Il Sole 24 Ore - 12.11.2019

(Ron) #1

 Martedì  Novembre  Il Sole  Ore


SANITÀ


E FRONTIERE


DELLA MEDICINA .salute


.professioni .casa —LUNEDÌ .salute —MARTEDÌ .lavoro —MERCOLEDÌ nòva.tech —GIOVEDÌ .moda —VENERDÌ .marketing —SABATO .lifestyle —DOMENICA


Marzio Bartoloni


L’


Italia continua a primeg-
giare in Europa per lo

stato di salute dei propri


cittadini, la migliore tra
 Paesi europei subito

dopo quella degli spa-


gnoli che quest’anno ci hanno scalza-
to dal primo posto. Ma le lacune stori-

che o più recenti del Servizio sanitario


nazionale, a partire dalle risorse eco-
nomiche disponibili più ridotte ri-

spetto agli altri Partner europei, ci


fanno scivolare a metà classifica nella
capacità del nostro Ssn a farci mante-

nere un buono stato di salute (a mi-


gliorare o almeno non peggiorare nel
prossimo futuro i risultati di salute fi-

nora raggiunti).


Il nuovo confronto tra i Servizi sa-
nitari dei Paesi arriva dall’ultimo (il

°) Meridiano Sanità elaborato da The


European House - Ambrosetti che sa-
rà presentato oggi a Roma anche al

ministro della Salute, Roberto Speran-


za. Un ricco rapporto che oltre agli «in-
dex» di confronto tra Paesi quest’anno

sulla scia di quanto ha fatto l’Organiz-


zazione mondiale della Sanità che ha
individuato  minacce globali alla sa-

lute ne ha declinate altrettante per il
Ssn. Un decalogo di emergenze che

può ancora mettere di più a rischio il


nostro primato sempre più scricchio-
lante sullo stato di salute (solo dal 

al  abbiamo perso , anni vissuti


in buona salute a fronte a esempio del-
la Svezia che nello stesso arco di tem-

po li ha aumentati di ,). Queste le 


minacce: invecchiamento della popo-
lazione (in  anni gli anziani non au-

tosufficienti diventeranno , milioni


di persone, più del doppio rispetto ad
oggi); patologie croniche non trasmis-

sibili responsabili del % delle morti


(malattie cardiovascolari, diabete, tu-
mori, ecc.); fattori di rischio (stili di vi-

ta, tabagismo, alcol ecc.); esitazione


vaccinale (non è stata raggiunta in Ita-


lia la soglia di immunità di gregge, fis-


sata al %); l’antimicrobico resisten-
za (risultiamo tra i Paesi europei con i

maggiori livelli di resistenza antibioti-


ca: tra il % e il %); difficoltà di ac-
cesso all'innovazione, soprattutto per

i tempi lunghi tra l'approvazione del


farmaco e la prima vendita (, mesi
a fronte della media Ue di , me-

si); disomogeneità regionali che sono


sotto gli occhi di tutti così come l’allar-
me sulla carenza di medici provocata

da una cattiva programmazione. E in-


fine come ultime due minacce il ritar-
do nella digitalizzazione e l’inquina-

mento dell’aria e gli effetti del cambia-


mento climatico.
Ma cosa dicono i confronti con gli

altri Paesi? Meridiano Sanità si basa


sue due mega indici: il primo, quello
sullo stato di salute (calcolato tra l’al-

tro sui dati relativi ad aspettativa di vi-


ta, tassi mortalità, fattori di rischio e
anni vissuti con disabilità), ci vede in

una confortante seconda posizione


(ma l’anno scorso eravamo primi).
Meno positiva la performance sul se-

condo mega indice («mantenimento


dello stato di salute) che ci vede scivo-
lare al ° posto su  per i risultati me-

no incoraggianti nei tre sotto-indici


che lo compongono. La prima classifi-
ca - «Capacità di risposta del sistema

sanitario ai bisogni di salute» - prova


a calcolare, dati alla mano, come i si-
stemi sanitari si siano organizzati per

rispondere a tre grandi sfide: la pre-


venzione, la possibilità di offrire ai cit-
tadini nuove soluzioni terapeutiche e

la capacità del sistema di rispondere


alle aspettative degli utenti. Qui l’Italia
ottiene solo un nono posto. Nella se-

conda classifica («Efficacia, efficienza


ed appropriatezza dell'offerta sanita-
ria») sono stati utilizzati indicatori di

appropriatezza di prescrizioni, pre-


stazioni e ricoveri, indicatori di effica-
cia delle cure, un indicatore relativo

alla lunghezza media di permanenza


in ospedale ed infine indicatori di qua-
lità dell'offerta sanitaria: l’Italia in

questa area risale al quarto posto, mo-
strando una capacità di saper organiz-

zare bene le risorse a disposizione. Ri-


sorse, che costituiscono, la terza clas-
sifica (calcolata sulla base di: spesa in

% al Pil, spesa out of pocket per long


term e pro-capite di protezione sociale
per malattia e disabilità) che non a ca-

so - vista la frenata dei fondi negli ulti-


mi anni - ci fanno scendere addirittura
al terz’ultimo posto, solo prima di Por-

togallo e Grecia.


