18 Giovedì 14 Novembre 2019 Il Sole 24 Ore
Finanza
Mercati
L’Abi cambia regolamento
interno e torna all’era pre-
Mussari. E l’attuale presidente,
Antonio Patuelli, si appresta ad
essere riconfermato fino al
—Servizio a pagina
Banche
Abi modifica
lo statuto,
Patuelli verso
il quarto mandato
Il patron di Tesla, Elon Musk,
ha lanciato la sfida europea
annunciando la costruzione di
un maxi stabilimento del
gruppo a Berlino. Sarà
operativo dal
Auto
Tesla, maxi
stabilimento
in Germania
dal 2021
+Il servizio e i dettagli sul
sito internet
ilsole24ore.com
Laura Serafini
I fondi infrastrutturali invitati a par-
tecipare alla selezione per l’acquisi-
zione di Open Fiber dovranno pre-
sentare un’offerta articolata che vada
oltre il perimetro della società con-
trollata da Enel e Cdp. Nel confiden-
tially agreement inviato a una decina
di fondi, italiani ed esteri, è richiesta
la presentazione di un’offerta econo-
mica relativa al % del capitale di
Open Fiber ma anche alla rete secon-
daria in fibra di Telecom, quella che
collega i cabinet alle case. Le offerte
non vincolanti dovranno essere pre-
sentate entro martedì novembre.
Non è ancora ben chiaro quale potrà
essere l’esito: gli advisor che stanno
lavorando all’operazione, tra cui Vi-
tale e Rothschild per conto di Tim,
Credit Suisse per Cdp e Jp Morgan
per Open Fiber, ragionano su valuta-
zioni per la società controllata da Cdp
e Enel attorno o poco sopra miliardi
di euro e per la rete di Telecom fino a
un miliardo di euro. L’idea, in pro-
spettiva, è quella di metter a fattor
comune le reti in fibra delle due so-
cietà per poi procedere a un’ulteriore
e diversa separazione in due. In tutto
questo scenario, va ribadito, il convi-
tato di pietra è Enel, che non sta par-
tecipando alla selezione dei fondi,
tantomeno si è sbilanciata in modo
chiaro sulle proprie intenzioni e la
sua tattica sembra piuttosto prende-
re tempo. Del resto, se Enel non ac-
cetta di vendere, tutto il film si ferma.
Ciononostante, gli advisor hanno
cercato di portarsi avanti studiando
una soluzione che superi le eventuali
obiezioni antitrust rispetto al fatto
che un operatore verticalmente inte-
grato come Tim controlli anche la re-
te unica in fibra, anche la parte sulle
aree bianche assegnate con gare In-
fratel a un player come Open Fiber
che invece fa solo vendita all’ingros-
so. L’ipotesi sulla quale si lavora è la
suddivisione della rete in fibra in due
società: una dedicata alle aree bian-
che, in cui il controllo potrebbe esse-
re assunto in maggioranza da Cdp e
dai fondi. E un’altra in cui conferire
la rete delle aree cosiddette A e B, il
cui controllo potrebbe essere dete-
nuto da in maggioranza da Tim e
Cdp e in minoranza dai fondi. La so-
stenibilità e la redditività del busi-
ness una volta riseparata in due la
rete potrebbe essere il punto di de-
bolezza del piano, anche perchè il
coinvolgimento dei fondi infrastrut-
turali per riuscire a fissare un prezzo
“terzo” di Open Fiber (rispetto a Enel
e Cdp che non riuscivano a trovare
un accordo) faceva perno sul fatto
che una rete unica della fibra avreb-
be potuto esprimere nel tempo un
valore molto più elevato.
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LA PARTITA TLC
Open Fiber, nel pacchetto di offerta
anche la rete secondaria di Telecom
Fondi invitati a presentare
una proposta per l’asset
del gruppo che vale miliardo
Focus sull’Europa.
Tesla, in Germania
un maxi stabilimento
C’è il rischio di un nuovo stallo nella trattativa per il salva-
taggio di Alitalia. A una settimana dalla scadenza del ter-
mine del novembre per la presentazione ai commissari
dell’offerta finale di acquisto della compagnia non è ancora
stata individuata la soluzione.
