La Stampa - 23.10.2019

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Ilaria Bonacossa alla sua terza Artissima, confermata direttrice dal consiglio della Fondazione Torino Musei fino al 2021

Foto

Nell’arte le donne
sono nel sistema: chi
ci chiamava “bellina,
biondina” non ha
più potere oggi

Verso Oriente

Abbiamo osato
con l’Hub Middle East
e unito realtà
inconciliabili: solo
privati, niente governi

Omaggio a “Italian
job” girato a Torino:
il bus sospeso
sul precipizio
è l’Inghilterra

1


All’Egizio

ELISA CASSISSA


C’


è un fil rouge
che conduce in
Oriente e uni-
sce due impor-
tanti mostre
inaugurate a
Torino in questi giorni, con il
Giappone protagonista. Da
«Hokusai, Hiroshige, Hasui.
Viaggio nel Giappone che
cambia», alla Pinacoteca
Agnelli, sino a «Guerriere del
Sol Levante», il capoluogo sa-
baudo si tuffa nell’arte e nella
cultura nipponiche.
Al Lingotto sono esposte le
opere di due grandi Maestri
del cosiddetto Mondo Flut-
tuante dell’800, Katsushika
Hokusai (1760 - 1849) e Uta-
gawa Hiroshige (1797 -
1858), insieme alle stampe
moderne di Kawase Hasui
(1883-1957), pittore espo-
nente del movimento shin
hanga («nuove stampe»). Si
tratta di immagini che hanno
influenzato l’iconografia
mondiale e che rappresenta-
no nella memoria collettiva
l’essenza stessa del Giappo-
ne. Negli anni ’30 si affermaro-
no quelle dedicate alle casca-
te e ai ponti famosi del Giappo-
ne, anche se fu con le Trenta-
sei vedute del monte Fuji che
Hokusai s’impose come gran-
de maestro. Da allora in avan-
ti nessun artista del Mondo
Fluttuante si riferì alla sua
opera. Fece scuola soprattut-
to La Grande Onda presso la
costa di Kanagawa, che in un
anfratto dei ricordi di tutti noi

ha preso il suo spazietto.
Il percorso espositivo, divi-
so in quattro sezioni temati-
che, propone 100 straordina-
rie silografie dei tre maestri.
L’esposizione è curata da Ros-
sella Menegazzo, docente
all’Università di Milano, e Sa-
rah E. Thompson curatrice
del Boston Museum of Fine
Arts, ed è organizzata dalla
Pinacoteca Agnelli in collabo-
razione con il Museum of Fi-
ne Arts, Boston insieme a
MondoMostre. Main partner
del progetto è Fiat.

Guerriere in kimono
Al Mao, invece, nella mostra
organizzata da Yoshin Ryu è di
scena la donna guerriera: on-
na-bugeisha era preparata al-
la difesa delle dimore, adde-
strata all’uso di svariate armi,
alle battaglie campali e anche
all’eventualità di darsi la mor-
te. Tra le opere armi originali,
una corazza decorata di un’ar-
matura di scuola Myochin, di-
pinti , stampe, kimono, utensi-
li. Poi video e una vasta colle-
zione di oggetti rari e preziosi
legati al mondo dei manga, de-
gli anime e del cinema che han-
no raccolto l’eredità delle don-
ne guerriere con personaggi
come Wonder Woman, Lady
Oscar, Sailor Moon e la Princi-
pessa Leia di Star Wars. —
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Pinacoteca Agnelli,
fino al 16 febbraio «Hokusai, Hiroshige, Ha-
sui. Viaggio nel Giappone che cambia».
Mao,
fino al 1 marzo «Guerriere dal Sol Levante».

