CorrieredellaSera Giovedì17Ottobre2019
CRONACHE
25
F
rugai tra icontatti del
telefonoerimasi per
un attimo indeciso se
chiamareunnumero
che non sentivoda
tempo.
«Stoandandoafareun’in-
tervista» dissiamia sorella
Dylan.«A un’attricefamosa.
Accusa una persona molto
potentediunreatopiuttosto
grave». (...)
Altelefono, quel giorno di
febbraio, rimase un attimo in
silenzio. «E mi chiedi uncon-
siglio?» disse infine. Le sue
accuse e le domande che era-
no rimaste in sospeso tra noi
in merito al mio aver fatto ab-
bastanza,eaverlo fattoin
tempo, per sostenerla, aveva-
no messo una distanza tra noi
che nellefotodella nostra in-
fanzia nonc’era.
«Sì, ti chiedo unconsiglio»
dissi.
Sospirò. «Be’, questaèla
partepeggiore. La massa di
pensieri. L’attesa che la storia
esca. Ma unavolta uscita è tut-
tomoltopiù facile. Dovresti
dirle soltantoditenereduro.
È come strappare via uncerot-
to». «Se riesciaincastrarlo»
aggiunse Dylan «non fartelo
scappare, d’accordo?»
LatelefonataaWoody
Nel frattempo, ancheWein-
stein stava dandosi da fare per
contosuo. Mentresettembre
lasciavailpostoaottobre, si
rivolse alla figura chiave delle
sue rivendicazioni su un pos-
sibileconflittod’interesse.
Chieseauna delle assistenti
di fare latelefonata.
Su un set cinematografico
di CentralPark, un’altra assi-
stenteallungò iltelefono a
Woody Allen.
A Weinstein serviva un ma-
nuale d’istruzioni strategico,
perrespingereleaccuse di
molestie sessuali e per sapere
comecomportarsicon me.
«Come hai affrontato la fac-
cenda?» chieseWeinstein a
uncerto punto. Chiese ad Al-
len di intercedereinqualche
modo. Allen scartò immedia-
tamentelaproposta, ma ri-
battéche la sua esperienza
poteva tornargli utile.
Quella settimana, le ricevu-
tedellacarta di creditodi
Weinsteinregistrarono l’ac-
quisto di un libro di interviste
scrittodauno degli ammira-
tori incalliti di Allen, che do-
cumentava tutti gli argomenti
schierati incampo da lui e dal
suo esercitodiinvestigatori
privatieaddetti stampa per
infangare la credibilità di mia
sorella, del pubblico ministe-
roediungiudiceche aveva
ipotizzato che la ragazza stes-
se dicendo laverità.
«Gesù, mi spiacedavvero
tanto» disse Allen aWeinstein
al telefono. «Buonafortuna».
***
Quandoirevisoricomin-
ciaronoachiamarelefonti a
tappeto,Weinstein raddoppiò
le minacce. Il primo lunedì di
ottobremandò al «New
Yorker» la prima lettera dei
mancò lavoce.
«Nessuna storia perte» dis-
si. Ognivolta che avevarac-
contato la sua storia, da bam-
bina e anche in seguito, aveva
sempreavutolasensazione
che le persone sivoltassero
dall’altra parte. «Giusto» ri-
spose lei.Per ogni storia rac-
contata,cen’erano innumere-
voli altre,come la sua, che
non lo erano state.
LeombrediAsia
Asia Argento incarnava, più di
ogni altrafonte, un groviglio
dicontraddizioni. Dopo aver
partecipato alla mia inchiesta,
raggiunse un accordo econo-
micocon un attore, Jimmy
Bennett, il quale sosteneva
che Asia aveva fatto sessocon
lui quando avevadiciassette
anni. (...) la stampa sottolineò
lacontraddizione stridente
fra l’uso di un accordodiri-
servatezza da parte dell’attrice
e le sue accuse di essere vitti-
ma di uno che li impiegava
d’abitudine.
Quest’ultima vicenda non
ha alcun riflesso su unaverità
incontrovertibile: la storia di
Asia Argento su HarveyWein-
steinreggeva,corroborata da
resoconti ditestimoni oculari
e di persone cui era stata rife-
rita all’epoca. I perpetratori di
abusi sessuali possono anche
esseredei sopravvissuti. Ma
questa idea ha poco credito in
un ambiente doveci si aspetta
che le vittime siano dei santi,
o altrimentivengono liquida-
te come peccatori (...).
Nelcorso delletelefonate
di quell’autunno, Asia sem-
bravaconsapevole che la
suareputazione era troppo
compromessa, che l’ambiente
in Italia era troppoferoceper-
ché lei potesse sopravvivere al
processo. (...) Mentre l’attrice
si dibattevanell’indecisio-
ne, il suocompagno, lo
chef Anthony Bourdain,
intercedettepiùvolte. Le
disse di andareavanti, che
nevaleva la pena, che avrebbe
fattoladifferenza. Argento
decise di parlarepubblica-
mente.
***
Quella sera, mentreuscivo
dal lavoro,Remnick mi chia-
mò per dirmi di esserestato
contattatodalcompagno di
Asia Argento, Anthony Bour-
dain. In passato Bourdain ave-
vaappoggiatol’intenzione di
Asia di parlare, ma avvertii lo
stesso un tuffo al cuore: spes-
sissimo le donne che avevano
deciso di tirarsi indietrolo
avevano fattoper intervento
di un marito, un fidanzato, un
padre. Esserecontattati da fi-
guresignificativedirado era
forierodibuone notizie. Ma
tutte leregole hanno delle ec-
cezioni: Bourdain aveva detto
aRemnick che ilcomporta-
mentopredatorio diWein-
stein era nauseante, che «tut-
ti» lo avevano saputoper
troppotempo. «Non sonore-
ligioso» avevascritto. «Ma
prego che abbiate laforza per
pubblicare questa storia».
