Il Sole 24 Ore - 19.10.2019

(Ron) #1

10 Sabato 19 Ottobre 2019 Il Sole 24 Ore


Economia & Imprese


La banca delle 170mila forme di Parmigiano


Ilaria Vesentini


Una grande struttura bianca di


. metri quadrati, tra il verde


chiaro dei prati attorno e il verde


scuro dei boschi circostanti, dove i


robot si muovono tra  chilometri


di scalere in legno rosso d’abete e


mila “lingotti” di latte, che ripo-


sano al fresco e in silenzio, lontano


dal clamore dei dazi di Trump: è la


scena che si presentava ieri a Mon-


tese, comune montano modenese,


dove Gema Magazzini Generali Spa


ha inaugurato l’entrata a regime


del nuovo magazzino di custodia e


stagionatura del Parmigiano reg-


giano di montagna.


Si tratta del primo e più grande


magazzino in Italia, sopra i  me-


tri di altitudine, per valorizzare la


recente declinazione della Dop


“prodotto di montagna”, che oggi


coinvolge  caseifici del Consorzio
di tutela e un % della produzione

annua complessiva del re dei for-
maggi: più di mila forme di Par-

migiano reggiano, sui , milioni


totali, vengono oggi prodotte in
quota, per un valore al consumo su-

periore ai  milioni di euro, ma


un valore inestimabile per la tenuta
economica e sociale di ecosistemi

fragili come quelli montani.


Costruito nel cuore dell’Appen-
nino modenese, in una conca natu-

rale a  metri di altitudine, lo sta-


bilimento «è costato oltre  milio-
ni di euro, più di quanto avevamo

preventivato, ma sono stati neces-


sari ulteriori interventi di palifica-
zione e sistemazione del terreno,

per inserire la struttura in modo ar-


monico, sostenibile e sicuro nel
contesto montano», sottolinea Ca-

millo Galaverni, amministratore


delegato di Gema Magazzini Gene-
rali di Castelnovo di Sotto, nel Reg-

giano, società partecipata da Banco


Bpm, attraverso il Banco San Gemi-
niano e San Prospero. Con questo

intervento l’istituto non solo assi-


cura la continuità della filiera certi-
ficata secondo le rigorose regole

fissate dal Consorzio del Parmigia-


no reggiano (in montagna devono


pascolare gli animali e qui va anche
prodotto il latte e stagionato il for-

maggio per un minimo di  mesi),


ma rafforza il suo ruolo di supporto
ai casari che lavorano nelle zone

montane tra Parma, Reggio Emilia,


Modena e Bologna, che possono ot-
tenere fedi di deposito e note di pe-

gno con il deposito delle forme.


«Contiamo di rientrare dell’investi-
mento nel giro di - anni, il Par-

migiano di montagna inizia ora a


muovere i primi passi sul mercato,
ma le attese sono alte. Nel giro di un

anno siamo già arrivati a mila


forme di Parmigiano in deposito,
ovvero l’% della capienza totale,

che è di mila posti forma».


«Abbiamo ulteriormente raffor-
zato il regolamento Ue  che clas-

sifica i prodotti di montagna: la no-


stra certificazione per il Parmigiano
reggiano Dop di montagna richiede

almeno  mesi di stagionatura in
quota. Questo magazzino è fonda-

mentale per la valorizzazione del


prodotto, perché fin qui non c’era
capacità di stoccaggio nel nostro

Appennino, e darà un ulteriore im-


pulso all’apprezzamento di un pro-
dotto di altissima qualità, cui già

oggi la grande distribuzione rico-


nosce un sovraprezzo», rimarca il


vicepresidente del Consorzio di tu-


tela, Angelo Romagnoli.
Il magazzino, antisismico e ad

alta efficienza energetica, è com-


pletamente informatizzato e con-
trollato da remoto per garantire il

monitoraggio continuo della tem-


peratura (- gradi) e dell’umidità
(-%). Tredici persone, assunte

in loco dopo un percorso di forma-


zione nel quartier generale di Gema
(a Castelnovo di Sotto c’è lo storico

magazzino con mila posti for-
ma) si dividono con macchine e tec-

nologie il lavoro di prelevare ogni


forma dalle scalere, una volta la set-
timana, per spazzolarle e pulirle.

