L\'Espresso - 20.10.2019

(Steven Felgate) #1
L’afaire con il nosocomio cattolico non è
comunque nel fuoco investigativo. Lo so-
no, invece, le attività di Vincenzo Mauriel-
lo, minutante della Prima Sezione dell’Uf-
icio guidato dal cardinale Parolin, e so-
prattutto quelle di monsignor Carlino, che
è stato intercettato per settimane, a parti-
re dal settembre 2019. Ex segretario di Bec-
ciu, dalla scorsa estate promosso capo
dell’Uicio informazione e documentazio-
ne della Segreteria di Stato, secondo le car-
te dell’accusa Carlino si muove «con parti-
colare disinvoltura nelle alte sfere della
gerarchia dello Stato», in una «incessante
attività dallo stesso posta in essere con
personaggi del mondo della inanza per re-
alizzare nuove iniziative di tipo imprendi-
toriale». Il 2 settembre il monsignore in ef-
fetti incontra il presidente della Snam Luca
Del Fabbro, con cui «tratta di nuove opera-
zioni che si dovrebbero realizzare con un
certo Casiraghi e con la moglie di Rafaele
Mincione... con tale Preziosi di Genova (ve-
rosimilmente Enrico Preziosi imprendito-
re di riferimento della Giochi Preziosi)».
Certamente don Carlino è considerato uno
degli assoluti protagonisti della storiaccia
del palazzo londinese.

LA GUERRA DELL’AIF
Ma le carte segnalano che persino l’Aif
avrebbe svolto «un ruolo non chiaro» nella
vicenda. L’organismo presieduto da René
Bruelhart avrebbe infatti «trascurato» le
anomalie dell’operazione immobiliare e il
direttore Di Ruzza avrebbe «intrattenuto
una corrispondenza con lo studio inglese
Mischon De Reya (i legali chiamati dalla
Segretaria di Stato per seguire la famosa
transazione con Mincione e Torzi, ndr) con
la quale l’Aif sembrerebbe aver dato il via
libera all’operazione di acquisto». Non

Prima Pagina

Foto: Ansa


RAIDER
Raffaele Mincione,
inanziere noto per aver
tentato la scalata alla
Popolare di Milano e a
Banca Carige, in affari
con il Vaticano

INTERCETTATO L’EX SEGRETARIO

DEL CARDINALE BECCIU:

“TRATTA CON IL PRESIDENTE

DELLA SNAM DIVERSE

OPERAZIONI IMPRENDITORIALI”

Ebbene, gli uomini della segreteria di
Stato decidono che Torzi è l’uomo giusto.
Come risulta all’Espresso da atti riservati,
a ine 2018 l’immobile non è stato rilevato
con società riferibili direttamente al Vati-
cano o all’Apsa, l’amministrazione che per
statuto gestisce il patrimonio immobiliare
della Santa Sede. Ma è stato acquisito at-
traverso la Gutt Sa, una società del Lus-
semburgo «rappresentata» si legge nell’at-
to transattivo tra Segreteria di Stato e
Mincione «dal signor Gianluigi Torzi».
La Gutt, scrivono poi i pm nel decreto di
perquisizione, sarebbe la «società che ha
svolto la funzione di soggetto intestatario
ittizio» delle altre società, quasi tutte in
nel paradiso iscale dell’isola di Jersey, che
attraverso scatole cinesi «posseggono
l’immobile londinese».
Ma come mai il Vaticano «ha inanzia-
to» Torzi, come si legge nell’accordo tran-
sattivo irmato da monsignor Perlasca in
persona e benedetto da Peña Parra, e usato
la sua Gutt schermandosi dietro di lei? Per-
ché gli ha dato dal 3 dicembre 2018 in ge-
stione il palazzo appena comprato, tanto
da essere pure «pienamente autorizzato a
negoziare il presente accordo quadro e
qualsiasi altro documento necessario ai i-
ni della transazione» con Mincione?
Torzi è un uomo vicinissimo al inanzie-
re di WRM, come pensa qualche investiga-
tore in Vaticano, oppure è entrato nel bu-
siness grazie ad entrature Oltretevere, co-
me quella con il misterioso architetto Lu-
ciano Capaldo? Quest’ultimo, secondo le
accuse, «sembrerebbe aver avuto un ruolo
fondamentale nell’intera operazione».
Non solo perché componente del board
della società inglese London 60 Limited
(insieme ai monsignori Carlino e Josep
Lluis Serrano Pentinat) creata dalla Segre-
teria nel marzo del 2019 per prendersi i-
nalmente – come vedremo – le quote della
Gutt, ma perché secondo i magistrati Mi-
lano e Diddi «risulta socio di riferimento
unitamente al signor Torzi della Odikon
Service e della Sunset Enterprice». Due so-
cietà su cui indagano i pm, che nel 2017 e
nel 2018 avrebbero ricevuto 7,6 milioni di
euro per aver «oferto assistenza inanzia-
ria all’Ospedale Fatebenefratelli (appli-
cando commissioni monstre del 20 per
cento, ndr) per la cartolarizzazione dei
crediti nei confronti della Regione Lazio».

Esclusivo / Gli afari del Vaticano
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