Il Sole 24 Ore - 01.11.2019

(vip2019) #1

Il Sole 24 Ore Venerdì 1 Novembre 2019 19


Mondo


L’era Lagarde inizia subito


in tensione con i tedeschi


PRESIDENZA BCE AL VIA


In una intervista alla radio


francese Rtl invita Germania


e Olanda a investire di più


Spetterà all’erede di Draghi


ricucire gli strappi tra falchi


e colombe nel Direttivo


Isabella Bufacchi


Dal nostro corrispondente


FRANCOFORTE


Negli scatoloni del trasloco di Mario


Draghi dall’ufficio del ° piano della


Bce, è finito il casco prussiano che gli


fu regalato da Bild-Zeitung nel .


Il Pickelhaube invitava il neo-presi-


dente a vigilare sulla stabilità dei


prezzi con rigore tedesco: nel 


prima del QE e ora prima del QE, il


tabloid contrario come la Bunde-


sbank agli acquisti a oltranza di titoli


di Stato ne ha reclamata la restituzio-


ne, invano. Quando il  novembre


Christine Lagarde entrerà nell’ufficio


della presidenza, non troverà l’elmet-


to prussiano ma una cassetta degli at-


trezzi piena di misure di stimolo, con-


venzionali e non, in corso per un pro-


lungato periodo di tempo: tassi nega-


tivi a -, e con altri cali già attesi dal


mercato; forward guidance rafforza-


ta; secondo programma di acquisti


che si aggiunge ai . miliardi del


QE, con nuovi titoli che entrano nel


bilancio della Bce oggi, al ritmo di 


miliardi al mese senza scadenza pre-


fissata; terza serie di TLTRO con con-


dizioni generose per sostenere il cre-


dito a famiglie e imprese; innovativo


tiering sulle riserve in eccesso delle


banche, per attutire gli effetti collate-


rali dei tassi negativi. Strumenti col-


laudati da Draghi, alcuni sotto moni-


toraggio stretto per intercettare effetti


indesiderati, altri da ritoccare.


Sul foglio lasciato in bianco da Dra-


ghi sulle “cose da farsi”, sta alla Lagar-


de stilare la lista delle priorità. Spette-
rà a lei, a detta di molti, ricucire alla

svelta qualche strappo di troppo nel


Consiglio direttivo. La chiassosa ri-
volta dei falchi, vecchi e nuovi, dopo

l’approvazione a larga maggioranza


dell’ultimo “pacchetto Draghi” non fa
bene alla Banca, né per la sua immagi-

ne esterna, né per l’efficacia e la chia-


rezza della sua comunicazione ai
mercati, né per il clima interno. Il di-

battito è variegato e più di prima: chi


è vicino agli interessi delle banche è
perplesso sui tassi negativi (il vicepre-

sidente De Guindos ), chi avrebbe rin-
viato il QE (Germania, Austria, Olan-

da, Francia, Estonia), chi non ha gra-


dito la tempistica dell’ultimo “pac-
chetto Draghi” (Slovenia), chi non

vede pericoli eccessivi nell’inflazione


lontana dall’obiettivo o nel rallenta-
mento economico nell’area dell’euro.

È bastato che Lagarde indicasse al-


l’Europarlamento che in Bce conti-
nuerà ad essere molto sensibile al te-

ma del cambiamento climatico per


avere un Weidmann che giorni fa ha
scandito: «Gli acquisti di attività de-

vono essere riservati a situazioni ec-


cezionali, in nessuna circostanza de-
vono andare avanti indefinitamente.

Una politica monetaria con obiettivi


ambientali rischia di essere sovracca-
ricata, mettendo in discussione l’indi-

pendenza della banca». Dunque, un


no secco al QE verde e alla formula
«open-ended». Questa è l’aria che tira

e non solo nel Consiglio.


Ma anche le colombe si fanno sen-
tire. Il governatore Vincenzo Visco ha

ribadito ancora ieri i concetti del suo


discorso di settembre a Lanciano, se-
condo il quale l’«eccessiva prudenza»

è controproducente, e il Consiglio di-


rettivo « ha risposto in modo tempe-
stivo, appropriato e proporzionato al

peggioramento» dove «il programma
di acquisti è probabilmente lo stru-

mento più efficace nelle attuali condi-


zioni». Lagarde, che ha già detto di ap-
poggiare pienamente la politica am-

piamente accomodante in corso, po-


trà contare su due nuovi membri del
Board molto “draghiani”: Fabio Pa-

netta, che dal primo gennaio siederà


al posto di Benoît Cœuré, e il neo capo
economista Philip Lane. Dialogare di

politica monetaria con la tedesca Isa-


bel Schnabel sarà più facile rispetto al


falco di ferro Sabine Lautenschläger
uscita dal Board ieri.

