Il Sole 24 Ore - 23.10.2019

(Joyce) #1

Il Sole 24 Ore Mercoledì 23 Ottobre 2019 15


Finanza


Mercati


Fondazioni, sponda con Unipol


per tentare le nozze Ubi-Bper


BANCHE


L’idea di un’alleanza


è accarezzata da diversi soci


dei due istituti ex popolari


Le banche sono compatibili


per dimensioni, qualità


degli attivi e azionariato


Luca Davi


Laura Galvagni


La strada principale in vista di un’ag-


gregazione, per Ubi, porterebbe verso


BancoBpm: i segnali di fumo tra le


parti non mancano e l’incastro, alme-


no sulla carta, avrebbe il suo senso. Ma


sul mercato non pochi si interrogano


sulle possibili alternative per la banca


bresciano-bergamasca. E l’opzione


che oggi appare più intrigante, benchè


non priva di ostacoli, sembra portare


a Modena, dove ha base Bper. Banca


che per dimensioni, qualità degli attivi


e, in particolare, assetto azionario


sembra offrire la migliore combina-


zione potenziale con il gruppo guidato


da Victor Massiah.


L’idea di un’alleanza tra Ubi e Bper,


a quanto risulta a Il Sole  Ore, sembra


essere accarezzata da diversi grandi


soci dei due istituti ex popolari. Del re-


sto, a favorire un possibile innesco per


una fusione tra i due gruppi sarebbe


proprio la presenza di interlocutori di


peso e ben definiti all’interno degli


azionariati. Elemento che oggi man-


cherebbe in casa BancoBpm: dopo la


fusione datata gennaio , l’istituto


guidato da Giuseppe Castagna non ha


visto emergere soci “pesanti” nella


propria compagine azionaria, se si


esclude l’ingresso di un Ente come Crt,


oggi fermo però all’,%, e la presenza


di alcuni fondi di investimento, tradi-


zionalmente passivi. E tolta Mps, il cui


azionista di rilievo è il Mef – che però


deve prima pensare a liberare la banca


degli oltre  miliardi di Npl in porta-


foglio, tema su cui è in corso una trat-


tativa con Bruxelles – gli altri soggetti


medio-grandi pronti a entrare nel val-


zer delle fusioni sono proprio le due ex


popolari, realtà sulle cui sponde l’atti-


vismo non manca di certo. In Ubi si è


formato a settembre un patto paraso-


ciale che vede tra i protagonisti la Fon-


dazione CariCuneo, Fondazione Ban-


ca del Monte di Lombardia e altri gran-


di famiglie imprenditoriali storiche
che nel complesso oggi valgono il

,% della banca, cifra che potrebbe


essere ulteriormente ritoccata all’insù.
«Il tema delle fusioni arriverà e noi

azionisti intendiamo farci trovare


pronti per giocare un ruolo da prota-
gonisti», aveva detto lo stesso Genta a

Il Sole  Ore lo scorso  settembre.
Analoga la situazione in Bper: qui

l’azionariato fa perno sull’asse tra


Fondazione Sardegna (,%) e Uni-
pol (,% circa), a cui si aggiunge Ca-

riModena con il % e altre fondazioni


minori. Proprio Unipol è da sempre
sostenitrice della necessità che Bper

metta in agenda un’ulteriore ipotesi di


consolidamento. Cosa che dovrebbe
fare, nel caso, andando a guardare

verso soggetti rilevanti sul territorio


nazionale, in grado di far fare alla ban-
ca quel necessario salto dimensionale.

In attesa che Mps chiarisca le sue sorti,


oggi le opzioni sono sostanzialmente
due: BancoBpm da un lato e Ubi dal-

l’altro. È evidente che la prima, in ter-


mini di impegno sul fronte del capita-
le, è ben diversa rispetto alla seconda.

Un aspetto che in qualche misura po-


trebbe andare a incidere se si dovesse
porre un tema di scelta tra l’una e l’al-

tra. Tanto più che BancoBpm ha già un


partner consolidato nella bancassu-
rance, Cattolica, che ha peraltro sosti-

tuito Unipol cira due anni fa. Mentre


Ubi è ancora a caccia di un alleato nelle
polizze, settore che l’istituto vorrebbe

sviluppare nell’arco dei prossimi anni.


Nessun ragionamento formale e
nessuna trattativa tra soci sarebbe stata

avviata al momento, va detto. Difficile,
d’altra parte, che nasca un progetto se-

condo logiche acquisitive, visto che i


gruppi in gioco sono di rilievo, e le “ani-
me” da mettere d’accordo sono diverse.

