Panorama - 30.10.2019

(coco) #1
30 ottobre 2019 | Panorama 81

Una preview in scala ridotta (nel loft
c’era posto per 300 persone) di quello
che sarebbe diventata da lì a poco la
«disco music fever».


Un fenomeno su scala mondiale
perfettamente rappresentato nell’im-
maginario collettivo dall’iconografia
dello Studio 54, il tempio 70’s della
disco nella Grande mela, tra luci strobo-
scopiche, mirror ball, paillettes, tacchi
stratosferici, abiti luccicanti, divanetti
color argento, bar rivestiti di specchi
e stanze segrete popolate da vip come
Liza Minnelli, Elton John, Grace Jones
Andy Warhol, Salvador Dalí. E poi, la
micidiale Rubber Room, al terzo piano,
con panoramica sulla pista da ballo.


Esclusivissima, dotata di un bar
hi-tech e di pareti rivestite da uno
strato di gomma in modo da essere
lavate facilmente, per eliminare le
tracce degli abusi di cocaina, eroina
e sesso. Lo scatto simbolo di que-
sto regno della stravaganza dance è
Bianca Jagger, la moglie di Mick, che
attraversa la pista da ballo in sella a
un cavallo bianco...
Cassa in battere, falsetti, violini,
bassi roboanti, chitarre funky e testi
disimpegnati: era questa la cifra sti-
listica della disco, un genere odiato
snobisticamente dalla critica, ma che
non è mai passato di moda, anzi, è l’ori-
gine, oltre che la fonte di ispirazione, di
tutta la musica dance di ieri (Madonna)

PIACERI_MUSICA IMMORTALE


In alto i Bee Gees, band
simbolo della disco music.
Loro la canzone Night Fever,
colonna sonora del film
la Febbre del sabato sera
con John Travolta (sopra).

Il tempio della disco music
è stato lo Studio 54, locale
di New York (chiuso nel 1986)
che dal 1974 ha visto passare
tutte le star di una generazione,
da Liza Minnelli a Elton John
passando per Andy Warhol.
La foto simbolo (a sinistra)
è Bianca Jagger (moglie di Mick
dei Rolling Stones) che entra
in pista su un cavallo bianco.
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