Homo sapiens
ordinario di paleoantropologia alla Sapienza Università di Roma;
socio corrispondente dell’Accademia Nazionale dei Linceidi Giorgio Manzi18 Le Scienze 6 15 novembre 2019
Una faccia per DenisovaL’analisi del genoma di questa umanità estinta
ha portato alla ricostruzione di un voltoPer quanto la notizia sia stata diffusa
sui mezzi di comunicazione verso fi-
ne settembre, dopo la pubblicazio-
ne su «Cell» dell’articolo a firma di ricercatori
israeliani e spagnoli intitolato Reconstructing
Denisovan anatomy using DNA methylation
maps, penso sia il caso di tornarci su. A mio
parere, si tratta di un risultato sensazionale.
Hanno tradotto dati epigenetici in morfologia;
e ancora: hanno applicato questa procedura
alla ricostruzione del volto (e non solo del vol-
to) di un’umanità estinta per cui non abbiamo
sufficienti reperti fossili, i denisoviani, ma ne
sappiamo parecchio sul loro DNA.
Come avrebbero potuto apparire i deniso-
viani può essere al momento solo ipotizzato,
poiché il campione di resti scheletrici riferibi-
li a questa varietà di uomini del tardo Pleisto-
cene – contemporanei dei Neanderthal e delle
popolazioni di Homo sapiens che si diffonde-
vano in Eurasia – è davvero modesto, quasi
assente. Include la celebre porzione di falan-
getta di un mignolo, tre denti isolati, una nuo-
va mandibola scoperta in Tibet e alcuni fram-
menti d’osso: questo è tutto. Personalmente
ritengo che i denisoviani altro non fossero che
l’evoluzione di Homo heidelbergensis in Asia
continentale – ne abbiamo alcuni reperti fos-
sili in Cina, per esempio (Dali e Jinniushan, fra
gli altri) – e penso anche che il cranio parzia-
le di Maba, sempre in Cina, e i due crani fram-
mentari scoperti nel sito di Lingjing, ancora in
Cina, descritti nel 2017, possano essere riferi-
ti ai denisoviani. Ma per ora sono congetture.Mappe di attività genica
Altra cosa è risalire alla loro morfologia del
cranio e del resto dello scheletro sulla base del
genoma, come hanno fatto i colleghi israeliani
e spagnoli. Sensazionale davvero.
Detto in breve, hanno studiato per tre an-
ni le mappe di metilazione. Com’è noto, la
metilazione del DNA si riferisce a modifiche
chimiche che influenzano l’attività dei geni(senza influire direttamente sulla sequenza
del DNA). Dato che ormai iniziamo a conosce-
re le mappe di metilazione nei Neanderthal e
nei denisoviani, oltre che in Homo sapiens, i
ricercatori hanno prima confrontato i profili
di metilazione tra i tre gruppi umani per tro-
vare regioni del genoma attivate in modo dif-
ferente. Hanno poi cercato di capire come
queste differenze possano influenzare le ca-
ratteristiche anatomiche, partendo da quan-
to è noto su disturbi umani in cui determinati
geni perdono la loro funzione per altre cause.Una qualche affinità
Gli autori sono dunque potuti risalire a
quali elementi anatomici vengono influenzati
dalla regolazione differenziale di ciascun gene
e in quale direzione, portando un certo osso
a essere più lungo o più corto, più largo o più
stretto. Hanno poi verificato le loro predizio-
ni – e questo è il passaggio decisivo e, secon-
do me, più convincente – confrontandole con
i dati reali dei Neanderthal e anche con quelli
degli scimpanzé. Hanno così ottenuto un’affi-
dabilità del metodo di circa l’85 per cento, che
dimostra che le loro ricostruzioni erano suffi-
cientemente accurate nel prevedere le carat-
teristiche prese in esame.
Infine, hanno applicato questo metodo ai
denisoviani e sono stati in grado di produr-
ne un profilo morfologico del tutto inedi-
to, dal quale risulta che erano un po’ simili ai
Neanderthal, con qualche affinità con noi e al-
cuni caratteri peculiari. Nello specifico, han-
no identificato 56 tratti anatomici (34 nel cra-
nio) in cui i denisoviani differivano da noi e/o
dai Neanderthal. Per fare qualche esempio,
il loro cranio doveva essere decisamente lar-
go, l’arcata dentaria allungata (come ha indi-
pendentemente mostrato la nuova mandibo-
la rinvenuta in Tibet), mentre le ossa facciali
ed elementi del tronco e degli arti mostravano
proporzioni intermedie.
Non ho altre parole: sensazionale!Gioventù da Denisova.
Ritratto di una giovane denisoviana
basato sul profilo scheletrico
ricostruito in base alle mappe di
metilazione del DNA di questa varietà
umana estinta, contemporanea dei
Neanderthal e delle popolazioni di Homo
sapiens che si diffondevano in Eurasia.
Cortesia Maayan Harel