National Geographic Italy - 11.2019

(Tina Meador) #1
A SINISTRA
Samantha
Cristoforetti durante
l’addestramento
con un simulatore
di volo Soyuz nel centro
di addestramento
per cosmonauti Juri
Gagarin, vicino a Mosca.
“AstroSamantha”
è cresciuta a Malé,
paesino montano del
trentino, dove i genitori
gestivano un hotel.

FOTO: SPUTNIK


Già da bambina voleva diven-


tare astronauta. Era un sogno


comune tra i bambini del paese


di montagna dove è cresciuta?


No, o almeno non me lo ricordo.


Ma non mi ha mai creato problemi


essere diversa. Ero una bambina


molto sicura di sé. Ero semplice-


mente più afascinata dalle stelle


rispetto ad altri.


La sua carriera è stata program-


mata alla perfezione: prima gli


studi di ingegneria, poi la for-


mazione da pilota con l’Aero-


nautica militare. Ha studiato


anche il russo, che è impor-


tante per la Stazione spaziale


internazionale (Iss). Anche gli


altri candidati alla selezione per


l’Agenzia spaziale europea (Esa)


erano così ben preparati?


Credo di sì, anche se tra i sei che


sono stati scelti per il corpo astro-


nauti ero l’unica a sapere il russo.


Lei è riuscita a essere selezio-


nata tra 8.500 concorrenti. Con


un tale successo non si rischia


di montarsi la testa?


Il rischio c’è. La gente crede co-


munemente che gli astronauti sia-


no tutti brillanti. Ma nel nostro


gruppo ci sentiamo tutti uguali e


sappiamo di non essere nulla di
speciale.

Sa che c’è una bambola Barbie
fatta a sua immagine? Come ci si
sente a essere un modello?
Questo è un effetto collaterale
del mio lavoro e cerco di viverlo
con un certo distacco. Spesso mi
offrono progetti dove intendono
presentarmi come modello. Il mio
obiettivo principale nella vita è
sempre stato quello di volare nello
spazio e sono felice quando riesco
a trasmettere l’entusiasmo per lo
spazio ad altri. Ma alla ine ognuno
deve realizzare da solo la propria
carriera.

Nel 2014 lei è andata nello spazio
come membro della missione
“Futura”. Nel suo libro descrive
anche la preparazione e il pro-
blema di trovare i guanti giusti.
Sì, le tute per le missioni extravei-
colari vengono composte da singoli
pezzi di misure diverse per poi es-
sere adattate.

Questo forse perché i guanti non
erano stati fatti per le donne?
Al contrario! C’erano molti guanti
da donna. Ma erano tutti troppo
stretti per me. La maggior parte

“LE DONNE

LASSÙ HANNO GIÀ

Samantha Cristoforetti , 42 anni, è attualmente l’unica astronauta
europea. Un colloquio su successi, frustrazioni e sogni.

I N T E RV I S TA D I WIEBKE HARMS

FATTO TUTTO”

INTERVISTA 101
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