L\'Espresso - 20.10.2019

(Steven Felgate) #1
I

n Alto Adige - Süd Tirol - Bele
Contrade (la terza dicitura è in
ladino antico) la convivenza è
sempre più faticosa. Conside-
rando il fatto che ogni frase va
detta, per legge, sia in italiano, sia
in tedesco, sia in ladino, le conver-
sazioni si concludono solo a notte
inoltrata, spesso con l’intervento di
passanti che si offrono come tradut-
tori improvvisati. Il tutto a scapito
delle ore di sonno e con grave detri-
mento dell’efficienza lavorativa. Or-
dinare in un bar un caffè lungo mac-
chiato con latte freddo e zucchero
di canna può richiedere anche venti
minuti. Per esempio “zucchero di
canna” non è traducibile in ladino. I
popoli ladini hanno sempre ricava-
to lo zucchero dalla fermentazione
delle marmotte.

Le origini Il problema si è radica-
lizzato quando il fascismo decise
di italianizzare le valli, per esempio
costringendo gli sciatori a non fare
la coda agli ski-lift e gli automobili-
sti a suonare il clacson per salutare
i parenti. Si rivelò fallimentare an-
che l’imposizione del culto di San
Gennaro: nelle località più alte il
sangue non può sciogliersi a causa
delle bassissime temperature. Infeli-
ce anche la scelta, suggerita dal lin-
guista di regime Venanzio Caruso, di
chiamare il wurstel “minchiòlo”, con
riferimento alla forma fallica dell’in-
saccato. Ebbe scarso successo anche
il gemellaggio forzato tra Pozzuoli e
Vipiteno. I due sindaci, nel corso nel
loro primo e unico incontro, il cui

ordine del giorno era «i valori comu-
ni e le tradizioni che ci uniscono»,
rimasero seduti a guardarsi per un
paio d’ore senza riuscire a dire una
sola parola. Le successive asprez-
ze antitaliane della popolazione
sudtirolese hanno le loro radici in
quei tentativi cretini di trasformare
una intera popolazione tedesca di
montagna in una squadra italiana di
slalom speciale. Anche l’introduzio-
ne dello slalom gigante non bastò a
risolvere la questione.

La rivolta Indignato perché il ma-
resciallo dei carabinieri Carmine
Lauricella non riusciva a pronun-
ciare correttamente il suo nome, Ar-
nold Schwenzenfraudenberger, un
intagliatore di massi della Val Passi-
ria, diede il primo segnale di rivolta
scagliando contro la caserma una
delle sue opere. Un sacrifico enor-
me, perché Arnold impiegava in me-
dia sette-otto anni per intagliare un
masso. Da allora si scatenò la guerri-
glia separatista: tritolo contro i tra-
licci; gomme tagliate alle macchine
con targa italiana, risparmiando so-
lo quelle con il cane di peluche nel
lunotto posteriore perché gli altoa-
tesini adorano il kitsch; trucioli sul-
le piste di bob quando scendevano
i bobbisti italiani. Fino al gesto più
duro e inconciliabile, quando il ge-
store della pista nera “Precipitius”,
la più ambita delle piste della Val
Larice, stabilì che gli sciatori italiani
potevano percorrerla solamente in
salita. Era troppo anche per i paci-
fici governi dell’Italia post-fascista,

Satira Preventiva Michele Serra

che reagirono con grande durezza.

La reazione Furono stanziati per
la Provincia autonoma di Bolzano
enormi finanziamenti a fondo per-
duto, da destinare a quasi tutte le
attività umane. Dai vasi di geranio
con i cuoricini intagliati alle funivie
con vasi di geranio, dagli alberghi
con vasi di geranio alle brache di
cuoio molto strette sul cavallo per
intonare meglio lo jodel, il Süd Tirol


  • Alto Adige - Bele Contrade fu rico-
    perto da una montagna di quattrini
    e il separatismo attraversò un lungo
    momento di riflessione.


Le divisioni interne Per giunta, il
patriottismo sud-tirolese cominciò
a patire numerose divisioni interne.
La corrente degli irriducibili propo-
ne l’annessione all’Austria in modo
da poter dare vita a un separatismo
anti-austriaco. I dorotei (prendono
il nome dalla pasionaria Dorotea
Krapfen) premono per la doppia cit-
tadinanza, così da ricevere fondi sia
dall’Austria sia dall’Italia. Ci sono
poi i pangermanisti, guidati da Otto
Führer, che chiedono direttamente
la Anschluss con la Germania sal-
tando a pie’ pari le trascurabili Au-
stria e Svizzera.

Fratelli d’Italia A nome della destra
italiana, il partito della Meloni riven-
dica la lungimiranza con la quale il
fascismo operò in mezzo a quelle
valli, e propone di ribattezzare il Sud
Tirolo con il nome di Veneto Alpino,
spostando la capitale a Verona. Q

L’italianizzazione delle valli altoatesine è stato un fallimento. Il culto

napoletano non ha attecchito: il sangue a quelle temperature non si scioglie

San Gennaro

in Sud Tirolo

Illustrazione: Ivan Canu

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