Il QE, stando a stime non Bce ma


condivise da Cœuré (che si è espresso
contro il nuovo programma), avrebbe

solo un anno scarso di tempo prima di


raggiungere per alcuni titoli di Stato i
limiti imposti dalla chiave capitale e

dal tetto al % su emittenti ed emis-


sioni. Modificare le modalità di acqui-
sto stabilite da un team guidato da

Weidmann e Cœuré è terreno minato


e l’aggiunta di nuove tipologie di titoli
è impervia. Lagarde ha tuttavia già

detto che guiderà come Draghi una


Bce agile, innovativa, capace di adat-
tarsi velocemente ai cambiamenti.

Un altro passo molto atteso con


l’arrivo di Lagarde è l’avvio della revi-
sione della definizione della stabilità

dei prezzi nel mandato, che la Bce ha


stabilito come «inferiore ma vicina al


% sul medio termine». C’è chi preme
anche per rinvigorire la simmetria,

pari lotta contro inflazione troppo alta


o troppo bassa, troppo a lungo.
Le sfide aperte per Lagarde non fi-

niscono qui: dal cambiamento clima-


tico alle criptovalute; dalle problema-
tiche della vigilanza su fintech, sha-

dow banking e riciclaggio di denaro


sporco all’Unione bancaria in stallo
sulla garanzia unica sui depositi e sul-

la liquidity line per la risoluzione delle


banche; dall’unione del mercato dei
capitali insabbiata sull’armonizza-

zione delle leggi sulla liquidazione ai


muri di sbarramento sui safe asset.
Ma su tutto, le aspettative più alte per

l’era Lagarde si ripongono nella capa-


cità della nuova presidente di convin-
cere gli Stati membri dell’euro che la

Bce non può fare tutto da sola e che la


politica monetaria è più efficace, e più


velocemente, se accompagnata da
politiche fiscali altrettanto espansive.

Lagarde, come da lei puntualizzato


all’audizione in Parlamento europeo
per la sua candidatura in Bce a inizio

settembre, ha alle spalle un’esperien-


za maturata in  anni di alti incarichi
nel settore pubblico e privato(Backer

McKenzie dal  al , ministro


del commercio e dell’Economia e Fi-
nanze dal  al , direttore gene-

rale FMI dal  al settembre ).


Nulla la spaventa. E lo ha dimostrato
alla vigilia del suo ingresso in Bce: in

un’intervista alla radio francese Rtl, si


è tolta un sassolino dalla scarpa prima
di indossare i nuovi panni del ban-

chiere centrale. Germania e Olanda,
ha detto esplicitamente, dovrebbero

usare il surplus per investire in infra-


strutture, istruzione e innovazione.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Trump, la procedura d’impeachment entra nel vivo


Riccardo Barlaam


Dal nostro corrispondente


NEW YORK


L’inchiesta sull’impeachment di Do-


nald Trump va avanti. E divide in due


Congresso e Stati Uniti. Ieri la Camera


dei rappresentanti con  voti favo-


revoli e  contrari ha approvato una


risoluzione che formalizza le proce-


dure per l’inchiesta contro il presi-


dente americano. Il “sì” era scontato


perché i democratici hanno la mag-


gioranza alla Camera. Due democrati-


ci hanno votato contro la risoluzione:


Jeff Van Drew del New Jersey e Collin


Peterson del Minnesota. Justin Amash


del Michigan, ex repubblicano conflu-


ito lo scorso anno nelle file degli indi-


pendenti, ha votato a favore. Tutti


compatti invece i repubblicani che


hanno respinto in blocco la risoluzio-


ne democratica.


Si tratta di una misura tecnica,


una specie di “road map” che però
rende ora cogente l’inchiesta avvia-

ta il  settembre dalla Camera dopo


le rivelazioni di un whistle-blower
dei servizi segreti sulle pressioni

fatte da Trump al presidente ucrai-


no Voldymyr Zelinski in una telefo-
nata del  luglio per indagare sulle

attività economiche nel paese di
Hunter Biden, il figlio del candidato

democratico John Biden, ex vice


presidente di Obama.
Ciò che cambia dopo il voto di ieri,

è che l’amministrazione e il presiden-


te ora non potranno più rifiutarsi, co-
me successo spesso nelle ultime setti-

mane, di collaborare con le tre com-


missioni che indagano sul caso, of-
frendo le testimonianze e i documenti

richiesti dai deputati. A partire dall’at-


tesa audizione dell’ex Consigliere alla
sicurezza nazionale John Bolton, pre-

sente alla telefonata al leader ucraino.


