la Repubblica - 28.10.2019

(Ben Green) #1

La crisi grillina


Il M5S sprofonda al 7%


Di Maio prepara lo strappo


“Allearci non conviene”


La disfatta


giallo-rossa


Umbria alla destra, Tesei batte Bianconi con


più di 20 punti di distacco. Affluenza boom


Roma — Adesso, le intese Pd-5 Stelle
alle prossime regionali in Emilia Ro-
magna, Calabria, Campania, sem-
brano davvero impossibili. Luigi Di
Maio lo aveva già fatto trapelare alla
vigilia: se si perde molto male, quel-
la strada è impraticabile. E ora, do-
po un risultato che è un tracollo,
con le proiezioni che nella notte dan-
no il Movimento al 7 per cento, non
può che confermare. Lo fa con un
post pubblicato a mezzanotte e mez-
za sul blog delle stelle: «Il patto civi-
co per l’Umbria lo abbiamo sempre
considerato un laboratorio, ma l’e-
sperimento non ha funzionato». E
ancora: «Questa esperienza testimo-
nia che potremo davvero rappresen-
tare la terza via solo guardando ol-
tre i due poli contrapposti». Si giusti-
ficano, i vertici M5S: «Dalla formazio-
ne del primo esecutivo ci è stato su-
bito chiaro che stare al governo con
un’altra forza politica sacrifica il no-
stro consenso». Ma per quanto il mi-
nistro degli Esteri si sia dipinto — in
queste ore — come un “alleato rilut-
tante”, resta un alleato. Resta, so-
prattutto, il leader del Movimento:
colui che ha avuto in mano tutte le
scelte. Sbagliandole. Così, nonostan-
te abbia giocato in difesa, preten-
dendo che il premier Giuseppe Con-
te mettesse la faccia su un’avventu-

ra che ha voluto più di lui, e scattan-
do una foto, a Narni, che rendesse
corale la sconfitta, Di Maio ha perso.
Ancora. E questo scatenerà il corren-
tone interno che gli fa la guerra: Bar-
bara Lezzi, Giulia Grillo, Danilo Toni-
nelli, Gianluigi Paragone. Parlamen-
tari che nella nuova fase hanno ce-
duto potere a scapito di altri. Termi-
nali di uno scontento ormai molto
diffuso e molto battagliero.
Il paradosso è che il leader sotto
attacco quasi sposa le loro tesi: il go-
verno, secondo il capo politico M5S,
è partito concedendo troppo al Pd;
la via delle alleanze nelle regioni per
fermare il centrodestra è innaturale
per un partito che con Matteo Salvi-
ni è stato felicemente al governo fi-
no a luglio; il futuro è da ripensare.
Interamente. Ma per andare dove?
È a questa domanda che nessuno
dei fedelissimi del capo della Farne-
sina riesce a dare una risposta. «Per
lui stare con il Pd è una sofferenza
immane», dice un ministro. Ma qual
è l’alternativa? Come si fanno a fer-
mare intese che sembravano fatte,
come in Emilia Romagna, dove buo-
na parte dei 5 stelle sarebbe pronta
a sostenere addirittura Stefano Bo-
naccini. Almeno a sentire l’altra
sponda, quella di chi lavora per cuci-
re, insieme al segretario pd Nicola

Zingaretti e soprattutto al capo dele-
gazione dem Dario Franceschini. La
linea di un peso massimo come Max
Bugani, nell’associazione Rousseau
con Davide Casaleggio e consigliere
comunale a Bologna, che nei conci-
liaboli riservati avrebbe proposto di
fermarsi un giro, non presentare
una propria lista in Emilia e ricomin-
ciare a costruirsi un’identità che sia
comunque di opposizione alla de-
stra che avanza, è considerata assur-
da dal Pd. I dem pensano che per vin-
cere serva un’adesione piena. Che
vada addirittura oltre il modello Um-
bria. Ed erano convinti, almeno fino
a stanotte, che Di Maio alla fine si
convincerà. Anche perché a spinge-
re in questa direzione ci sono il presi-
dente del Consiglio Conte e il leader
dell’ala ortodossa Roberto Fico.
Ai suoi, il presidente della Came-
ra ha ripetuto anche in queste ore
che l’Umbria non può in alcun mo-
do essere considerata indicativa di
nulla. E ha rimesso in fila gli ostaco-
li: l’ex governatrice pd che ha dovu-
to lasciare per un’indagine a suo ca-
rico, il candidato comune trovato
molto in ritardo. I 5 stelle — secondo
Fico — avrebbero perso comunque.
E anche male. Come lui, il capogrup-
po uscente alla Camera Francesco
D’Uva pensa che le intese siano indi-