Uno scenario, questo, a cui Meri-
diano Sanità replica con una serie di

proposte per arginare i trend in calo e


le  minacce al Ssn: da massicce dosi
di prevenzione al ridisegno della go-

vernance della spesa per la salute con


interventi di breve periodo (come la
rimodulazione dei tetti della spesa far-

maceutica) e di medio lungo-periodo


come l’introduzione di modelli di va-
lutazione «value based» fino agli He-

alth impact bond.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le performance. Nel report di Ambrosetti


il confronto tra i Paesi e le  emergenze


Salute: Italia


in cima alla Ue,


ma il Ssn è da


metà classifica


Studio Iqvia sulle terapie innovative


L’innovazione incrementale vale il 40%:


«Sia riconosciuto il suo giusto valore»


M


ille miliardi nei prossimi


cinque anni nel mondo.


Questi gli investimenti mon-
stre che metteranno sul piat-

to le farmaceutiche per cercare nuove


cure da qui al .Le nuove molecole
si concentrano in particolare in aree

quali oncologia, malattie infettive,


neurologia, ematologia, endocrinolo-
gia. Ma cos’è innovazione? Quali sono

le terapie che si possono considerare


innovative? Solo i farmaci “break-
through” o anche quelli che scommet-

tono sull’innovazione «incrementale»


e cioè sulla ricerca che migliora le tera-
pie già esistenti? A provare a risponde-

re è uno studio Iqvia realizzato per


Efpia che sarà presentato oggi a Bru-
xelles: l’indagine è stata realizzata su

 prodotti innovativi sviluppati tra il


 e il  e dai numeri emerge che
il % dell’innovazione è appunto«in-

crementale»: dalla riformulazione di
una terapia per altre indicazioni (il

classico caso dell’aspirina per il cuore)


al suo abbinamento con un altro far-
maco o con un dispositivo medico fino

all’impiego integrato di soluzioni digi-


tali. Questo tipo di innovazione - che la
ricerca Iqvia ed Efpia ribattezzano «in-

novazioni terapeutiche centrate sul


paziente» - però finora è stato sottosti-
mato anche nelle procedure Hta e di

decisione del prezzo, nonostante l’ap-


prezzamento di medici e pazienti.
«L’innovazione è al centro dell’atti-

vità delle imprese del farmaco, che han-


no investito in Italia, nel solo , .


miliardi in R&S. Una ricerca che ha due
direzioni ugualmente fondamentali»,

avverte Massimo Scaccabarozzi presi-


dente di Farmindustria. Che spiega
quali sono le due direzioni dell’innova-

zione farmaceutica: «La prima che por-
ta a nuove terapie che rivoluzionano la

storia delle patologie. La seconda che


porta al miglioramento continuo di
quelle esistenti con farmaci sempre più

efficaci ed efficienti. Medicinali che as-


sicurano ai pazienti e alle loro famiglie


una migliore qualità di vita: riducendo,


per fare solo due esempi, il numero di
dosi da assumere in una giornata o

consentendone una più agevole assun-


zione. Con risparmi per il Servizio sani-
tario nazionale e la contemporanea ot-

timizzazione della gestione della pato-


logia e dell’aderenza alla cura».
Per Scaccabarozzi in entrambi i casi

ci troviamo di fronte al l’innovazio-


ne: «Ovviamente lo è la prima. E lo è
pure la seconda: lo studio Iqvia mostra

come medici e pazienti la percepiscano


come tale. Per molte ragioni quindi è
necessario riconoscerne il valore scien-

tifico, economico e sociale, anche se og-


gi questo riconoscimento spesso non si
registra nelle procedure pubbliche di

valutazione da parte dei payers». «L’in-


novazione - insiste il presidente di Far-
mindustria - è un driver imprescindibi-

le di crescita. E tutte le aziende, nazio-


nali e multinazionali, presenti in Italia
lo sanno bene. Come dimostrano i loro

ingenti investimenti che hanno ricadu-


te positive, oltre che per i pazienti e per
la sostenibilità del Sistema, per l’occu-

pazione e lo sviluppo dell'intero Paese».