Dopo il voto i tre indici a Wall
Street sono peggiorati, con il Dow Jo-

nes che ha perso oltre  punti,


l’S&P  sceso sotto i livelli record
appena raggiunti nonostante il ta-

glio dei tassi Fed e i buoni conti tri-


mestrali di Facebook ed Apple.
Trump ieri non aveva nessun ap-

puntamento ufficiale in agenda, for-


se in vista del voto. Ha subito reagito
su Twitter, in tema con Halloween:

«Si tratta della più grande caccia alle


streghe della storia americana». E
ancora rincarando la dose: «La truffa

dell’impeachment sta danneggian-


do i nostri mercati finanziari, ma ai
democratici non importa nulla».

A penalizzare i listini più che il voto


della Camera pare siano state le indi-
screzioni da fonti cinesi anonime, ri-

portate da Bloomberg, secondo le


quali Pechino avrebbe espresso forti
dubbi sulla possibilità di raggiungere

un accordo commerciale a lungo ter-


mine con Trump.
La speaker della Camera Nancy Pe-

losi nel dibattito di  minuti che ha


preceduto il voto ha ricordato la Costi-
tuzione e descritto l’inchiesta sull’im-

peachment un procedimento «solen-


ne» che «non causa né gioia né sollie-
vo». «Non apisco perché i repubblica-

ni siano così spaventati dalla verità»,


ha detto la terza carica dello Stato.
La nuova portavoce della Casa

Bianca Stephanie Grisham in una no-


ta diffusa pochi minuti prima dell’esi-
to contesta il procedimento «illegale

e ingiusto» e parla di un «voto che


danneggia gli americani. Una vergo-
gna nello spudorato tentativo di di-

struggere il presidente».


Si è trattato in ogni caso del primo
voto del Congresso legato all’inchie-

sta sulla messa in stato di accusa di


Trump, che ricalca a livello procedu-
rale quanto avevano fatto i repubbli-

cani nel procedimento contro Bill


Clinton nel . Il voto è stato palese.
E dice tre cose. Primo: che la Camera

è divisa in due, proprio come gli Stati


Uniti, mai così polarizzati come ora.
Secondo: che i democratici andranno

avanti con l’inchiesta, e si preannun-


ciano mesi di campagna elettorale di
fuoco. Terzo che il partito repubblica-

no sostiene a spada tratta Trump,
senza sfilacciamenti, così come i suoi

sostenitori. E se mai si dovesse arriva-


re al voto definitivo per l’impeach-
ment del presidente – a meno di cla-

morose rivelazioni – è molto impro-


babile che possa passare al Senato a
maggioranza repubblicana.

Il primo passo. Nancy Pelosi © RIPRODUZIONE RISERVATA


Dopo le violente proteste


contro il carovita e la
corruzione, il presidente

iracheno Barham Salih ha


aperto ieri alla possibilità di
convocare elezioni anticipate.

Iraq


Il presidente


Salih apre


alle elezioni


anticipate


Il Parlamento portoghese ha


approvato il programma di
governo di Antonio Costa che

include anche l’aumento del


salario minimo mensile del
% a  euro entro il 

Portogallo


Governo


Antonio Costa,


fiducia incassata


in Parlamento


Secondo mandato.
Il premier socialista
Antonio Costa

SULLE ORME
DI DRAGHI
Christine Lagarde,
ex direttore
generale Fmi,
assume la presi-
denza della Bce

(*) Fino al termine del mandato, 1° gennaio 2020. Fonte: elaborazione del Sole 24 Ore

CHRISTINE LAGARDE
Francia

PRESIDENTE


COLOMBE


NÉ FALCHI
NÉ COLOMBE

Fabio Panetta
Italia

Ilmārs Rimšēvičs
Lettonia

Gaston Reinesch
Lussemburgo)

Ignazio Visco
Italia

Vitas Vasiliauskas
Lituania

Mario Vella
Malta

François Villeroy de Galhau
Francia

Yves Mersch
Lussemburgo

Jens Weidmann
Germania

Luis De Guindos
Spagna

Pablo Hernàndez de Cos
Spagna

Peter Kazimir
Slovacchia

Bostjan Vasle
Slovenia

Carlos Costa
Portogallo

Isabel Schnabel
Germania

Klaas Knot
Paesi Bassi

Philip Lane
Irlanda

Gabriel Makhlouf
Irlanda

Pierre Wunsch
Belgio

Yannis Stournaras
Grecia

Olli Rehn
Finlandia

Costantinos Herodotou
Cipro

Benoît Cœuré*
Francia

Robert Holzmann
Austria

Madis Müller
Estonia

FALCHI


MEMBRI DEL BOARD

Spaccatura nel Consiglio Bce


Hong Kong entra in recessione: il rallentamento dell’eco-


nomia globale, unito all’impatto delle proteste e delle in-
certezze innescate dalle scelte politiche di Pechino, hanno

bloccato l’economia del centro finanziario, che tra luglio


e settembre si è contratta del ,% sul trimestre preceden-
te, dopo la flessione dello ,% accusata tra aprile e giugno.