La direttrice di Artissima che apre il 31 ottobre con il tema “Desiderio/censura”

Ilaria Bonacossa

“Si vive nel terrore dei giudizi

liberiamoci dal perbenismo”

L’esperimento Hub resterà
nelle prossime edizioni?
«Nel 2020 vorrei puntare
sull’Africa e non solo per il te-
ma immigrazione ma per evi-
denziare come questo conti-
nente faccia parte della no-
stra cultura».
Ora il programma non ri-
schia di essere troppo fitto?
«Forse sì, su “Back to the Fu-
ture” mi faccio delle doman-
de, fino a qui abbiamo rimes-
so in primo piano nomi di li-
vello, ma a un certo punto si
rischia di tirare fuori dei car-
cassoni dallo scantinato».
Per la mostra «Abstract
sex»si è data dei limiti?
«L’ho affidata a due curato-
ri e mi sono tolta il problema.
L’abbiamo tenuta fuori dalla
fiera proprio per poterla vie-
tare e avvertire il pubblico
dei contenuti sensibili. Ha
avuto più reazioni perbeni-
ste di quanto pensassi, molti
dei soggetti che ho provato a
coinvolgere mi hanno chie-
sto: “Ma è porno?”. Io crede-
vo mi saltassero addosso co-
me mosche sul miele per il te-
ma spendibile».
Perbenismo dovuto a Tori-
no o al momento?
«Qualche obiezione conser-
vatrice esce dalla città, inve-
ce la scia post #metoo è glo-
bale: viviamo in tempi in cui
tutti sono terrorizzati dal giu-
dizio di qualcun altro e ci si
autocensura. In “Abstract
sex” c’è un video in cui un uo-
mo si masturba, comunque
nulla che non trovi digitando
su internet».
Internet però ha oscurato la
pubblicità della fiera.
«Ci hanno proibito i social,
“per scene di nudo implicito”
concetto bizzarro. Ci hanno
dato ragione eppure nessu-
no ha voluto rischiare di

sbloccare l’algoritmo. Negli
Usa è nato un tavolo di lavo-
ro su come si possono diffon-
dere immagini d’arte oggi».
Il #metoo ha portato a un
cambio di linguaggio
nell’arte?
«La mia impressione è che
l’arte avesse già superato la
fase deleteria. Gli uomini im-
portanti che ti chiamavano
bellina o biondina non sono
più in circolazione. Molto
probabilmente Achille Boni-
to Oliva è ancora così oppure
Sgarbi. Lui, la prima volta
che è venuto in Fondazione
Sandretto, mi ha accarezza-
to la schiena passando per la
sala. Non voleva nulla, ov-

vio, ma era proprio un atteg-
giamento legato a quella ge-
nerazione. Non credo siano
più al potere, da noi il ricam-
bio generazionale c’è stato,
le donne sono entrate prepo-
tentemente nel sistema. Il
gallerista con l’assistente su-
per carina trattata con super-
ficialità si è estinto, oggi pre-
feriscono tutti avere una ca-
pace e grintosa e al diavolo
l’aspetto fisico».
E le artiste quanta importan-
za hanno?
«Ecco. Nella lista dei dieci
più pagati al mondo c’è solo
una donna e anche nei
board le donne guadagna-
no meno».

Lei guadagna meno di un
suo parigrado uomo?
«Non lo so. Temo che ogni
volta che si sostituisce un uo-
mo con una donna in un ruo-
lo di rilievo si abbassi lo sti-
pendio. La donna ha molta
voglia di avere una posizione
mai raggiunta prima è accet-
ta. Ci sono ancora storture
da aggiustare. Noi italiane
però, per fortuna, siamo cre-
sciute un po’ più sofisticate
sulle questioni di genere. Ne-
gli Stati Uniti hanno alzato
delle barriere, rinunciato al-
la seduzione per paura. Da
noi si ragiona ancora».
Torino centro del contem-
poraneo in questo mese. Co-

sa ha di speciale?
«È aperta al talento, i giovani
possono parlare con le istitu-
zioni. A Milano non succede,
c’è un muro di burocrazia
mentre sull’innovazione l’oc-
casione è tutto. A Torino
aprono gallerie giovani, Crip-
ta 747 è uno degli spazi no
profit più interessanti di Ita-
lia. Nasce Torino Social Im-
pact, Sothebis Real Estate sta
comprando tanto in città e
non è solo per i prezzi più bas-
si che altrove: Genova costa
la metà, ha palazzi meravi-
gliosi e non cercano lì».
È così dinamica?
«Credooggi stia meglio di Ro-
ma, poi le crisi a catena hanno