Le trattative proseguono in due direzioni e coinvol-
gono Ferrovie dello Stato come capofila. Poi ci sono
Atlantia come potenziale socio della Newco Nuova Ali-
talia che dovrebbe avere la stessa quota di Fs (% o
,%) e un partner industriale estero tra Delta o Luf-
thansa. Il quarto socio della Newco sarebbe il ministero
dell’Economia, con il % circa.
Secondo le condizioni che sono state poste
dai cda di Fs e di Atlantia deve essere individuato
«un partner industriale che partecipi al capitale
della Newco con una quota significativa».
Solo Delta, che si è ingaggiata nell’operazione
da febbraio raggiungendo un’intesa prelimina-
re con Fs, ha dato la disponibilità a investire nel
capitale della Newco, milioni di euro. Questo
corrisponderebbe al % del capitale, previsto in
un miliardo. Delta invierà nei prossimi giorni la
lettera finale con gli impegni su Newco e piano
industriale. Una lettera che potrebbe contenere
alcune novità positive.
Lufthansa invece è disposta solo a «un’ampia
partnership commerciale», un’alleanza che non
prevede risvolti azionari. Lo ha ribadito il no-
vembre l’a.d. Carsten Spohr nella conferenza
stampa sui conti trimestrali.
«Prima i tagli. Solo dopo potremmo considerare un in-
vestimento in un’Alitalia ristrutturata», è il messaggio dei
tedeschi. Lufthansa sarebbe disponibile a entrare solo in
un’Alitalia più piccola, possibilmente senza la manuten-
zione e i servizi di handling di Fiumicino. Il piano origina-
rio dei tedeschi prevede . esuberi, «un piano ovvia-
mente non accettabile», l’ha definito il ottobre il mini-
stro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. Il piano
fatto da Delta con Fs prevede circa . esuberi.
A questo punto entra in gioco Atlantia. La holding dei
Benetton non è soddisfatta del piano Delta-Fs. Vuole una
maggior apertura ad Alitalia nelle rotte verso il NordA-
merica e nell’alleanza transatlantica Blue Skies. Inoltre
Atlantia chiede maggior impegno nell’equity e la garan-
zia che Delta partecipi a future ricapitalizzazioni. Difficile
che Delta faccia tutte queste concessioni, ma qualche
miglioramento potrebbe esserci.
A quel punto Atlantia dovrebbe scegliere se accettare o
no. Atlantia si è mostrata filo-Lufthansa, in questo modo
ha anche guadagnato tempo, mentre attende dal governo
risposte sul dossier che preoccupa molto i Benetton, salva-
re la concessione di Autostrade per l’Italia che il MS vor-
rebbe revocare. Lufthansa avrà un cda lunedì . Ma do-
vrebbe riconfermare la posizione già espressa da Spohr e
quindi rimarrebbe fuori gioco.
Se questo sarà il quadro tra qualche giorno, non ci sa-
rebbe più spazio per rilanci. Se non si facessero la Newco
e l’offerta entro il , il salvataggio potrebbe saltare.
—Gianni Dragoni
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TRASPORTO AEREO
Alitalia.