«Il Parmigiano reggiano è l’ec-


cellenza di una regione che a sua
volta primeggia in Europa per il

più alto numero di Dop e Igp () e


noi sosteniamo la produzione qui
in montagna, perché non è solo

business ma fattore di garanzia per


tenere le persone a vivere e a lavo-
rare in Appennino», commenta il

presidente dell’Emilia-Romagna,


Stefano Bonaccini.
Che nel giorno in cui sono entra-

ti in vigore i dazi di Trump ha in-


cassato da Bruxelles l’ok a sostene-
re con risorse aggiuntive i produt-

tori colpiti dai dazi.


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La banca del


Parmigiano.


Il nuovo impianto
di Gema

Magazzini


Generali


ALIMENTARE


Gema ha investito  milioni


per il magazzino più grande


sopra i  metri


L’amministratore delegato:


«In - anni rientreremo


dall’investimento»


Assobibe: con la sugar tax conti in rosso


e un aumento della disoccupazione


Enrico Netti


È un conto amaro quello della “su-


gar tax”. Nell’ipotesi di una aliquo-


ta del %, pari a  centesimi al li-


tro, la catena del valore delle bibite


perderebbe il % degli addetti ov-


vero . occupati. Tra le altre


conseguenze un calo dei volumi del


% mentre il fatturato arretrereb-


be di  milioni (-,%). A fronte


di un gettito che nelle condizioni


più favorevoli si potrebbe aggirare


intorno ai  milioni di euro.


Queste le stime di Assobibe, l’asso-


ciazione che rappresenta le impre-


se che producono e vendono be-


vande analcoliche.


«Il sentiment tra gli imprenditori


è molto negativo perché dopo anni


difficili, con contrazioni importan-


ti, non è immaginabile investire e


cercare competitività poi essere af-


fondati da tasse mirate su un singo-


lo settore. “Sugar tax” solo sulle bi-


bite, “plastic tax” sugli imballi delle


bibite. Il conto - spiega David Da-


biankov Lorini, direttore generale


Assobibe - non è sostenibile, in par-


ticolare per le Pmi. Rischiano inve-


stimenti, linee di produzione, in-


dotto, occupazione lungo la filiera.


Per  milioni stimati dal Mef af-


fondiamo l’industria e favoriamo
l’importazione dai Paesi limitrofi,

privandoci del valore economico e


sociale sul territorio».
Secondo i dati dell’associazione

nell’arco dell’ultimo decennio il


consumo di bevande analcoliche
zuccherate è passato dai quasi ,

miliardi di litri del  ai , mi-


liardi dello scorso anno. Conside-
rando la sete dell’erario tra gli ad-

detti ai lavori non si esclude l’allar-


gamento della base considerando
tassabili anche quelle bevande

senza zucchero ma con edulcoranti


alternativi di sintesi.
In tutti i casi il dg di Assobibe os-

serva che «se si vuole adottare una


misura che miri alla riduzione dei


consumi di zucchero non ha senso


intervenire su un unico alimento».
Tra gli addetti ai lavori il pensie-

ro comune è che si tratti di una mera


imposta fiscale voluta dal governo
giallorosso e camuffata da finalità

salutistiche per di più prendendo


come modello paesi con regimi e
abitudini alimentari completamen-

te diverse da quelle diffuse lungo la


penisola. Non manca poi chi si in-
terroga sulla curiosa dimenticanza

delle merendine «dove si arriva al


 o  grammi di zucchero per etto
di prodotto e questi snack, secondo

il modello Nutri-score ottengono
quasi sempre un E, il semaforo ros-

so peggiore della scala» ricorda un


imprenditore dei soft drink che pre-
ferisce non essere citato. Per di più

colpire cedrate, chinotti, gassose e
aranciate potrebbe poi portare a

consumare altre bevande come, per


esempio, birra e vino che hanno lo
stesso apporto calorico.

«Servirebbe un intervento edu-


cativo a  gradi perché difficil-
mente si disincentiva un consumo

con un tassa» ricorda Alessandro


Invernizzi, presidente onorario e
presidente onorario di Lurisia, pro-

duttore di bibite premium. Anche la


Gdo, il canale di vendita per eccel-
lenza delle bevande, boccia la sugar

tax. «Non si agevolano le famiglie


tassando quelle bibite, al contrario
il risultato sarebbe un aggravio dei

costi e una potenziale contrazione


dei consumi, senza generare alcun
tipo di output positivo in termini

educativi - commenta Giorgio San-
tambrogio, ad Gruppo VéGé -. Pro-

dotti diversi, incluse le bibite zuc-


cherate, possono e debbono essere
consumate in modo consapevole,

rispettando le giuste quantità.


