La Stampa - 23.10.2019

(nextflipdebug5) #1

STEFANO PRIARONE


Se il fumettista parmense
Leo Ortolani, secondo la
sua definizione, non è l’a-
mante del cinema, ma il ma-
rito, l’amico torinese Pier
Giuseppe Fenzi ne è lo stal-
ker. ‹‹Definirmi cinefilo è
forse riduttivo: il mio amo-
re per la Settima Arte è enor-
me e mi accompagna fin dal-
la tenera età – dice Fenzi,
grande esperto di cultura
pop. Leo ed io condividia-
mo questa grande passione,
soprattutto nei casi in cui il
cinema si fonde con l’altro
nostro medium preferito, il
fumetto››.
Dopo aver terminato la
sua serie comico-supereroi-
stica di Rat-Man nel 2017
(raro caso nel quale una
pubblicazione a fumetti fini-
sce per ragioni artistiche e
non per scarse vendite) Or-
tolani lavora anche più di
prima con graphic novel e
pubblicazioni varie, come
Cinzia (Bao), spin-off dedi-

cato alla trans innamorata
di Rat-Man, Rat-Boy (Pani-
ni) versione di Playboy con
Rat-Man. O come «Il buio
colpisce ancora» (Bao), nuo-
vo volume (dopo «Il buio in
sala» del 2016) di diverten-
tissime recensioni di film a
fumetti che presenta stase-

ra alle 21 al Circolo dei Let-
tori (via Bogino 9).
Ortolani passa con non-
chalance dai blockbuster di
Marvel e DC Comics ai film
«d’autore» come «Chiama-
mi con il tuo nome» di Luca
Guadagnino, stroncandoli
(quasi) tutti e mettendo nel-

le recensioni la propria quo-
tidianità, passata (il Leo ra-
gazzino che amava Star
Trek) e presente (la moglie,
le figlie, l’amico Marcello so-
dale di tante visioni in sala).
Fenzi, grande fan dei film
Marvel e di «Chiamami con
il tuo nome» è spesso in di-
saccordo con l’amico: ‹‹Mi ir-
rita profondamente leggere
certe sue recensioni - dice -.
Ci sono dei casi in cui gli fa-
rei del gran male fisico, ma
per me è come un fratello, fi-
guriamoci se si litiga per il
diverso apprezzamento nei
confronti di un film! Ci si
confronta sempre con piace-
re: io sono assai più “fuman-
tino” di lui, quindi anche un
semplice film di robottoni
come “Pacific Rim” può di-
venire per me motivo di ac-
cese discussioni››.
Di recente però Fenzi si è
trovato d’accordo con l’ami-
co nella stroncatura online
dell’acclamato «Joker» di
Todd Phillips, Leone d’oro a
Venezia con una vignetta
che cita il biglietto che il fu-
turo nemico di Batman mo-
stra alle persone per giustifi-
care gli incongrui scoppi di
risate. ‹‹In questo caso sareb-
be stato impossibile non es-
serlo - conclude -. Entrambi
lo consideriamo un film ibri-
do, né carne, né pesce, piut-
tosto ruffiano sia nei con-
fronti degli spettatori più so-
fisticati che degli appassio-
nati di fumetti››. —
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TIZIANA PLATZER


S


ta in giro per le Ogr,
tiene le masterclass
davanti a platee piene
e silenziosamente
concentrate, ma chi lo incon-
tra e gli chiede una fotografia
è come se lo vedesse con un’al-
tra lente: è come se lo guardas-
se nella tutina da supereroe.
Sì, quella che ha disegnato lui
per la pazzesca, normale fami-
glia dai superpoteri, quei cin-
que de «Gli incredibili» nati
dalla sceneggiatura e regia di
Brad Bird, uno dei Premi
Oscar ospiti al View Festival
in programma fino a venerdì
25 alle Ogr.
Sono trascorsi 15 anni ma
quei genitori con i due pargo-
li in mascherina nera è come
se li avessimo appena cono-
sciuti: da dove sono sbucati?
«Io avevo in mente un solo per-
sonaggio, ma nel mentre che
cercavo di sviluppare l’idea ar-
rivavano spontanee le doman-
de: e se quest’uomo fosse un
supereroe? E se avesse una
moglie? E se anche lei fosse
un’eroina? E se ci fossero dei
figli? Anche loro con dei pote-
ri? La storia l’ho creata da un
processo di domande fatte a