Sulla stessa scia Ugo Di Francesco, Ceo
del Gruppo Chiesi farmaceutici: «Inve-

stiamo ogni anno circa il % del nostro


fatturato in ricerca e sviluppo. Più di
 milioni di euro nel .Destinia-

mo buona parte di queste risorse allo


sviluppo di soluzioni terapeutiche in-
novative mirate a migliorare la qualità

di vita delle persone affette da patologie


croniche. Rendendo, ad esempio, più
semplice per il paziente l'assunzione di

un farmaco si aumenta l'aderenza alla


terapia ed il beneficio per il paziente. È
tempo di lanciare una riflessione su co-

me valorizzare maggiormente queste
innovazioni industriali incrementali

così importanti per i pazienti classe me-


dica ed operatori sanitari».


—Mar.B.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il polo AbbVie di Aprilia, a pochi chilometri da Roma, si can-
dida a diventare un hub per l’immunologia:  milioni di

investimenti negli ultimi  anni, di cui  spesi nel , han-


no cambiato il volto allo stabilimento ex Abbott, costruito nel
, aggiungendo una decisa impronta “green”. Dalle nuo-

ve linee produttive, infatti, partiranno verso tutto il mondo


i due farmaci innovativi che le agenzie regolatorie stanno
valutando destinati l’uno ad artrite psoriasica, Malattia di

Crohn, dermatite atopica, colite ulcerosa e arterite a cellule


giganti, l’altro alle malattie infiammatorie croniche intesti-
nali. «L’ampliamento dell’impianto chimico e le linee auto-

matizzate - conferma Fabrizio Greco, amministratore dele-


gato di AbbVie Italia - supporteranno la produzione dei no-
stri farmaci la cui introduzione sul mercato è attesa nei pros-

simi mesi». Nell’impianto di Aprilia, dunque, dove già


vengono elaborati e confezionati  medicinali,
per l’% spediti in  paesi esteri, non si ferma la

corsa verso nuove soluzioni terapeutiche. «Oggi


nel mondo abbiamo oltre  studi clinici in corso
in oncologia e  in immunologia – continua Gre-

co -. Lavoriamo con oltre  organizzazioni tra


laboratori biotech, università, centri no profit e isti-
tuzioni per generare innovazione». L’% delle at-

tività di ricerca, tuttavia, si svolge al di fuori del peri-


metro aziendale «perché le buone idee sono dap-
pertutto e non solo all’interno del gruppo». In Italia

la multinazionale statunitense ha attivato  studi
clinici presso  centri ospedalieri o universitari.

«Ma solo una nuova governance di settore fondata sul


valore delle terapie e sul loro rapido accesso da parte dei pa-
zienti - avverte Greco - potrà consentire di beneficiare piena-

mente del valore che le imprese generano attraverso la ricer-


ca per pazienti, società e sistema economico». Un contributo,
quello dell’industria, che ha un impatto diretto anche sulla

sostenibilità ambientale. «Le risorse investite - aggiunge


Daniela Toia, direttore del polo AbbVie Italia – sono finaliz-
zate non solo a rendere lo stabilimento efficiente e competi-

tivo ma anche sempre più green. Abbiamo ridotto il consu-


mo d’acqua del % dal  al , riciclato l’% dei rifiuti
e autoproduciamo il % dell’energia; il resto lo compriamo

da fonti rinnovabili».


—Ernesto Diffidenti
© RIPRODUZIONE RISERVATA

POTENZIATO LO STABILIMENTO AD APRILIA


Malattie autoimmuni:


AbbVie diventa un hub


Fabrizio Greco.


Amministratore
delegato

di AbbVie Italia


IN BREVE


Il numero dei pazienti rari esenti da ticket cresce a quota
mila ma non salgono i costi per il Ssn, pari in tutto a 

miliardi di euro (l’,% della spesa sanitaria totale) e a mila


euro in media per malato, l’esborso per le persone con due
patologie croniche. E malgrado l’aumento dei farmaci orfa-

ni disponibili, frena del % tra  e  il trend della


spesa per i medicinali. Questo il “bicchiere mezzo pieno”
fotografato dal ° rapporto di Ossfor, l’Osservatorio farmaci

orfani nato dalla partnership tra Crea Sanità e Osservatorio


malattie rare, che sarà presentato oggi al Senato. Un Report
su un campione di mila malati rari esenti, dai database

di Campania, Lombardia, Puglia e Toscana che copre circa


il % della popolazione italiana.
Dei  milioni malati rari stimati in Italia, «grazie

