76 Le Scienze 6 15 novembre 2019
Illustrazione di Wesley Allsbrook
Scelte
difficili
PSICOLOGIA DEI PROCESSI DECISIONALI
Come prendiamo le nostre decisioni se abbiamo di fronte
incertezza e conoscenze incomplete
di Baruch Fischhoff
Gli psicologi studiano i processi decisionali umani sottoponendo alla gente problemi
«giocattolo». In uno studio, per esempio, i miei colleghi e io abbiamo descritto ai partecipanti
un’ipotetica malattia causata da due ceppi di patogeni. Poi abbiamo chiesto: «Preferiresti
un vaccino che dà una protezione totale contro uno dei due ceppi o un vaccino che dà una
protezione del 50 per cento contro tutti e due?» La maggior parte dei partecipanti ha scelto il
primo. E noi abbiamo supposto che si fossero lasciati influenzare dall’espressione «protezione
totale», visto che le due ipotesi danno la stessa probabilità totale di ammalarsi.
Quando deve valutare nuovi rischi, la gente si
basa su modelli mentali derivati dalle esperienze
precedenti, che potrebbero non essere pertinenti.
Domandando alle persone come sono arrivate
a certe valutazioni, è possibile far emergere
i preconcetti fuorvianti.
Quando parlano di rischi, gli esperti possono
mettere preventivamente alla prova i propri
messaggi per essere certi di farsi capire.
IN BREVE
Noi però viviamo in un mondo di problemi reali, non di proble-
mi giocattolo: situazioni che a volte richiedono di prendere deci-
sioni di vita o di morte in base a conoscenze incomplete o incerte.
Anni fa, dopo che avevo intrapreso lo studio dei processi deci-
sionali con la compianta Sarah Lichtenstein e il collega Paul Slo-
vic, entrambi presso la Decision Research, una società di Eugene,
nell’Oregon, hanno cominciato ad arrivarci telefonate su questio-
ni molto reali da parte di dirigenti di imprese che si occupavano di
energia nucleare o di organismi geneticamente modificati (OGM).
Il succo era sempre lo stesso: «La nostra tecnologia è stupenda ma
alla gente non piace. Peggio ancora, ormai siamo noi a non piace-
re alla gente. C’è addirittura chi ci considera malvagi. Voi che siete
psicologi, fate qualcosa».
E noi qualcosa abbiamo fatto, anche se probabilmente non era
ciò che volevano quei dirigenti d’azienda. Anziché cercare di cam-
biare le idee delle persone, ci siamo proposti di capire che cosa
pensavano realmente di queste tecnologie. Per farlo, abbiamo po-
sto loro una serie di domande intese a rivelare come valutavano i
rischi. Le loro risposte ci hanno aiutato a capire perché le persone
si fanno idee molto nette su questioni che dividono in profondi-
tà come l’energia nucleare – e oggi il cambiamento climatico – pur
senza conoscere tutti i fatti.
Ricordati che devi morire
Per cominciare, desideravamo capire fino a che punto il pub-
blico abbia chiari i rischi della vita quotidiana. Abbiamo chiesto a
gruppi di gente comune di stimare il numero annuale di morti per
cause come annegamento, enfisema e omicidio, e poi abbiamo
confrontato le loro stime con quelle degli scienziati. In base a ri-
cerche precedenti, ci aspettavamo che la gente avrebbe formulato