Il Sole 24 Ore - 14.11.2019

(Brent) #1

Il Sole 24 Ore Giovedì 14 Novembre 2019 9


Politica


«Piani anticorruzione


e subappalti versione Ue,


Anac operativa a pieno»


Mauro Salerno


Giorgio Santilli


L’


addio di Raffaele Canto-


ne «non ha lasciato


un’Autorità dimezza-
ta». Anzi. «Siamo pie-

namente operativi e non


ci limiteremo all’ordinaria ammi-
nistrazione». Francesco Merloni,

alla sua prima uscita pubblica da


numero uno dell’Anticorruzione,
dopo il ritorno in Cassazione del

magistrato campano, manda senza


troppi giri di parole un primo se-
gnale forte nei confronti di chi si

attendeva un "calo di attenzione"


dell’Anac.
In attesa della nomina di un

nuovo presidente (l’attuale consi-


glio scade a luglio ), la posi-
zione di Merloni al vertice dell’Au-

torità è stata blindata grazie a un


parere dell’Avvocatura dello Stato
che garantisce che a Merloni, in

qualità di consigliere anziano,


vanno anche i poteri attribuiti in
via esclusiva al presidente («poteri

monocratici», in sostanza il potere


di proporre ai prefetti il commissa-
riamento degli appalti a rischio

corruzione). Un’ulteriore copertu-
ra normativa potrebbe arrivare con

un emendamento ad hoc in uno dei


provvedimenti al vaglio del Parla-
mento, dopo un tentativo andato a

vuoto con il decreto ministeri.


In che direzione andrà la "nuo-
va" Anac?

Ci muoveremo in assoluta conti-


nuità rispetto alla linea tracciata
negli ultimi anni. E non ci limitere-

mo a gestire una transizione. Oggi


(ieri per chi legge, ndr) abbiamo
approvato un atto di segnalazione

a Governo e Parlamento sul subap-


palto, dove proponiamo di ade-
guarci alle indicazioni della Corte

Ue senza però aprire tout court alla


libertà di subaffidamento integra-


le, e anche il nuovo Piano naziona-


le anticorruzione che guiderà le
amministrazioni per il periodo

-.


Il decreto sblocca-cantieri ha
tolto all’Anac il potere di regola-

zione sui contratti pubblici, che


anche Cantone ha infine giudicato
eccessivo. Torna il regolamento

sugli appalti al posto delle vostre


linee guida. Una riduzione dei vo-
stri poteri, si direbbe.

L’idea di guidare operativamente


il mercato con una formula di soft
regulation non è un’invenzione

dell’Anac ma del legislatore. La


scelta di tornare a un regolamento
rigido e vincolante è nei fatti, ma

merita forse una riflessione più


ampia, che riguarda la capacità
della Pa di compiere scelte autono-

me. La soft law doveva dare alle
amministrazioni appaltanti una

maggiore discrezionalità, ma la


strategia ha fallito perché è venuto
a mancare il pilastro su cui doveva

appoggiarsi questa riforma, cioè la


qualificazione e la razionalizzazio-
ne delle stazioni appaltanti. Le no-

stre Pa non hanno la struttura per


reggere a un cambio di passo di
questo tipo.

Troppi piccoli centri di potere e


poche competenze?


Abbiamo ottomila Comuni di cui


. sotto i tremila abitanti. Que-
sto è parte della riflessione. La più

grande manovra anticorruzione è


darsi una buona amministrazione.
Senza agire su questo fronte sa-

ranno votati all’insuccesso anche
altri progetti di innovazione dei

nostri apparati pubblici. Penso ad


esempio ai piani di digitalizzazio-
ne. Quanto al nuovo regolamento

appalti, vediamo come sarà strut-


turato. Che dimensione avrà, che
qualità avrà e se porterà a una sem-

plificazione.


Matteo Renzi ha rilanciato
l’idea di un grande piano infra-

strutturale con l’Anac nel ruolo


di graranzia sugli appalti, sul
modello Expo di Milano. Che ne

pensa?


Quella di un piano staordinario è
una discussione che ritorna oltre le

singole posizioni. L’Expo ha fun-


zionato e la vigilanza collaborativa
è uno strumento che da allora si è

rivelato molto utile, da usare


quando possibile. Ma il nostro ruo-
lo è quello di fare vigilanza indi-

pendente e non possiamo farlo in-


seguendo i commissari, come di-
mostra il caso Genova, dove alla fi-

ne il protocollo firmato con il


commissario è decaduto perché
non ha alcun senso controllare la

correttezza di atti già formalizzati.