Secondo le stime preliminari diffuse ieri dal Gover-


no, rispetto al terzo trimestre del , il calo è del ,%.
È la prima contrazione annuale dalla flessione dell’,%

registrata nel terzo trimestre del . Il Governo della


Regione amministrativa speciale di Hong Kong si
aspetta ora un Pil in flessione per l’intero . Da tem-

po gli analisti mettono in guardia: a inizio ottobre, un
report di Goldman Sachs ha evidenziato che in tre mesi

circa - miliardi di dollari sono stati trasferiti dalle


banche dell’ex colonia britannica a quelle di Singapore,
mentre i depositi in valuta locale sono diminuiti in ago-

sto dell’,%, il calo maggiore da inizio anno.


Scendono i consumi privati (-,% su base annua) e gli
investimenti fissi, mentre sale la spesa governativa, con

le misure messe in atto per contrastare la crisi.


L’export di servizi è crollato del ,% su base annua,
con l’industria del turismo, del retail e della ri-

storazione pesantemente colpite dai disordini


partiti a giugno contro la controversa legge sulle
estradizioni in Cina. Le contestazioni sono sfo-

ciate poi nella domanda di riforme, a partire dal


suffragio universale, per culminare nella richie-
sta di dimissioni della governatrice Carrie Lam.

Milioni di persone si sono riversati nelle


strade della città, con scontri, arresti e un
braccio di ferro con le autorità che ha minato

la fiducia degli investitori, sprofondata a un


minimo da sette anni e mezzo a settembre. La
notte scorsa, le forze dell’ordine hanno im-

piegato gas lacrimogeni per disperdere i con-


testatori tornati a far sentire la propria voce
contro il Governo e Pechino.

Piazza d’affari internazionale e hub per gli scambi


commerciali della regione, Hong Kong risente anche del
tensioni tra Stati Uniti e Cina.

Secondo Iris Pang, economista di Ing Bank, «con la


guerra commerciale che si trascinerà nel  e senza
conclusione in vista per i disordini sociali, l’economia

di Hong Kong continuerà a soffrire». Salirà il numero
di imprese costrette a chiudere, aggiunge Pang, a sca-

pito dei livelli occupazionali. Su queste basi, Ing preve-


de un Pil in contrazione in tutti i trimestri del ,
trasformando in «vera recessione», quella che finora

è solo una recessione tecnica.


Secondo Ing, nel quarto trimestre del , il Pil si
contrarrà del % su base annua e nell’intero anno la

flessione sarà del ,%, Nel  andrà ancora peggio:


Ing prevede una contrazione del ,%.
Il Governo di Hong Kong ha iniziato a varare provve-

dimenti per sostenere l’economia, compresi tagli delle


tasse e misure di assistenza sociale. In tutto si tratta di
, miliardi di dollari in due tranche. Per ora, però, non

sono arrivate operazioni massicce, nonostante i 


miliardi di dollari di riserve di bilancio a disposizione
nelle casse dell’amministrazione.

L’Autorità monetaria di Hong Kong (la sua Banca


centrale), ha seguito la scia della Federal Reserve Usa
e ha abbassato i tassi di  punti base. È il terzo taglio

in tre mesi. Ma ridurre il costo del denaro non può ba-


stare a convincere gli abitanti della città a scendere in
strada a fare shopping, mentre la polizia carica e i ma-

nifestanti lanciano molotov.


Dal quarto plenum del Comitato centrale del Partito
comunista cinese, chiusosi ieri, è intanto arrivata la pro-

messa a proteggere la «stabilità» di Hong Kong.


—Gianluca Di Donfrancesco
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CINQUE MESI DI TENSIONI


PESA ANCHE LA FRENATA GLOBALE


La rivolta contro Pechino


spinge in recessione


l’economia di Hong Kong


IL VOTO DELLA CAMERA


Via libera alla procedura


delle audizioni pubbliche


sull’Ucrainagate


Protesta. Studenti universitari indossano la maschera di Guy
Fawkes, icona dei movimenti di protesta in tutto il mondo,

durante la cerimonia di laurea alla Polytechnic University di


Hong Kong


REUTERS

2,9%


IL CALO
DEL PIL
Nel terzo
trimestre
del 2019,
il Pil di Hong Kong
ha registrato una
flessione del 2,9%
su base annua.
È la prima
contrazione
dal 2009
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