L’educazione alimentare non si fa
con le tasse ma attraverso campa-

gne educative diffuse e capillari, a


cominciare dalle scuole».
Scuole dove andrebbe insegnata

anche l’alimentazione a partire dal-


la varietà della dieta mediterranea,
ricca di frutta e verdure, che rappre-

senta il migliore modello di una


corretta alimentazione, che rispetta
delle giuste dosi. Un primato cultu-

rale che forse l’Europa ci invidia.


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FISCO


L’imposta porterà un calo


dei volumi e dei ricavi


A rischio . addetti


Borrelli: incentivi per fabbriche sicure


Ilaria Vesentini


Resilienza e prevenzione sono entrate


nel lessico comune del tessuto indu-


striale, «ma occorre sensibilizzare


maggiormente la classe politica, af-


finché agevoli, attraverso sgravi fisca-


li per chi investe sulla messa in sicu-


rezza delle fabbriche, la diffusione di


processi virtuosi», è l’appello che An-


gelo Borrelli, capo dipartimento della


Protezione civile, lancia aprendo al-


l’Academia Barilla di Parma il conve-


gno “Comunità resilienti. Imprese al


centro”, organizzato da Piccola Indu-


stria Confindustria con Unione par-


mense degli industriali e gruppo Ba-


rilla, in occasione della prima “Setti-


mana nazionale della Protezione civi-


le”. Un incontro voluto dalle imprese


in quanto fulcro e motore di comunità


resilienti, «perché se spariscono le


nostre piccole imprese diffuse in con-
seguenza di catastrofi, scompare il la-

voro e quindi scompaiono le comuni-


tà, dunque pezzi di cultura che sono la
ricchezza del nostro Paese – sottoli-

nea il vicepresidente Piccola indu-


stria, Diego Mingarelli -. Per affronta-
re la sfida di rimettere in sicurezza il

nostro Paese dobbiamo fare squadra,
e non è retorica: imprese, istituzioni,

banche, assicurazioni e tutti i soggetti


che possono incentivare la prevenzio-
ne devono lavorare assieme».

A confrontarsi ieri a Parma c’era-


no sia le comunità emiliane che quel-
le marchigiane, entrambe protago-

niste negli ultimi anni di risposte co-


raggiose e solidali a eventi calamito-
si, tra terremoti, esondazioni,

nevicate eccezionali. Drammi in cui


ha dimostrato la propria forza il PGE-
Progetto gestione emergenze, creato

da Piccola industria di Confindustria


«per portare ciò che serve, quando
serve, dove serve», è il claim dell’ini-

ziativa nata nelle Marche nel  per


aiutare le imprese emiliane colpite
dal sisma, diventata nazionale dopo

le scosse dell’agosto  nel Centro
Italia, attraverso la firma di un proto-

collo con la Protezione civile. Oggi un


network di oltre  referenti territo-
riali che hanno già svolto  giorni

di attività volontaria, riconosciuta


dall'Onu come best practice di colla-
borazione pubblico-privato.

«Siamo in ritardo sulla preven-


zione sia nelle opere pubbliche sia
negli edifici privati – ammette il mi-

nistro delle Infrastrutture Paola De


Micheli, anticipando che nel decreto
terremoto in calendario lunedì pros-

simo a Roma saranno rafforzate le


misure a sostegno delle aree terre-
motate del Centro Italia -. Un ritardo

legato a questioni di consenso elet-


torale, perché le risorse per interve-
nire su nodi come il dissesto idroge-

ologico ci sono, ma i piani di inter-


vento sono cambiati quattro volte in
cinque anni e questo ha ostacolato la

messa a terra dei finanziamenti. Così


come non funziona a dovere lo stru-
mento del sisma bonus».