messo in difficoltà tutti. Tori-
no soffre di più perché ha l’ec-
cezione Milano vicino».
In questa Artissima c’è pure
un omaggio al film «Italian
Job» che compie 50 anni.
«Ricalca il finale in sospeso
del film originale girato a To-
rino. Teoricamente sarà il
weekend della Brexit: l’auto-
bus in bilico sul precipizio è
l’Inghilterra. La mia unica
certezza è sentirmi europea
e la situazione in Gran Breta-
gna è un grosso calcio alle
mie convinzioni. Se loro la-
sciano l’Europa speriamo di
trovare un altro equilibrio, di
non far cadere il bus». —
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Torino e dintorni 1. La sala manga della mostra «Guerriere del Sol Levante» al Mao. 2.Katsushika Hokusai «Rihaku» (1833-1834 circa), alla
Pinacoteca Agnelli. 3. Man Ray. «Les larmes», (1930-1932) a Camera. 4. «Chicacoland», Vivian Maier alla Palazzina di Caccia di Stupinigi

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GIORGIO PEROTTINO


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In viaggio

L’onda lunga

del Giappone

tra riti e manga

L


ische conficcate in gola, morsi di serpenti e scorpioni,
malattie e sventure erano scongiurati dagli antichi egizi
grazie agli amuleti. Nel week end dell’arte, da venerdì 1
a domenica 3 novembre, il Museo Egizio è aperto. Alle 10.10
le famiglie possono partecipare a uno speciale laboratorio
(costo 10 euro a persona) durante il quale impareranno a
creare il proprio amuleto magico. Si prosegue alle 15.10 con
«Una fame da Oltretomba», una visita guidata (5 euro) per
scoprire le pietanze di faraoni e divinità. Osservando curiosi
reperti, cibo e ricette da cucina perfettamente conservati e le
raffigurazioni nelle tombe si svela la «tavola» degli antichi abi-
tanti della Valle del Nilo. Oltre le abitudini alimentari si rivela-
no le tecniche di coltivazione, le attività di caccia, pesca e alle-
vamento. Continua intanto la mostra «Archeologia invisibi-
le» che ha come obiettivo quello di illustrare principi, stru-
menti, esempi e risultati della meticolosa opera di ricomposi-
zione di informazioni, dati e nozioni resa oggi possibile
dall’applicazione delle scienze alla propria disciplina e, in par-
ticolare, allo studio dei reperti. E.CASS. —
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L


e donne di Man Ray, dietro e davanti all’obiettivo, nella
mostra di Camera (Via delle Rosine, 18. Torino, fino al 19
gennaio). Signore che occupano lo spazio, se lo prendo-
no, esaltate dall’estro di un genio che le ha sempre sapute ri-
trarre e che dedica pure 50 scatti alla donna che ha sposato. Ve-
re e proprie lettere d’amore. Ancora bianco e nero nelle foto-
grafie di Vivian Maier (alla Palazzina di caccia di Stupinigi, fi-
no al 12 gennaio). Lei, madre della street photography, e la
sua vasta quantità di negativi sono stati scoperti soltanto nel
2007, grazie alla tenacia di John Maloof, giovane americano fi-
glio di un rigattiere. Trovato per caso il tesoro, il giovane ha
pubblicato alcune immagini su Flickr e incuriosito ha fatto una
ricerca. Ha scoperto che le foto erano state fatte da una donna
che aveva lavorato per tutta la vita come bambinaia a Chicago.
Una storia che funzionerebbe anche dentro «Transmission»
(Museo del Risorgimento di Torino, fino al 30 agosto): 60 im-
magini di grande formato (di cui alcune inedite) di Tiziana e
Gianni Baldizzone sulla trasmissione del sapere e sulla relazio-
ne maestro-allievo, catturate in tutto il mondo. —
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INTERVISTA


MERCOLEDÌ 23 OTTOBRE 2019 SPECIALELASTAMPA III

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