roma — L’evasione fiscale e contri-
butiva in Italia è ben più dei 109 mi-
liardi l’anno calcolati dal ministero
dell’Economia: viaggerebbe sui 130
miliardi, il 7,7% del Pil, un livello
drammaticamente superiore a quel-
lo dei nostri concorrenti. La sti-
ma-choc viene da Carlo Cottarelli,
che con i tecnici dell’Osservatorio
sui conti pubblici da lui diretto pres-
so la Cattolica, ha rifatto i calcoli.
Cottarelli, perché questo brusco
peggioramento rispetto alle stime
precedenti, già abbastanza
allarmanti?
«Le stime sono state predisposte
dalla commissione presieduta da
Enrico Giovannini, che ha lavorato
con grande meticolosità e rigore. Non
coprono però, come chiaramente
indicato dalla relazione stessa, tutte
le tasse e i contributi. Trattandosi di
valutazioni ufficiali oggetto di analisi
anche in sede europea, però, non
sono inserite nella stima
dell’evasione alcune voci per cui non
erano disponibili informazioni
complete. Fra queste, la più cospicua
è quella dei contributi non versati
che riguardano i lavoratori
autonomi. Noi abbiamo considerato
l’alta evasione che caratterizza l’Irpef
da lavoro autonomo, che la
commissione stima intorno al 68%
delle tasse che teoricamente
dovrebbero essere pagate (contro
circa il 3,6% dei dipendenti). È
verosimile che l’evasione degli oneri
sociali corrispondenti sia altrettanto
elevata. Inoltre, sempre per motivi di
incertezza delle stime, non viene
calcolata l’evasione per altri tributi
minori come le imposte ipotecarie e
altre tasse sugli immobili, le imposte
su tabacchi, quelle su bollo e
assicurazioni. Mettendo tutto
insieme si arriva facilmente a una
evasione di almeno 130 miliardi».
Nel corso degli anni si è registrata
una lieve riduzione dell’evasione.
Aumentando la base imponibile e le
tasse che dovrebbero essere
pagate teoricamente l’evasione
percentuale si riduce un po’. È così?
«Sì, anche se, inutile dirlo, la
riduzione dell’evasione è del tutto
insufficiente. Dal 2012 al 2016 la
propensione al cosiddetto “gap”, cioè
l’evasione come percentuale di
quanto dovrebbe essere
effettivamente versato, è scesa dal
22,1 per cento al 21,4%. Ma ci sono
differenze fra imposta e imposta:
l’evasione dell’Iva per esempio è
stimata nel 2016 al 27%: pensate che
negli anni ’80 era tra il 35 e il 40%. In
altri comparti il recupero è
assolutamente insufficiente. È
comunque confortante pensare che
l’evasione non si è impennata negli
anni della crisi, contrariamente a
quanto accade in momenti di
difficoltà economica».
Se lei fosse al governo cosa
farebbe per combattere
l’evasione?
«Metterei una pietra sopra alla
stagione dei condoni. Siamo rimasti
l’unico Paese occidentale, insieme
alla Grecia, con questa malsana
abitudine. La certezza che prima o
poi arriverà un condono totale o
parziale, è un sicuro viatico
all’evasione di massa. È vero, di non
farne più l’hanno promesso
praticamente tutti i governi, però
l’hanno fatto “in coda” a qualche
condono. Anche il centrosinistra di
Renzi purtroppo ha ceduto a questa
tentazione con la voluntary
disclosure e la rottamazione delle
multe. Certo, c’è condono e condono
e altri governi hanno fatto ben di
peggio. È una questione di
credibilità. Intendiamoci: in tutto il
mondo esiste la possibilità di
negoziare e rateizzare un pagamento
dovuto, purché ci si presenti
all’autorità amministrativa e si
dimostri che si è evaso perché era
proprio impossibile pagare. È ben
diverso dal condono all’italiana che
riguarda tutti indistintamente».
Altre misure? Cosa pensa della
proposta sulle manette?
«Mah, aumentare le pene, come
viene suggerito per i grandi evasori,
servirebbe come segnale, ma poi è la
pratica che conta. Ricordo che anche
ora c’è il reato penale con l’arresto
per gli evasori, e oggi 200 persone
sono in carcere. Peraltro si dice che in
America si finisca in galera con
facilità, ma a dire il vero risulta che
non più di 300 evasori siano dietro le
sbarre, addirittura meno che in Italia
facendo le proporzioni. Ma quello
che in America, così come nel nord
Europa, funziona meglio, sono i
controlli: capillari e oggettivi. Senza
sconti. Perché lo siano anche da noi
occorre intanto intensificarli, e poi
cercare di centralizzarli il più
possibile. Infine, credo che siano utili
misure come la fatturazione
elettronica. La tracciabilità dei
pagamenti è essenziale. Certo, i limiti
al contante non sono un toccasana
ma sono anch’essi un segnale».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
L’intervista
Cottarelli
“La vera evasione fiscale
è arrivata a 130 miliardi
Basta con i condoni”
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di Roberto Petrini
ROMA — Il ministro dell’Economia
Roberto Gualtieri frena l’aumento
delle tasse sulle auto aziendali. I
dubbi del titolare del Tesoro sono
emersi già durante il vertice di Palaz-
zo Chigi di mercoledì quando Gual-
tieri ha cercato di stoppare la norma
proposta dalla viceministra dell’Eco-
nomia, la grillina Laura Castelli. Do-
po una giornata di tensione il mini-
stro ha imposto la sua linea di modi-
fica della norma: la quota di imponi-
bile sulle auto aziendali ibride resta
al 30% del valore convenzionale,
per le altre salirà al 60% (come da
media Ocse) mentre per le super in-
quinanti sarà al 100%. Esclusi dagli
aumenti i veicoli usati a fini com-
merciali. Visto il peso di Via Venti
Settembre, e nonostante i 500 milio-
ni di gettito garantito, la misura sarà
dunque ammorbidita con la nuova
griglia comunicata dal Tesoro pri-
ma di arrivare in Parlamento. Del re-
sto ieri voci contro il provvedimen-
to si sono levate dal Pd, da Italia Vi-
va e dai grillini con Buffagni.