me stesso. Poi Steve Jobs mi
mi ha chiesto se volevo far par-
te della Pixar e lì è iniziata la
realizzazione del film».
La sua famiglia ha degli Incre-
dibili?
«Il significato di quel film l’ho
capito qualche anno dopo la

sua uscita. Avevo incontrato
mi moglie e avevamo messo
su famiglia, e io mi dibattevo
su come sarei riuscito a essere
un buon padre e un buon mari-
to, facendo dei film. Il cartoon
racconta come trovare un
equilibrio fra normalità e

straordinarietà: a cui non si
vuole rinunciare».
Lei ha doppiato Edna, la stili-
sta mignon dei supereroi: co-
me mai non un’attrice?
«Durante la lavorazione il
gruppo fa le voci di prova e io
avevo provato Bob e Edna,
che in effetti mi veniva bene.
Così ero economico e disponi-
bile e in inglese lei ha la mia vo-
ce, ma non cambiato lavoro».
È uno dei rari registi che lavo-
ra in live action- ha diretto
«Mission Impossibile: Proto-
collo Fantasma» - e in anima-
zione con lo stesso successo:
come passa da un linguaggio
all’altro?
«In questo momento sto lavo-
rando a un progetto live ac-
tion che avrà dentro 25 minu-
ti di animazione (con le musi-
che composte dal Michael Gia-
chino, Oscar per «Up» e anche
lui al View ndr) e il campo lun-
go o quello medio, o la grafica
sono solo i mezzi per arrivare
al risultato. Io amo il cinema e
non sento differenze».
Due Oscar: è un supereroe?
«Molti pensano che noi registi
lavoriamo per vincere i pre-
mi, invece il premio è la possi-
bilità di fare film in un’arte co-
sì costosa e complicata. Poi
spero di vincerne altri». —
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FRANCESCA ROSSO
Conversare deriva dal lati-
no cum, insieme, e versari,
trovarsi, dimorare. Stasera
alle 20.45 Torinodanza pro-
pone alla Lavanderia a va-
pore di Collegno «Conver-
sation. Dialogo aperto con
la danza». La danzatrice e
coreografa torinese Ambra
Senatore che dirige il Cen-
tre Choréographique Natio-
nal de Nantes, incontra il fi-
sico Mario Benassai e l’a-
strofisica Mariateresa Cro-
sta. Nascerà uno spettacolo
che il festival, organizzato
dal Tst, ospiterà il prossimo
anno.
Cosa è per te la danza?
«Un mezzo per incontrare,
condividere, scoprire e ap-
prezzare le differenze. È re-
lazione, confronto».

Cosa succederà stasera?
«Difficile dirlo. Ognuno di
noi può capire solo in parte
i mestieri degli altri, che pu-
re ci affascinano. Benassai
lavora da 30 anni nello Spa-
ce Business, Crosta si occu-
pa di relatività e viaggi nel
tempo, io di coreografia.
Nei nostri incontri vengono
fuori punti comuni o distan-
ti, fra danza e parole».
Quali i temi comuni?
«Creare e immaginare sono
alla base di ogni attività: an-
che uno scienziato ha un mo-
tore immaginario che lo
muove, come una danzatri-
ce. La scienza non è esatta
come pensiamo, anche qui
regna il dubbio. Così ci apria-
mo alla conversazione-spet-
tacolo con il pubblico».
Da cosa nasce l’esigenza di
confronti fuori dal mondo
artistico?
«Dalla crisi, dal senso di re-
sponsabilità. Mi sono chie-
sta quale può essere il ruolo
di chi ha fortuna di fare un
mestiere come il mio. Non
sono mai partita da un te-
ma ma da un’immagine o
un desiderio compositivo.
Sono sempre andata verso
il coinvolgimento di pubbli-
ci diversi, oggi vado verso il
coraggio di dire le cose in
modo esplicito».
Quando la danza si apre,
che cosa incontra?
«Un benessere collettivo.
Con gli altri possiamo stare
meglio, andare verso una co-
munità, un mondo di colla-
borazione e convivenza». —
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FRANCA CASSINE