Bene l’idea di un piano straordina-
rio, ma se questo presuppone il ri-

corso frequente a commissari a de-
roghe, dobbiamo ricordare che ab-

biamo sempre espresso perplessi-


tà di fronte a ipotesi di questo tipo.
Tra i vostri compiti c'è anche

quello di ridurre la litigiosità negli


appalti, fornendo pareri preventi-
vi alle imprese e alle Pa. Bel pro-

getto, che però vi ha attirato non


poche critiche per la mancanza di
tempestività delle risposte.

È un problema che abbiamo avuto


all’inizio. Quest’anno abbiamo ri-
sposto a  quesiti sempre nel

termine dei  giorni previsti. Ab-


biamo anche dato un assetto sta-
bile all’Autorità. Anche da un

punto di vista amministrativo. A


metà  tutto il personale sarà
inquadrato secondo le nuove re-

gole. L’Autorità Anticorruzione


c’è e agisce. Risponderemo con i
fatti a chi dice che si starebbe me-

glio senza.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

«Continuità con Cantone,


non faremo solo ordinaria


amministrazione»


«Piano straordinario per i


cantieri? Bene ma senza


commissari e deroghe»


FRANCESCO
MERLONI
Nuovo
presidente
Anticorruzione

OBIETTIVO 2020


La nascita dell’Anac


Nata nel 2014 l’Anac è stata
affidata a Raffaele Cantone, che ha

annunciato le dimissioni a fine


luglio in polemica con i tentativi di
rivedere al ribasso i poteri

dell'Autorità


Passaggio di consegne


In attesa del nuovo presidente
(scadenza luglio 2020) al vertice è

salito il consigliere Francesco


Merloni. Docente di diritto
amministrativo a Perugia fino al

2015 è stato anche nella


commissione che portò alla legge
anticorruzione («legge Severino»).

La cybersicurezza è legge,


obblighi anche per le Pmi


Marco Ludovico


ROMA

Diventa legge il disegno di legge


sulla sicurezza cibernetica. L’ok fi-


nale, a Montecitorio, è stato della
maggioranza, astenuta l’opposzio-

ne. Si converte il decreto legge pro-


posto dal governo presieduto da
Giuseppe Conte: il fondamento è

l’istituzione di un “perimetro” na-


zionale dove entro quattro mesi si
faranno rientrare le amministra-

zioni pubbliche, gli enti e gli opera-


tori nazionali - pubblici e privati -
obbligati a tutelarsi contro le mi-

nacce informatiche.


Sono enti e amministrazioni
pubbliche e private che svolgono

una funzione essenziale per lo Sta-
to o un servizio essenziale per le at-

tività civili, sociali ed economiche


nazionali. Nel “perimetro” ci saran-
no infrastrutture strategiche, Ose

(operatori di servizi essenziali) e


anche gli Fsd (fornitori di servizi di-
gitali). Non tutti subito, sarebbe

impossibile. La previsione è di co-


minciare con circa un centinaio di
soggetti, i più a rischio. La partenza,

lo dice testualmente la legge, sarà


infatti «graduale». Diventano ob-
bligatorie le segnalazioni di attacco

informatico: andranno fatte al Csirt


(computer security incident response
team), un organismo appena istitu-

ito con un Dpcm presso il Dis (Di-


partimento informazioni e sicurez-
za, si veda IlSoleOre del  no-

vembre).


Il Dis svolge così un ruolo cen-
trale di coordinamento e controllo

dei processi di monitoraggio e ge-
stione degli attacchi. Lo scenario è

molto ampio: basti solo pensare


che per l’attuazione della direttiva
europea Nis (network and infor-

mation security) - stabilisce i requi-


siti minimi per la sicurezza infor-
matica per gli operatori di servizi

essenziali e servizi digitali - sono


stati conteggiati più di  Ose.
Il testo - relatori Emanuele Fia-

no (Pd) ed Emanuele Scagliusi


(MS) - prevede l’affidamento di
beni e servizi a rischio informatico

ai soggetti rientranti nel perimetro


con regole stringenti rinviate a un
altro decreto del presidente del

Consiglio da approvare entro dieci


mesi. Un altro dpcm definirà le ca-
ratteristiche di questi beni per po-

ter passare i test del Cvcn, il centro


di valutazione e certificazione na-
zionale presso il Mise (ministero

dello sviluppo). È in ballo, va detto,


una questioni di costi di rilievo a ca-
rico di numerose piccole e medie

imprese del settore informatico
fornitrici di beni e servizi in affida-

mento ai soggetti in arrivo nel peri-


metro. È stata sollevata più volte
l’ipotesi di agevolazioni fiscali lega-

te a questi oneri ma finora non ha


avuto seguito. Ci sono anche san-
zioni severe: rischia da uno a tre an-

ni di carcere chi falsifica oppure


omette le comunicazioni sugli
elenchi delle reti, servizi informati-

ci e informativi. Per gli illeciti am-


ministrativi si parte da un minimo
di mila euro fino a un massimo

di .. euro.


