L\'Espresso - 20.10.2019

(Steven Felgate) #1
Ho visto cose/tv

VOI NON CI GUARDATE, NOI VI INSULTIAMO

BEATRICE DONDI

LUCA BOTTURA

Il sistematico (e vendicativo) fastidio della televisione nei confronti dei ragazzi

L’incompetente


Sono piccoli, sono stupidi, sono incapa-
ci, ignoranti, vanesi, tatuati e connessi.
In poche parole non ci piacciono. Sono
i giovani, quelli che un tempo la televi-
sione vedeva come possibili fruitori e
che oggi, con malcelato disprezzo, trat-
ta come parentesi di un’equazione non
risolta. La tv in fondo è solo un ambito
lavorativo a cui generalmente i ragazzi
hanno un accesso risibile. Quindi tan-
to vale farli fuori. E se proprio ci devo-
no entrare, basta deriderli o tutt’al più
ignorarli. In un palinsesto ossessionato dal repertorio, si sta-
gliano i grandi vecchi, onnipresenti e invasivi. Ma incapaci, nel
loro bulimico desiderio di fermare l’attimo di gloria, di lasciare
la loro sapienza in eredità. Quando la Rai si butta sul digitale e
promuove Rai Play come giustamente avrebbe dovuto fare da
tempo, lancia la palla a Fiorello, un (meraviglioso per carità)
quasi sessantenne, sottolineando così di aver capito ben poco
della giusta destinazione d’uso. E mentre il mondo procede
spedito, il racconto che vi passa attraverso è immoto come le
sue facce gommose. Non c’è stato servizio che abbia resistito
alla tentazione di mandare in onda per parlare delle proteste
per il clima, l’intervista al ragazzo impreparato di turno. Sono
piccoli, non vogliono andare a scuola, per questo scioperano
di venerdì. Soprattutto non sanno di cosa parlano. Loro. Men-
tre Massimo Giletti si chiede in prima serata perché da oltre


10 anni non venga eletto un presidente
del Consiglio. Sarà solo una distrazio-
ne non c’è dubbio. Ma se perdoniamo
i giornalisti, e permettiamo ai politici
che hanno governato malamente que-
sto Paese sgualcito per oltre 20 anni
di raccontare storielle sconce su fan-
ciulle svedesi e prestazioni da Viagra,
ai ragazzi non concediamo neppure
uno spillo. Per Mario Giordano «Siamo
tutti con Greta ma non siamo gretini»,
nello studio di Quarta Repubblica in
cui campeggia un cartonato della giovane attivista, Capezzo-
ne si indigna per l’igiene dell’Occidente: «Non dobbiamo farci
la doccia: ma dove volete riportarci??». Questo è il clima sul
clima, dove Greta diventa «vittima di mercanti di bambini» a
Otto e mezzo, causa di fastidio per Feltri a Stasera Italia e così
via. Senza che a nessuno venga in mente che se mai dovesse
prendere corpo l’ipotesi di far votare i sedicenni qualcosina
nel linguaggio televisivo andrebbe seriamente modiicato. E
non solo perché Carote è un brano divertente. Poi arriva Eu-
phoria la serie brutale e armata di secchi di vernice dolorosa
che altro che Cocciante, che racconta i ragazzi, che no, non
sono felici e rubicondi. E nessun adulto la guarda veramente,
perché è più stimolante sottolineare quanto sia hard e sessual-
mente trasgressiva. Tanto sono solo giovani, sono solo il do-
mani. Sono solo piccoli. Ma non quanto lo schermo. Q

TRICOLORE
VESSILLO ABUSATO
La bandiera dei tre colori è
sempre stata la più bella, e
santi siano Sandro Pertini che la
rese inalmente vessillo di tutti,
strappandola alle varie iamme
simpatizzanti per il pelatone, e
Carlo Azeglio Ciampi, che mise
la sua autorevolezza al servizio
di cotanto lenzuolo, sottraendolo
a quelli che - con licenza - ci
si pulivano il culo, e oggi se ne
fanno cultori. Purtroppo siamo


tornati ai tempi in cui chi espone
lo stendardo sul balcone lo fa
quasi sempre per distinguersi dai
(cheppalle) buonisti, mentre il
sovranismo psichico è diventato
un’abitudine commerciale per
rincorrere i #primagliitaliani. Passi
per Coldiretti, che pure con ’sta
guerra al parmesan ha - con licenza


  • un po’ glassato i maroni, perché
    non è che possiamo esportare il
    nostro cibo ovunque, anche quello
    che abbiamo preso da altre culture,
    e poi se ce lo imitano riempiamo


le piazze per dire che il nostro
è meglio. Grazie al cardo che è
meglio: chi ha denaro si compra
quello, ma da qualche parte nel
mondo ci sarà qualcuno che si
accatta il sottoprodotto perché
costa meno. Che poi tutto ’sto vanto
delle nostre marche immacolate...
me la ricordo solo io la nota casa
che “vuol dire iducia” e faceva il
formaggio riutilizzando gli scarti? E
le bufale che erano davvero bufale,
con dentro il meglio della terra
dei fuochi? E l’olio d’oliva cento
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