Se l’inaugurazione della
nuova stagione la scorsa
settimana è stata celebra-
ta con applausi scroscian-
ti, pubblico in visibilio e
ben quattro bis da parte
dell’incredibile Alexan-
der Romanovsky, l’Unio-
ne Musicale continua a
puntare sulle stelle della
tastiera. Stasera alle 21 al
Conservatorio Giuseppe
Verdi sarà ospite il france-
se Alexander Tharaud
che arriva per la prima vol-
ta a Torino. Salutato dalla
critica mondiale come il
«nuovo» grande pianista
francese, è un artista di
spessore che si esprime
anzitutto con la musica,
ma non disdegna collabo-
razioni di ampio raggio.
L’eterogeneità della sua
attività si riflette in lavori
cui affianca registi teatra-
li, ballerini, coreografi,
scrittori, registi cinemato-
grafici e televisivi, non-
ché musicisti al di fuori
del regno della classica.
La sua straordinaria di-
scografia che conta 25 al-
bum da solista, la mag-
gior parte dei quali ha rice-
vuto importanti riconosci-
menti, presenta un reper-
torio che spazia da Coupe-
rin, Bach e Scarlatti, pas-
sando per Mozart, Beetho-
ven, Schubert, Chopin,
Brahms e Rachmaninov
ai maggiori compositori
contemporanei. Tharaud
è un solista ricercato che è
apparso al fianco di molte
orchestre, tra le più presti-
giose al mondo nelle più
importanti sale da concer-
to. Attento alla musica di
oggi, ha recentemente
eseguito in prima assolu-
ta un inedito concerto per
la mano sinistra compo-
sto per lui da Hans Abra-
hamsen. Ha pure recitato
nel film «Amour» del regi-
sta austriaco Michael Ha-
neke nei panni del piani-
sta Alexandre e spesso
partecipa a spettacoli di
teatro e di circo.
Sul palco di piazza Bo-
doni questa sera sarà im-
pegnato in un recital
che, attraverso un raffi-
nato gioco di rimandi,
abbraccia due secoli di
tradizione francese, dal
barocco ai primi del No-
vecento con pagine di
Couperin, Pancrace
Royer, Debussy, Ra-
meau, Hahn e Ravel. —
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AMBRA SENATORE


“La mia danza


è un dialogo


con un fisico


e un’astrofisica”


Ambra Senatore

INTERVISTA


MARCO BORGGREVE


BASTIEN CAPELA


INTERVISTA


unione musicale

Debutta in città


Alexander


Tharaud


étoile del piano


Alexander Tharaud

Robert «Bob» Parr, alias Mr. Incredibile

BRAD BIRD Il premio Oscar protagonista alla View Conference alle Ogr


Le masterclass durano fino al 25 coi maestri del cinema d’animazione


“Tanto Incredibili

quanto normali”

Leo Ortolani in una vignetta con Joker

il fumettista leo ortolani stasera al circolo dei lettori

Se il papà di Rat-Man


se la prende coi blockbuster


e stronca l’acclamato Joker


Il regista Brad Bird

56 LASTAMPAMERCOLEDÌ23 OTTOBRE 2019


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