La maggior parte delle norme at-
tende dunque decreti attuativi ma

entra subito in vigore la facoltà del


presidente del Consiglio di disatti-
vare apparecchi o prodotti in caso

di attacchi con rischio grave e im-


minente per la sicurezza nazionale.
Partono nell’immediato anche le

disposizioni per estendere le nor-


me sul “perimetro” alle imprese nel
settore del G. E quelle sulla golden

power recuperate da un disegno di


legge del precedente governo Con-
te. Il potere del governo può essere

esercitato contro «soggetti esterni
all’Unione europea» intenzionati

all’acquisizione azionaria di società


nazionali di infrastrutture critiche,
gestione dati, e finanziarie come

Borsa spa. Il potere di veto si esten-


de dalle sole «delibere» alla «ado-
zione di atti o operazioni».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

OK DELLA CAMERA


Partono subito le norme


su golden power e imprese


nel settore del G


Durata dei processi fino a tre anni


Ecco la bozza di riforma della giustizia


IL DDL BONAFEDE


Maggiore impulso ai riti


alternativi: ora aggiunto


anche il patteggiamento


Giovanni Negri


Durata dei processi a misura di


complessità. Sino a un minimo di 
anni per quelli di competenza del

giudice unico penale. Lo stabilisce


l’ultima bozza del disegno di legge
sulla riforma della giustizia, quella

inviata ai partiti di Governo e quella


sulla quale il ministro della Giusti-
zia Alfonso Bonafede chiama la

maggioranza al confronto in un


vertice che potrebbe svolgersi già
oggi. Il testo era già stato approvato

a fine luglio dall’allora maggioran-


za gialloverde, come di frequente
per le partite più delicate con la for-

mula “salvo intese”, formula che in


realtà nascondeva un forte dissenso
sull’efficacia delle misure messe in

campo per accelerare i processi, so-


prattutto quelli penali. Perché, al-
l’orizzonte, ora come allora, c’è la

ormai prossima entrata in vigore,
dal °gennaio, della nuova modalità

di calcolo della prescrizione, che ne


congela il decorso una volta chiuso


il giudizio di primo grado.
Il testo intanto è stato sottoposto

a cambiamenti che vanno ben oltre


una risistemazione da parte dell’uf-
ficio legislativo del ministero della

Giustizia. A partire da una più arti-


colata predeterminazione della du-
rata dei processi, sia penali sia civili.

Ora, infatti si prevede una durata


non superiore a  anni ( per il pri-
mo grado,  per l’appello,  per la

cassazione, come stabilito dalla leg-


ge Pinto) per i procedimenti penali
a più elevato tasso di complessità,

per esempio quelli in materia di cri-


minalità organizzata e terrorismo,
ma anche i più gravi delitti contro la

pubblica amministrazione (corru-
zione, concussione, indebita indu-

zione) e l’economia (falso in bilan-


cio, bancarotta). La durata, sempre
nel penale scende a  anni comples-

sivi per i fascicoli di competenza del


giudice unico, con l’ulteriore preci-
sazione che, dal , la durata

complessiva scenderà ancora sino


a  anni,  anno per grado di giudi-
zio. A  anni è prevista la durata per

i residui giudizi attribuiti al tribu-


nale in composizione collegiale.
Quanto al civile, la durata base

dovrà essere di  anni, ma  per le


cause in materia di lavoro e previ-


denza, di separazione personale dei
coniugi, di cessazione degli effetti

civili del matrimonio.


A presidiare l’effettività dei ter-
mini e il fatto che il giudice dovrà

adottare le misure organizzative
per rispettarli c’è la leva dell’illecito

disciplinare, che scatterà quando,


per negligenza, l’autorità giudizia-
ria si sia resa responsabile dello sfo-

ramento dei limiti in almeno un


quinto dei fascicoli, civili o penali,
di cui è titolare.