Nelle ultime ore l’aumento delle
tasse, quasi triplicate, su circa 2 mi-
lioni di detentori di auto aziendali
hanno provocato proteste dalle cate-
gorie interessate. In una nota con-
giunta delle principali associazioni
del settore automotive, ovvero An-
fia, Assilea, Federauto e Unrae si de-
finisce la proposta, che aumenta il
prelievo del 300 per cento, «vessato-
ria» e denuncia il rischio di «collas-
so» per il settore. Le associazioni se-
gnalano anche che non è vero che le
auto aziendali siano in uso solo a fa-
sce alte di reddito, in quanto in ter-
mini quantitativi dominano modelli
come la Panda e la 500L e sono diffu-
se in grandi e piccole imprese.
Dalla manovra arriva anche un mi-
ni aumento per 2,8 milioni di pensio-
nati che percepiscono un assegno
tra i 1.522 e i 2.029 euro, cioè tra tre e
quattro volte il minimo. Nel prossi-
mo biennio, come indica l’articolo
58 della bozza della legge di Bilan-
cio che ormai sembra “stabilizzato”,
questa fascia di pensionati, che era
rimasta fuori dalla rivalutazione pie-
na all’inflazione con la Finanziaria
dello scorso anno, godrà di un ade-
guamento al costo della vita del 100
per cento invece che del 97 per cen-
to. La misura non è piaciuta ai sinda-
cati. «È un’elemosina», ha dichiara-
to il leader Spi-Cgil Ivan Pedretti
che valuta in poco più di 3 euro l’an-
no (25 centesimi al mese) l’aumento.
Agitazione anche nel mondo dei
Tir dove l’Unatras di Uggè ha decre-
tato il blocco, senza annunciare an-
cora data e modalità: nel mirino è la
cancellazione degli sgravi sul gaso-
lio da autotrazione che da Euro2 pas-
sa ad Euro 3 e nel 2021 investirà an-
che i veicoli Euro 4. Sul piede di
guerra anche i produttori di plastica
(1 euro al kg), per nulla rassicurati
dal fatto che le siringhe monouso so-
no fuori dal balzello, e le bevande
zuccherate (10 euro per ettolitro).
Cammina senza scosse invece la
lotteria degli scontrini: l’Agenzia
delle entrate ha diramato le regole,
resteranno fuori medici e farmacie.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
la manovra
Supertassa sulle auto aziendali
Gualtieri corregge Castelli e fa retromarcia
Per ibride ed elettriche non cambia nulla: solo il 30% del valore della vettura andrà sul reddito imponibile. Ma la quota
raddoppia per le altre e si triplica per le superinquinanti. Sindacati, no alla rivalutazione delle pensioni: “Un’elemosina”
Le proteste
Dagli autisti
ai pensionati
1
lAll’Economia
Il ministro
Roberto Gualtieri
ha detto che la
misura sulle auto
aziendali può
essere ancora
migliorata
di Eugenio Occorsio
Camion
L’associazione
dei camionisti
ha decretato
il blocco del
traffico delle
merci per la
cancellazione
degli sgravi
sul gasolio da
autotrasporto
Plastica e
zucchero
Le associazioni
dei produttori
di plastica e
zucchero
protestano per
le tasse
introdotte dalla
legge di Bilancio
per il 2020
Anziani
I sindacati
protestano
e definiscono
“una
elemosina”
la rivalutazione
prevista dalla
legge di Bilancio
pari a soli 3
euro l’anno
L’economia italiana ristagna. E
la disoccupazione sale quasi al
10%. I nuovi dati Istat
confermano ancora una volta le
difficoltà del Paese. Il Pil nel
terzo trimestre fa meglio delle
attese, sebbene non si allontani
dallo “zero virgola” a cui l’Italia
pare inchiodata da due anni:
+0,3% sull’anno contro l’1,1%
dell’area euro. Se anche l’ultimo
trimestre fosse a zero, il Pil del
2019 chiuderebbe a +0,2%,
meglio in ogni caso dello 0,1%
previsto dal governo. Tornano
a preoccupare le dinamiche nel
mercato del lavoro. La
disoccupazione risale al 9,9%,
confermando una perdita di 32
mila posti a settembre e una
crescita di contratti precari.
Potrebbero aver inciso anche il
reddito di cittadinanza e quota
100, visto che calano pure gli
occupati over 50.
Istat
Il Pil fa +0,3%
La disoccupazione
vola quasi al 10%
Macchine
Rivolta delle
maggiori
associazioni
del mondo
dell’auto per
l’aumento della
tassazione su
chi dispone
di un’auto
aziendale
Carlo Cottarelli
Nato nel 1954
a Cremona,
per 15 anni
al Fmi, dirige
l’Osservatorio
sui conti pubblici
alla Cattolica
. Venerdì,1 novembre^2019 Politica pagina^15