Sulla necessità di diffondere la cul-


tura del rischio sismico e di introdurre
l’obbligatorietà della messa in sicu-

rezza degli edifici (l’Italia è l’unico Pa-
ese in Europa che rimborsa in toto i

danni sismici ai proprietari immobi-


liari, un deterrente a investire sul-
l’adeguamento) interviene il coordi-

natore della Rete nazionale delle pro-


fessioni tecniche, Armando Zambra-
no, che domenica prossima 

ottobre sarà assieme ai colleghi vo-


lontari – ingegneri, ma anche archi-
tetti, geometri, geologi – in oltre 

piazze italiane per la II Giornata na-


zionale della prevenzione sismica:
l'anno scorso le verifiche gratuite con-

dotte su mila abitazioni hanno con-


fermato che appena il % delle case
italiane è sicuro contro un % è a for-

te rischio. E sono le due colonne mo-


bili Barilla parcheggiate nel piazzale
antistante l’Academia a chiudere me-

taforicamente i lavori di Parma: un
caso di scuola di impegno aziendale

non solo per rispondere alle emer-


genze ma per sostenere la cultura del-
la prevenzione, da diffondere tra le

imprese del Paese. Le due strutture su


camion sono in grado di erogare 
pasti caldi all’ora.

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INDUSTRIA


Protezione Civile: servono


sgravi fiscali alle imprese


che investono in sicurezza


IN BREVE


FERROVIE


Battisti: sei miliardi


alla digitalizzazione


«Innovazione, tecnologia e


digitalizzazione sono fattori


fondamentali per promuovere
lo sviluppo sostenibile del Paese

e garantire miglior qualità,


puntualità ed efficienza alle
persone. Il digitale offre infatti

una enorme possibilità di


cambiamento e discontinuità».
Lo ha detto ieri a Milano

l’ammistratore delegato del


Gruppo Fs Italiane, Gianfranco
Battisti, parlando di digitale.

Una vision che Fs sta portando


avanti con il Piano industriale
-: sei miliardi di euro

sono destinati alla tecnologia.


ANSALDO ENERGIA


Marino nominato ad


Zampini presidente


Il nuovo cda di Ansaldo Energia,


nominato dall’assemblea
tenutasi lunedì scorso, ha

nominato ieri Giuseppe Marino


nuovo ad dell’azienda. Il
consiglio ha poi deliberato di

affidare al presidente Giuseppe


Zampini (già ad della scietà),
temporaneamente e

congiuntamente all’ad, alcune


deleghe operative. Questo,
spiega una nota, anche al fine di

consentire una condivisione


temporanea delle deleghe per
favorire un più rapido ed

efficace passaggio di consegne


con il nuovo ad.


AUTOMOTIVE


Ufi Filters apre


stabilimento in India


Ufi Filters, società italiana


specializzata nelle tecnologie
della filtrazione e della gestione

termica per l’automotive, ha


aperto un nuovo stabilimento a
Bahadurgarh, centro indiano

nelle vicinanze di New Delhi. Si


tratta del terzo sito industriale
della società attivo in India e del

esimo nel mondo. Frutto di


investimenti per  milioni di
euro, lo stabilimento produrrà 

milioni di filtri l’anno, destinati


sia al mercato aftermarket
indiano che all’export.

MADE IN ITALY


Lunedes completa


l’acquisizione di Luxy


Si è conclusa infatti
l’operazione che porta la società

Luxy SpA, l’azienda italiana
produttrice di sedie per uffici, a

confluire nella Lunedes SpA


dell'imprenditore Giuseppe
Cornetto Bourlot.

Vendite in Italia in milioni di litri


Fonte: Global Data, Assobibe

2009‘10‘11‘12‘13‘14‘15‘16‘17‘


2.

3.

3.

4.

.,


2.698,


Bibite gassate zuccherate


Radiografia Nord Est,


nel fortino dell’export


il nodo è l’istruzione


C’è un’area del Paese nella quale si
è concentrata la crescita, con un

reddito pro capite superiore e tassi


di disoccupazione inferiori a quelli
della altre regioni: il Rapporto 

della Fondazione Nordest la iden-


tifica nel “pentagono dello svilup-
po”, come emerge da un indicatore

di sintesi (L’Ises, Indice di sviluppo
economico e sociale) apposita-

mente creato ed applicato alle 


province italiane. E quelle trainanti
si concentrano fra Triveneto, Emi-

lia Romagna e Lombardia (con


l’aggiunta di Firenze).
Individuare il Pentagono ha una

valenza non solo economica, ma an-


che politica, a cominciare dai suoi
punti di forza: «Ad esempio, c’è un

minore numero di giovani Neet, ov-


vero che non sono occupati né in
formazione – spiega Carlo Carraro.