Ma nel testo trova posto anche


un maggiore impulso ai riti alterna-
tivi, dove a quanto già era stato pre-

visto per dare più appeal all’abbre-


viato, tagliando i casi in cui la con-
cessione è subordinata all’integra-

zione probatoria, ora viene


aggiunto anche il patteggiamento.
In buona sostanza, la nuova versio-

ne del disegno di legge prevede che


aumenti sino a  anni di reclusione,
solo o abbinata a pena pecuniaria,

il limite di pena applicabile su ri-


chiesta delle parti. Contestualmen-
te si introduce però l’esclusione da

questo allargamento dei reati di


omicidio e istigazione al suicidio.
Ma modifiche sono state previste

anche per i casi di inappellabilità,


mentre la scansione della durata
delle indagini preliminari è quella

già prefigurata in estate con il pre-


sidio della discovery anticipata per
le inerzie del pm.

Dal Pd già un pacchetto di richie-


ste di intervento ulteriore è stata
messa a punto e oggi potrebbe es-

sere presentata nel vertice con Bo-


nafede. L’obiettivo è di trovare al
più presto una sintesi, visto che il

tentativo di disinnescare la bomba


prescrizione, malgrado le rassicu-
razioni di Bonafede sul fatto che

l’intervento comincerà a produrre


effetti solo tra qualche anno, perde
di credibilità man mano che il tem-

po passa. Tanto più che in commis-


sione Giustizia alla Camera, nei
prossimi giorni, sarà in discussio-

ne, in quota opposizione, un dise-


gno di legge di un solo articolo per
bloccare la riforma che per i  Stelle

in generale e per Bonafede in parti-


colare è invece ormai un punto
identitario. Un provvedimento sul

quale potrebbero alla fine conver-
gere anche i non pochi scontenti

della maggioranza, se una soluzio-


ne non verrà trovata nei prossimi
giorni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Mafia e corruzione:


due anni per l’Appello


I NUOVI TEMPI DEI PROCEDIMENTI PENALI E CIVILI


Giudice unico, dal 2022


un anno per ogni grado


Tribunale collegiale.


tempi più ampi


Lavoro e divorzio:


processo in 4 anni


6
Anni

È il tempo previsto per i processi


penali particolarmente
complessi, che riguardano

materie di criminalità organizzata,


terrorismo, reati contro la
Pubblica amministrazione e di

tipo finanziario, come le
corruzioni e i falsi in bilancio

4
Anni

La bozza di riforma prevede di far


scendere a 4 anni la durata dei
procedimenti di tipo penale che

ricadono sotto la competenza del


giudice unico. Dal 2022 è stato
previsto che la durata dovrà

scendere a 3 anni: un anno per
ogni grado di giudizio

5
Anni

Stando al documento inviato ai


partiti di Governo, la durata dei
vari processi attribuiti ai tribunali

in composizione collegiale dovrà


essere pari a 5 anni. Il termine è
stato previsto per tutti i giudizi

residui rispetto a quelli già
disciplinati nella bozza

6
Anni

Nella riforma sono stati previsti


nuovi e più incisivi interventi in
tema civile. In particolare la

durata del processo dovrà essere


pari a 6 anni. Per determinate
materie: lavoro e previdenza,

separazione e cessazione del
matrimonio, si scende a 4 anni

INTERVISTA


FRANCESCO MERLONI


http://www.nctm.it


9.30 - 9.


Saluti


Luigi Croce, Partner, Nctm Studio Legale


9.40 - 10.


Introduzione | Un quadro sul settore


Monica Badin, Real Estate Consultant Hospital


Department, World Capital Group


10.00 - 11.


Tavola rotonda 1 | I trend, la redditività


e le prospettive dell’ospitalità


Marco Zalamena, Partner, Head of Hospitality, EY


Claudia Bisignani, Head of Hotels & Hospitality Italy,


Jones Lang LaSalle


Francesco Calia, Senior Director, Head of Hotels Italy,


CBRE


Dario Leone, Partner, Head of Hospitality Italy,


Cushman & Wakefi eld


11.30 - 12.


Tavola rotonda 2 | La visione degli investitori


e degli operatori


Salvatore Ciccarello, DG, Cattolica Immobiliare


Giampiero Schiavo, CEO, Castello SGR


Marco Sangiorgio, DG, CDP Investimenti SGR


Maurizio Saccani, Director of Operations,


Rocco Forte Hotel


Francesco Cefalu, Regional Development Director,


Head of EMEA & South , Mandarin Oriental Hotel Group


Moderatore:


Paola Dezza, giornalista, Il Sole 24 Ore


Interverrano i Partner di Nctm Studio Legale


Bruno Fondacaro, Paolo Lazzarino, Christian Mocellin e
Rosemarie Serrato

Per partecipare contattare [email protected]


Hotel, una asset class


tra boom di investimenti


e frammentazione del mercato


26 novembre


2019


ore 9:30 Nctm


Studio Legale


Via Agnello 12

Free download pdf