©2019RONANFARROW
©2019RCSMEDIAGROUPS.p.A.,Milano
Proprietàletterariariservata
Esce oggi per Solferino
Predatori , diRonan
Farrow, cronaca dello
scandaloWeinstein: qui
pubblichiamo qualche
stralcio.Farrowscrive, ad
esempio, che un tabloid
protesse Trump; che
Weinstein aveva ricattato
la tv Nbc, e se avessero
parlato dello scandalo
avrebbe indicato fra i loro
giornalisti un predatore; e
che amici diWeinstein, tra
cui Hillary Clinton, una
volta saputo dell’inchiesta
avevano isolatoFarrow.
Smascherare Weinstein
In «Predatori» Ronan Farrow racconta la costruzione
dell’inchiesta che scatenò il #metoo, di come il produttore
di Hollywood usò le accuse di sua sorella Dylan al padre
Woody per screditarlo.Edegli incoraggiamenti di Bourdain
suoi avvocati. (...) La lettera ri-
sentivachiaramentedellare-
centeconversazione diWein-
steinconWoody Allen. Har-
der (unodegliavvocatidi
Weinstein,ndr) dedicavadi-
verse pagine all’argomenta-
zione secondo cui l’aggressio-
ne sessuale ai danni di mia so-
rella mirendeva inadatto a oc-
cuparmi diWeinstein. «Il
signorFarrowha dirittoalla
sua rabbia privata» scrisse
Harder. «Ma nessun editore
dovrebbe permettereche
questi sentimenti personali
creinoediano sostanza a
un’inchiesta infondata e diffa-
matoria nata dalla sua animo-
sità personale».
Lavocedell’orco
A qualche isolato di distanza,
mi sedettiauna scrivania li-
bera del «NewYorker» e chia-
mai laWeinstein Company
per avere uncommento. Ilre-
ceptionistconcui parlai mi
«Non sei riuscitoasalvare
una persona a cuivolevi bene
e adesso pensi di poter salvare
tutti». Lo disse sul serio.Ve ni-
vada credere che stesse bran-
dendo un detonatorecontro
Aquaman.
Gioiaamara
La primavolta che vidi mia
sorella Dylan dopo l’uscita de-
gli articoli, lei saltò in piedi e
mi abbracciò. (...) Ripassai
mentalmenteimmagini di
Dylan e me (...) Ricordai men-
tre posizionavamo quei mitici
re e draghi di peltro, e il risuo-
nare di unavoceadulta che la
chiamava. L’espressione spa-
ventata,terrorizzata. La sua ri-
chiesta: se mi succede qualco-
sa di brutto,verrai ad aiutar-
mi? E io che glielo promette-
vo. Incampagna,con la figlia
che ci sgambettavaintorno,
mi disse che era orgogliosa
dell’inchiesta. Era grata. Sape-
vache era stata dura. E qui le
●
Illibro
«PREDATORI»
❞La prima
volta
che vidi
mia sorella
dopo
l’uscita
degli
articoli,
lei saltò
in piediemi
abbracciò...
Le mancò
la voce. Per
ogni storia
raccontata,
ce n’erano
innumere-
voli altre,
come la sua,
che non lo
erano state
❞Bourdain
disse
aRemnick
che il
comporta-
mento
predatorio
di
Weinstein
era
nauseante
«Non sono
religioso»
aveva
scritto. «Ma
prego che
abbiate la
forza per
pubblicare
questa
storia»
Loscandalo
●Aottobre
2017si
moltiplicarono
leaccusedi
reatisessualia
suocarico:
circa80donne,
dallecolonne
del New Yorker
edel New York
Times ,ne
denunciarono
violenze,abusi,
molestie
●Weinstein
dovette
lasciarelesue
aziende.Nel
2018fu
arrestatoe
rilasciatosu
cauzione
Produttore
HarveyWeinstein,
67anni,èuno
deifondatori
dellaMiramax.
Haprodottofilm
moltocelebri
come Pulp Fiction
e Shakespeare
in Love
diRonanFarrow
disse intono nervoso che
avrebbecontrollatoseWein-
stein era disponibile.
Poi udii la familiarevoce ro-
cabaritonale. «Wow!» disse
conentusiasmo beffardo. «A
cosa devo l’onore?» Il fiume di
inchiostro scritto su di lui pri-
maedopo di rado si soffer-
mavasuquestoaspetto: era
piuttostodivertente. Ma era
facile non accorgersene
quando passavafulminea-
mente alla rabbia (...).
Ilpremio
●Ilpremio
Pulitzerperil
giornalismodel
2018fu
assegnatoal
New York Times
eal New Yorker
peravere
messoinluceil
casoWeinstein.
Tragliautori,
RonanFarrow
●Ronan
aveva
appoggiatola
sorellaDylan
quandolei
avevaaccusato
ilpadre,Woody
Allen,diabusi
sudileiinetà
tenerissima
Giornalista
RonanFarrow,
32anni,èilfiglio
diWoodyAllene
MiaFarrow.È
giornalista,ma
primaancora
avvocatoe
consulente
governativo