Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1
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confronti del cibo che gli viene offerto dalla sua famiglia, dalle lamentele sulla
sua povertà e da altri comportamenti alienanti. Infine, tale ipotesi non riesce co­
munque a giustificare come mai questi bambini riescano ad ottenere delle infor­
mazioni corrette su persone completamente estranee a tutti gli altri membri della
loro famiglia.
Se decidiamo di non poter spiegare tutti gli episodi di retrocessione come
dovuti a fantasie che nascondono il bisogno di compiutezza, siamo liberi di
prendere in considerazione molte altre possibilità. Personalmente suggerisco
che, i deboli ricordi di un'esistenza vissuta in migliori condizioni economiche ri­
spetto a quelle attuali, possano stimolare la coscienza del soggetto favorendo
l'emergere di ulteriori reminiscenze.
Se un debole shock può stimolare i ricordi, probabilmente, uno di maggio­
re entità li potrà inibire. Un tale shock si può manifestare quando un bambino
Birmano comincia a ricordare che, nella sua precedente esistenza, egli era un
Giapponese, un Europeo o un Americano, quando un bambino Indiano ricorda
di essere vissuto precedentemente in Inghilterra o quando uno Turco ricorda di
essere vissuto in Libano o nella Libia. Non mi è mai capitato di venire a cono­
scenza di bambini che abbiano dei ricordi di una vita passata in un paese diver­
so da quello in cui vivono attualmente, i quali siano anche in grado di fornire
delle informazioni sufficienti da permettere di verificare quanto affermano. Infat­
ti, tali bambini sembrano ricordare solo alcuni dettagli confusi delle loro prece­
denti vite, a volte solo il modo in cui morirono, ma niente di più. Il problema
fondamentale non è costituito dall'attraversamento delle frontiere internazionali,
ma dal cambiamento delle circostanze di vita, soprattutto quelle culturali. Tutta­
via, le differenze culturali all'interno di uno stesso stato possono essere molto
più grandi di quelle esistenti in culture affini appartenenti a differenti paesi. Ad
esempio, gli Alevi di Adana e gli Hatay della Turchia hanno molte più cose in
comune con gli Alevi della Siria che non con i Turchi di Istambul. Non è quindi
sorprendente - in accordo con quanto sto prospettando - che, fra cinque casi
di bambini della Turchia centro-meridionale che ricordavano di aver trascorso
una passata esistenza ad Istambul, non sia stato possibile verificarne nemmeno
uno.
Gli antropologi hanno una certa familiarità con un'esperienza denominata
« shock culturale », che si rif erisce allo stress che spesso si manifesta in una per­
sona che si trasferisce in un paese le cui usanze sono notevolmente diverse da
quelle del suo luogo d'origine. Se la reincarnazione è un fenomeno reale, è quin­
di possibile che alcune persone possano subire uno shock rinascendo in un luo­
go culturalmente diverso da quello in cui avevano trascorso la precedente esi­
stenza.
L'analisi svolta finora rivela adeguatamente, almeno così ritengo, che sono
molti i fattori che permettono ad un bambino di avere delle reminiscenze di una
vita precedente. Se dovessi comunque tracciare un prontuario, esprimendo quali
siano le migliori condizioni in cui ciò possa avvenire, descriverei le seguenti ca­
ratteristiche: la vita precedente dovrebbe essere· quella di un uomo appartenente
alla media borghesia che viveva in un paese in cui vi era una forte credenza nella
reincarnazione; egli dovrebbe essere morto di morte violenta o comunque im­
provvisa. Il soggetto che manifesta ricordi di una tale vita potrebbe essere indif-


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