenza nella reincarnazione. Gli
umili abitanti di un villaggio - fra i quali i casi si verificano maggiormente -
non sono minimamente interessati al fatto che altre persone possano condivide­
re le loro convinzioni a proposito della reincarnazione. Spesso anch'essi hanno
manifestato dei dubbi a tale riguardo ma, persino se un caso è servito a cancella­
re in loro tali dubbi, ciò non sembra aver creato in loro un tale fervore missiona­
rio che abbia mirato ad influenzare positivamente anche altri individui. (I critici
che credono il contrario potrebbero rimanere stupiti nell'apprendere quanto
spesso gli abitanti di alcuni villaggi abbiano dimostrato dello scetticismo nel ve­
nire a conoscenza di un soggetto che affermava di essere la reincarnazione di
una particolare personalità deceduta). Le persone più istruite possono esprimere
un particolare interesse nei confronti dei casi, perché questi rafforzano le loro
credenze tradizionali; alcuni manifestano un'incomprensibile soddisfazione nel
riscontrare che un particolare caso sembra confermare ciò che era stato loro in­
segnato a credere. Tuttavia nessuna di queste persone (almeno per quanto io ne
sappia) ha tentato in qualche modo di pubblicizzare un caso per farne della pro­
paganda religiosa.

(30) Misure adottate per sopprimere i casi in India
Ho tratto queste cifre dalla tesi di laurea del Dott. Satwant Pasricha (Istituto Nazionale di Igiene
Mentale e Neurologia, Bangalore, India, 1978).
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