la Repubblica - 01.11.2019

(Michael S) #1
ASHWINI BHATIA/AP

di Raimondo Bultrini

Bangkok — Gli studenti giunti a
sentirlo in India dal Bhutan, dove si
preservano le antiche forme di bud-
dhismo tibetano, sono rimasti atto-
niti quando il XIV Dalai Lama ha
per la prima volta esplicitamente
demolito il mito secolare delle
“Reincarnazioni”. In un discorso di
due ore ha detto che l’intero siste-
ma tibetano è basato su un retaggio
feudale dominato da «reincarnati»


  • o tulku – che non sono sempre
    all’altezza, e di alcuni dei quali si
    «vergogna». Una svolta, la sua, dal
    sapore politico più che religioso.
    Per il repulisti storico, il Dalai La-
    ma intende cominciare dal suo li-
    gnaggio di re-monaco e da una tra-
    dizione che vede la sua figura sul
    trono dal 1642, così da togliere ai
    nuovi padroni del Tibet ogni prete-
    sto per sostituirlo d’ufficio. Già tre
    anni fa al New York Times, il Dalai,
    quasi col gergo degli ex nemici
    maoisti, disse: «Tutte le istituzioni
    religiose, tra cui il Dalai Lama, si so-
    no sviluppate in circostanze feuda-
    li, corrotte da sistemi gerarchici, e
    hanno cominciato a discriminare
    tra uomini e donne; sono giunti a
    compromessi culturali con leggi si-
    mili alla Sharia e al sistema delle ca-
    ste. Pertanto (con me), l’istituzione
    del Dalai Lama, con orgoglio, volon-
    tariamente, si è conclusa».
    Aveva del resto già detto le stesse
    cose nel suo pre-testamento risalen-
    te al 2011 quando compiva 76 anni:
    «Man mano che l’era degenerata
    pogredisce – scrisse – ... sempre più
    reincarnazioni di alti lama vengo-
    no riconosciute, alcuni per motivi
    politici» e «con mezzi inappropria-
    ti e discutibili», come la legge del
    governo per «certificare i Buddha
    viventi».
    Il leader spirituale dei tibetani è
    soltanto il più celebre tra i circa
    500 “tulku” di una delle 4 scuole
    del buddhismo tibetano dove tale
    riconoscimento si concede a uomi-
    ni e (rare) donne capaci di scegliere
    ora, luogo e futuri meritevoli geni-
    tori grazie al potere di preghiere e
    atti meritori. Ma dopo avere ricor-
    dato agli studenti che il titolo di
    reincarnato non è mai esistito
    nell’India del Buddha Sakyamuni,
    il Dalai ha attribuito anche alla sua
    ignoranza dei modelli democratici
    occidentali l’errore di credere da
    giovane nel sistema della casta di
    tulku.
    «Le istituzioni devono essere di
    proprietà della gente, non di un in-
    dividuo, come la mia stessa istitu-
    zione, l’ufficio del Dalai Lama», che
    dovrebbe «finire, o almeno cambia-
    re con i tempi che cambiano». Nel
    pre-Testamento spirituale dedica
    nove pagine fitte al giorno in cui
    non ci sarà più. Manca solo l’ultima
    parte, quando (oggi ancora 84enne)
    raggiungerà l’ottimista traguardo
    che si è prefissato. «All’età di circa
    novant’anni – ha scritto - consulterò
    gli alti lama delle tradizioni buddi-
    ste tibetane, la nostra gente e altre
    persone che seguono il buddismo ti-


betano (non esclusi stranieri, ndr) e
rivaluterò se l’istituzione del Dalai
Lama debba continuare o meno».
Il Dalai chiarisce che la decisione
risolutiva per ogni candidato al suo
posto sarà comunque presa col pa-
rere di una divinità femminile di no-
me Palden Lhamo. Di fronte all’im-
magine sacra o thangka ereditata
dal V predecessore, si celebrerà la
cerimonia della divinazione con di-
verse palline di farina fatte roteate
dal medium per estrarre la giusta
predizione, spesso sotto forma crip-
tica. Soltanto così il risultato avreb-
be valore.
Ma il Partito comunista ha già an-

nunciato che utilizzerà un metodo
diverso, l’estrazione di bastonicini
di legno da una pretenziosa urna
d’oro già usata per nominare 24 an-
ni fa il Panchen Lama, figura nume-
ro 2 del buddhismo tibetano e oggi
capo degli Affari religiosi del parti-
to in Tibet. Pochi sanno che a estrar-
re il bastoncino col nome del XV po-
trebbero essere i sacerdoti seguaci
di un “essere” nemico dei Dalai da 9
generazioni, un “Protettore” non
vincolato al “sacro giuramento”, co-
sì controverso che il leader tibeta-
no lo ha definito un “demone”, for-
se lo spirito vendicativo di un ex al-
to sacerdote che pretendeva per sé

secoli addietro il titolo di Quinto Da-
lai lama.
Tra le soluzioni prospettate nel
suo Testamento, il Dalai Lama par-
la della possibilità di proiettare una
sua stessa “emanazione” nella men-
te di un lama “vivente”, un saggio o
un giovane selezionato. Non esclu-
de teoricamente nemmeno l’ipote-
si sulla quale ha pesantemente
scherzato lui stesso, ovvero rinasce-
re donna e con un “corpo attraen-
te”. Ma più seria sembra la terza op-
zione proposta: un’elezione come
quelle della Curia che elegge il Pa-
pa, dando per scontato l’intervento
dello Spirito Santo.

hIl Dalai Lama
Tenzin Gyatso,
84 anni, monaco
buddhista,
è l’attuale
14esimo Dalai
Lama del Tibet
e uno dei più
rispettati leader
spirituali viventi

hAl potere
Nel 1940
ad appena
due anni
fu riconosciuto
reincarnazione
del suo
predecessore. A
15 assunse i pieni
poteri politici del
suo Paese

hL’esilio
Costretto
all’esilio in India
dopo l’invasione
della Cina,
Gyatso ha
dedicato la vita
alla difesa dei
diritti del suo
popolo e alla
non violenza

hIl Nobel
Nel 1989 gli è
stato conferito
il premio Nobel
per la Pace. Ha
dichiarato che
quando il Tibet
otterrà di nuovo
l’indipendenza
abbandonerà
l’autorità politica
per vivere come
un comune
cittadino

La storia
Scegliere
il monaco-re

L’illuminato
Il Dalai Lama
è considerato
la reincarnazione
del Buddha,
l’Illuminato e il
suo successore
Tenzin Gyatso è
il 14esimo “tulko”
(reincarnato)

g


Le istituzioni


devono essere


di proprietà


della gente


non di un individuo


come la mia stessa


istituzione, l’ufficio


del Dalai Lama


La svolta


del Dalai Lama


iLeader spirituale
Il XIV Dalai Lama, 84 anni
a un incontro con i giovani
a Dharmsala in India

Chi è


f


Le reincarnazioni sono finite


“Erano un retaggio feudale”


Il momento
Gli Illuminati,
cosiddetti
“bodhisattva”,
sono in grado
di scegliere di
propria volontà
il momento e
il luogo della loro
reincarnazione

Il comitato
Monaci di alto
lignaggio
iniziano la ricerca
del reincarnato
consultando
l’oracolo di
Nechung, il
veggente
ufficiale del Tibet

Il precedente
Già in passato
il Dalai Lama
aveva dichiarato
che potrebbe
non reincarnarsi
o reincarnarsi
all’estero
mettendo fine
al suo lignaggio

. Venerdì,1 novembre^2019 Cronaca pagina^23

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