Direttore scientifico di Fondazione


Nordest – Ma anche se guardiamo a
indicatori ambientali, culturali o di

efficienza della Pubblica ammini-


strazione, le differenze sono eviden-
ti: maggiori le percentuali di raccon-

ta differenziata dei rifiuti, e anche il


grado di apertura commerciale,
considerando anche il Piemonte, è

superiore alle altre regioni italiane.


Significa che l’export del Pentagono
contribuisce per la quasi totalità a

spiegare l’espansione sui mercati


esteri dell’economia italiana».
Primati che si affiancano a indi-

cazioni meno favorevoli: a comin-


ciare da quelle che riguardano
l’istruzione: la popolazione in pos-

sesso di un titolo di studio terziario
è nella media – non brillante – italia-

na. Il Pentagono, poi, «soffre del


cronico ritardo del Paese sul fronte
degli investimenti sia pubblici che

privati. Eppure proprio una ritrova-


ta capacità di investire può essere la
risposta. Oggi che esiste una preoc-

cupazione diffusa sulla riduzione


dell’attività economica, non solo a
livello italiano, servono adeguate

politiche industriali per reagire».


Nel confronto con le aree bench-
mark (le più sviluppate) d’Europa, il

Pentagono dimostra di essere al


passo per quanto riguarda Pil pro
capite, tasso di disoccupazione e

anche grado di apertura commer-


ciale, e di avere quasi completa-
mente recuperato il gap in termini

di accesso alla banda larga; molto


meno confortante il confronto su
indicatori quali quelli legati al-

l’istruzione e al rapporto fra investi-


menti e prodotto interno lordo.
«Accumulare ritardo su capitale

umano, infrastrutture e tecnologia


può mettere a rischio il futuro e la
resilienza di questa area», avverte

Carraro. Il Rapporto analizza nel


dettaglio vari temi, dalla fuga dei
cervelli all’impatto del cambia-

mento climatico. E sul fronte dei


giovani il quadro è preoccupante:
«Nel , l’anno catastrofico, se ne

sono andati mila emigrati ita-


liani; si tratta soprattutto di perso-
ne fra i  e i  anni, e il % ha una

laurea. Oltre la metà parte proprio


dal Pentagono, che non sa com-
pensare la perdita attraendo altret-

tanti talenti dall’estero».


Come strutturare un futuro sen-
za rischi? «Senza un cambiamento

delle leggi che ci governano non cre-


sceremo mai – è la tesi di Giuseppe
Bono, presidente di Fondazione

Nordest – dobbiamo accorciare il
processo decisionale; nelle nostre

aziende facciamo scelte rapide, poi


usciamo e i tempi si allungano all’in-
finito. Impensabile dover passare

trenta uffici e più per avviare un in-


vestimento privato».
Ma il quadro al quale guardare –

avverte Emma Marcegaglia, del-


l’advisory board – è ancora più am-
pio e complesso: «Stiamo andando

incontro a una decrescita dell’eco-


nomia mondiale; ci sono fatti og-
gettivi, come la guerra dei dazi, e

nuove incertezze alimentate ogni


giorno. L’imprenditore è nella po-
sizione più difficile, perché deve

prendere delle decisioni senza sa-


pere che cosa accadrà. Mi auguro
che l’Europa sappia fare scelte co-

raggiose e una grande politica di


investimenti, all'insegna della cre-
scita e della stabilità».

—Barbara Ganz


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TERRITORI


Quasi recuperato


il gap con l’Ue sull’accesso


alla banda larga


I NUMERI


11


Le province coinvolte
L’indice Ises, che misura

sviluppo economico e sociale, è


appositamente creato ed
applicato alle 11 province

italiane. E quelle trainanti si


concentrano fra Triveneto,
Emilia Romagna e Lombardia,

con l’aggiunta di Firenze.


L’export di questo del
Pentagono dello sviluppo

contribuisce per la quasi totalità
a spiegare l’espansione sui

mercati esteri dell’economia


italiana. I tassi di reddito pro
capite, qui, sono superiori a

quelli medi nazionali, i tassi di


scolarizzazione più elevati, la
disoccupazione è più bassa e

migliori sono i tassi


di riciclo dei rifiuti.

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