Fase finali
nella trattativa
per il salvataggio
della compagnia
VERSO LA SCADENZA DEL 21 NOVEMBRE
Alitalia, rischio
di un nuovo stallo
nella trattaiva
Mediobanca, ora Del Vecchio
approva piano Nagel e risultati
PIAZZETTA CUCCIA
A sorpresa il patron
di Luxottica cambia linea
all’insegna della «stabilità»
Delfin non avrebbe
accantonato l’idea
di salire al % con l’ok Bce
Antonella Olivieri
Le dichiarazioni di Leonardo Del
Vecchio su Medibanca sono piovute
out of the blue ore dopo la presen-
tazione del piano, senza che ci sia sta-
to ancora alcun contatto con l’ad Al-
berto Nagel. «Il piano di Mediobanca
presentato dall’amministratore dele-
gato Alberto Nagel presenta obiettivi
sfidanti che vanno nella direzione
auspicata da Delfin - ha dichiarato
Del Vecchio in una nota scritta, ag-
giungendo di «apprezzare lo sforzo
fatto dal management» e di essere
«soddisfatto dei risultati economici
raggiunti» dall’istituto. Ovviamente
in Piazzetta Cuccia sono ben contenti
che il piano sia piaciuto anche al pri-
mo azionista. Tuttavia sorprende la
svolta a U del giudizio sulla gestione
della banca, dato che il piano presen-
tato martedì è assolutamente in linea
con i precedenti. Acquisizioni mirate
che non richiedano di dover battere
cassa agli azionisti, come è stato fatto
negli ultimi anni con Cairn, gli spor-
telli Barclays in Italia, Banca Esperia,
Ram e da ultimo Messier Maris. Svi-
luppo del wealth management, area
in cui Mediobanca è entrata solo re-
centemente e che va portata alla red-
ditività più alta del settore. Presidio
del consumer banking con Compass,
che è nata come creatura di Cuccia. E
investimento stabile in Generali, la
cui quota potrà essere eventualmen-
te intaccata solo in presenza di opera-
zioni di grossa rilevanza che però al
momento non si vedono. Il tutto per
sostenere l’attività storica di invest-
ment banking e compensarne la cicli-
cità. Del Vecchio in precedenza aveva
criticato pubblicamente l’eccessiva
dipendenza da Generali e Compass e
aveva indicato la via delle acquisizio-
ni per far crescere la banca d’affari.
Reuters martedì sera - citando tre
fonti vicine alla vicenda - spiegava
che Del Vecchio «ritiene responsabili
Nagel e l'ad di Generali Philippe Don-
net del cattivo andamento del titolo
Generali rispetto a quello di concor-
renti come Allianz o Axa». Cosa sia
cambiato nel frattempo non è chiaro,
anche perchè unica vera novità del
piano di Piazzetta Cuccia è il promes-
so aumento del % della remunera-
zione degli azionisti, tra dividendi e
buy-back. Ma questo non è tra gli ele-
menti citati nella nota dal patron di
Luxottica, che prosegue: «Medioban-
ca e Generali rappresentano un pezzo
strategico del nostro sistema econo-
mico e hanno bisogno di stabilità; per
questo il mio obiettivo è contribuire
a creare un azionariato stabile che
aiuti le società a crescere e avere suc-
cesso nel mondo. All’Italia servono
investitori e imprenditori in grado di
sviluppare le sue imprese. Sono un
imprenditore italiano e il mio percor-
so testimonia, da sessant’anni e con
fatti concreti, il mio amore e l’attacca-
mento per questo Paese. È con tale
spirito che, sostenuto dalla mia fami-
glia, ho deciso di realizzare questo in-
vestimento in un settore in cui l’Italia
deve giocare da protagonista».
L’impressione è che Del Vecchio
non abbia accantonato l’idea di salire
al %, ma per farlo occorre l’ok di
Bce che difficilmente darebbe il via
libera a iniziative ostili. Storicamen-
te, dalla sua privatizzazione Medio-
banca non ha mai avuto un singolo
azionista con una quota superiore al
%, questo anche per garantire au-
tonomia nell’operato della banca
d’affari nei confronti dei clienti. L’An-
titrust era intervenuto a disporre la
cessione della quota nel portafoglio
di Capitalia quando quest’ultima si
era fusa in UniCredit. Oggi tra il patto
che ha il ,% e Delfin che sfiora il
%, l’azionariato stabile italiano è
già vicino alla soglia dell’Opa che per
Mediobanca è del %. Nagel ha ripe-
tuto anche martedì, commentando
l’uscita dal capitale di UniCredit, che
l’auspicio è che si vada verso una
«normalizzazione dell’azionariato»,
cioè verso un azionariato fatto da isti-
tuzionali come è la norma per tutte le
banche europee. In teoria questo do-
vrebbe garantire l'autonomia, che è
l’ingrediente essenziale per il busi-
ness di una banca d’affari.
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Mediobanca. Alberto Nagel, amministratore delegato di Piazzetta Cuccia