all’ampliamento delle patologie esenti consentito


dai nuovi Livelli essenziali di assistenza – spiega
Barbara Polistena di Crea Sanità – sono aumentati

del % i pazienti esonerati dai costi mentre i farma-


ci orfani sono passati dai  del  ai  del .
E se la crescita della spesa per i medicinali era stata

del % tra il  e il , nel  l’aumento è solo


del ,%». Dati che fanno il paio con quelli sul fattu-
rato, che secondo il presidente Crea Sanità Federi-

co Spandonaro confermano la correttezza degli


incentivi assegnati alle molecole “rare” e la neces-
sità di rivedere la norma della scorsa manovra che

ha escluso dai benefici  farmaci orfani. «Il ,%
di questi medicinali – spiega Spandonaro – fattura meno di

 milioni l’anno e il % meno di  milioni e, in alcuni casi,


sono di aziende che hanno solo un prodotto». Resta da scio-
gliere il nodo dei tempi tra autorizzazione da parte del-

l’Agenzia europea dei medicinali e determina di prezzo e


rimborso: «Nell’ultimo triennio – ricorda il coordinatore di
Ossfor Francesco Macchia – ci si è “velocizzati” a  giorni

di media ma siamo ancora ben lontani dai  giorni richie-


sti». Poi ci sono i gap sull'assistenza: fermi al palo cure domi-
ciliari e Piani diagnostico terapeutici, mentre il processo di

accorpamento delle Asl sta avendo effetti positivi soprattut-


to nei casi di pazienti ultra-rari ad alto costo. Infine, la ricerca
sui farmaci orfani, che nel  ha prodotto  nuove mole-

cole e riguarda il % dei nuovi studi clinici in Italia. Ma il


Paese – spiega Ossfor – su questo è ancora sotto-utilizzato.


—Barbara Gobbi
© RIPRODUZIONE RISERVATA

INDAGINE OSSERVATORIO FARMACI ORFANI


Malati rari: più esenti,


cala la spesa per farmaci


Fonte: The European House - Ambrosetti 2019

Il confronto tra


14 Paesi europei


in base ad alcuni


indicatori


Stato


di salute


della


popolazione


Capacità


di risposta


del sistema


sanitario


Ef
cienza e


appropriatezza


dell’offerta


sanitaria


Disponibilità


risorse


economiche


Mantenimento


dello stato


di salute


Austria


Belgio


Danimarca


Finlandia


Francia


Germania


Grecia


Irlanda


ITALIA


Paesi
Bassi

Portogallo


Regno


Unito


Spagna


Svezia


Media


europea


AT

BE

DK

FI

FR

DE

GR

IE

IT

NL

PT

GB

ES

SE

EU

1

0

2

3

4

5

6

7

8

9

10

IE IE

IE

NL

NL

NL

NL

NL

PT

IE

PT

PT

PT

PT

AT

AT

AT
AT
AT

BE

BE

BE

BE

DK

DK

DK DK

DK

FI

FI

FI

FI

FR

FR

FR

FR

GR

GR

GR

GR

GR

SE

SE

SE

SE

SE

IT

IT

IT

DE

DE

GB

GB

GB

GB

GB

ES
ES

ES

ES

ES

EU

EU

EU EU

IT

FI EUIT

DE

BE

DE

FR

6,0 IE


5,5


4,8


DE5,8


6,5


8,1


7,5


6,3 6,4


5,9


4,5


2,7


4,6


7,0


Le classifiche


L’iniziativa. Per l’autotest della


glicemia non serve prenotazione


ma bisogna essere a digiuno. Il
risultato sarà consegnato in

tempo reale


Monitoraggio


Giovedì 14 è la giornata


mondiale del diabete.


Tra le iniziative: test


gratuiti della glicemia


in 100 farmacie


a marchio Lloyds


MASSIMO
SCACCABAROZZI
Presidente
di Farmindustria

LE 10 MINACCE AL SSN



  1. Patologie croniche non


trasmissibili



  1. Esitazione vaccinale

  2. Antimicrobico resistenza

  3. Inquinamento dell'aria e


cambiamento climatico



  1. Invecchiamento della


popolazione



  1. Fattori di rischio

  2. Difficoltà di accesso


all'innovazione



  1. Disomogeneità regionale

  2. Carenza di medici

  3. Ritardo nella digitalizzazione


433


MILA
Gli esenti da
ticket per
malattie rare
mentre la spesa
complessiva
totale è di 2
miliardii di euro
(l’1,7% della spesa
sanitaria totale) e
a 5mila euro in
media per malato,

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