di Silvio Buzzanca

Roma — L’Umbria la conquista la de-
stra. Con un risultato nettissimo
che, secondo le proiezioni a spoglio
in corso, fa registrare un vantaggio
di oltre 20 punti percentuali della
candidata Donatella Tesei su Vin-
cenzo Bianconi appoggiato da Pd,
M5S e Leu. La proiezione del Consor-
zio Opinio per la Rai accredita infat-
ti la Tesei del 58,2 per centro dei voti
il 36,9 per cento di Bianconi. Percen-
tuale, quella di Pd e M5S, quindi al
di sotto dell’asticella del 39 per cen-
to, somma dei voti grillini e dem alle
recenti elezioni Europee.
Dunque, Matteo Salvini, Giorgia
Meloni e Silvio Berlusconi vincono
alla grande il primo appuntamento
elettorale dopo la nascita del gover-
no Conte 2. Forse grazie anche alla
crescita dell’affluenza. Alle 19 i vo-
tanti erano infatti il 52,8 per cento,
quasi tredici punti in più rispetto al-
le Regionali del 2015. Alla fine saran-
no il 64,2 per cento contro il 54,3 per
cento precedente. Un più 10 per cen-
to veramente sorprendente in un pa-
norama elettorale dove da anni si re-
gistrano solo cali della partecipazio-
ne.
Adesso tutte le attenzioni sono
puntate sui voti andati alle liste.
Sempre secondo le proiezioni del
consorzio Opinio, campione del 43
per cento, la Lega sarebbe il primo
partito con il 37,3 per cento. Fratelli
d’Italia avrebbe operato il sorpasso
su Forza Italia, doppiando il partito
del Cavaliere: 10 per cento contro il
5,7 per cento.
Sull’altro versante il Pd otterebbe
il 21,3 per cento, mentre i grillini
scenderebbero a quota 7,5 per cen-
to. Un vero crollo che potrebbe ave-
re riflessi importanti a livello nazioa-
le. Alle politiche del 2018, il M5S ave-
va ottenuto il 27,5 per cento e alla re-
centi Europee il 14,6 per cento.
Un buon argomento a favore di
chi nel Movimento contesta il capo
politico Luigi Di Maio, la scelta di fa-
re nascere il governo con il Pd e sce-
gliere per l’Umbria il modello “lista
civica”. Qualcosa che potrebbe ave-
re anche riflessi sulla vita del gover-
no Conte. Nicola Zingaretti ammet-
te: «Sconfitta netta, una tendenza
negativa del centrosinistra consoli-
data in questi anni in molti grandi
Comuni umbri che non si è riusciti a
ribaltare. Il risultato intorno a Bian-
coni conferma, malgrado scissioni e
disimpegni, il consenso delle forze
che hanno dato vita all’alleanza”».
Salvini esulta: «A occhio abbiamo
fatto una impresa storica. Sono feli-
ce. Se si votasse oggi è chiaro che
Renzi, Zingaretti e Conte farebbero
un altro mestiere. Non so quanto a
lungo possano continuare a finge-
re».

Secondo la proiezione di
Consorzio Opinio Italia,
diffusi dalla Rai poco
prima dell’1, Vincenzo
Bianconi - appoggiato da
Pd e 5S - ha il 36,9%

Vincenzo


Bianconi


Primo piano Svolta elettorale


kIl capo politico M5S
Luigi Di Maio, 33 anni

Gli exit poll Rai


36,9%


Netto il vantaggio di
Donatella Tesei, candidata
di Lega, Fdi e Fi. Secondo
la proiezione di Consorzio
Italia per la Rai poco prima
dell’1, ha il 58,2%

58,2%


di Annalisa Cuzzocrea

Il blog ufficiale


boccia l’esperimento


umbro ma getta


un’ombra anche sul


futuro dell’esecutivo:


“Terza via possibile


solo guardando oltre


i poli contrapposti”


Donatella


Tesei


pagina. 2 Lunedì, 28 ottobre 2019

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