Rispetto a soli  o  anni fa, alcune cose


sono cambiate nel settore: la patrimo-
nializzazione media degli istituti è cre-

sciuta, mentre i processi di derisking


avviati negli ultimi anni hanno dato ri-
sultati incoraggianti riconosciuti dalla

stessa Bce. Per molti osservatori oggi


insomma i tempi sembrano essere
propizi. Resta da capire quale sarà l’at-

teggiamento della Bce in questo qua-


dro: se cioè favorirà la nascita di nuovi
gruppi, o adotterà atteggiamenti iper-

prudenziali, frenando però il processo.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

In dirittura d’arrivo il deal fra i


due grandi competitor del
mondo delle produzioni tv:

Banijay pronta a chiudere per


l’acquisto di Endemol Shine
—Servizio a pagina 

Media


Produzioni tv,


Banijay stringe


sul dossier


Endemol Shine


Endemol Shine.
Una puntata
del «Grande Fratello»

I DUE TAVOLI DELLA FONDAZIONE SARDA


Tra la Cassa e il risiko bancario


Sassari si scopre crocevia


Le nomine al vertice di Cdp, da una


parte. Le alleanze future di Bper e il
risiko bancario, dall’altra. Per una

curiosa coincidenza, sul tavolo della
Fondazione di Sardegna negli ultimi

tempi sono finiti due dossier di pri-


maria rilevanza per gli assetti del
mercato finanziario italiano.

L’ente sardo - che oggi può conta-


re su un patrimonio di circa  mi-
lioni (dati fine ) - riveste del re-

sto un ruolo di primo piano tra le


Fondazioni socie di Cassa Depositi e
Prestiti: con una quota pari al-

l’,%, la Fondazione rappresenta


il secondo azionista (abbondante-
mente) dietro il Mef, che controlla la

Cassa con una quota dell’,%. Di


fatto quindi la voce dell’ente di Sas-
sari (dove ha la sede amministrativa,

mentre quella legale a Cagliari) è di


certo una delle più ascoltate nel
mondo delle Fondazioni, che insie-

me hanno il ,% dell’istituto di via


Goito. Dopo la lunga permanenza al
timone da parte di Antonello Arru

(ora presidente del Banco di Sarde-


gna), a tessere la tela della Fondazio-
ne è oggi Antonello Cabras, che ad

aprile  è stato confermato alla


guida della Fondazione per un altro
quadriennio, fino al . Cabras, fi-

gura apprezzata nel mondo delle


Fondazioni bancarie, ingegnere con
una lunga militanza politica (tra cui

un incarico da senatore della Repub-


blica nelle file del Pd) pur rimanendo
dietro le quinte avrebbe giocato un

ruolo non marginale nell’assegna-


zione dell’incarico a Giovanni Gorno
Tempini, nome su cui le stesse fon-

dazioni ieri hanno raggiunto un con-


senso in vista della nomina a nuovo
presidente della Cdp dopo l’uscita

anticipata di Massimo Tononi.


Chi vi ha partecipato, sottolinea
come sia prima che durante l’incon-

tro di ieri tra le Fondazioni (a cui Ca-


bras era presente telefonicamente),
l’Ente sardo abbia insomma fatto da

catalizzatore di consenso per una


nome, quello di Gorno Tempini,
avanzato da Giuseppe Guzzetti, l’ex

presidente dell’Acri.


Se però il dossier Cdp è di fatto
chiuso, l’altro - quello relativo a Bper


  • è ancora tutto da scrivere. La Fon-


dazione di Sardegna detiene il ,%
del capitale della banca modenese,

quota che è frutto del conferimento


della quota di minoranza detenuta
nel Banco di Sardegna alla stessa

banca modenese, e che la rende se-


condo socio alle spalle di Unipol.
L’intesa tra Sassari e il colosso assi-

curativo, si dice, oggi sarebbe più che


salda. Qualcuno evidenzia come gli
orizzonti temporali e la “reattività”

dei due soggetti - uno più dinamico,
come Unipol, e uno più “paziente”

come la Fondazione sarda - debbano


allinearsi. Ma di fatto i giochi per
Bper passano da qua.

—L. D.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ente è secondo socio


di Via Goito e può vantare


ottimi rapporti con Unipol


Accordo fatto tra le Fondazioni per il nuovo presi-


dente di Cassa Depositi e Prestiti: sarà Giovanni Gor-
no Tempini, che in via Goito è già stato amministra-

tore delegato tra il  e il . La sua recente espe-


rienza ha rappresentato uno degli elementi decisivi
per la nomina, visto che il manager sale su un treno

in corsa e per questo «serve una persona che non


parta da zero», come aveva detto a Il Sole  Ore do-
menica Francesco Profumo, presidente dell’Acri. Ieri,

nel doppio giro di tavolo che a Roma ha visto prota-


goniste prima le grandi Fondazioni e poi l’intera pla-
tea degli azionisti di minoranza della Cassa, il con-

senso è stato unanime; il consigliere di In-


tesa San Paolo, figura senz’altro non sgra-
dita alla Cariplo presieduta da Giovanni

Fosti, ha coagulato l’appoggio di tutti i 


presidenti intervenuti di persona al summit
romano, al punto che qualcuno di loro, in-

formalmente, già lo considera un presiden-


te di lungo periodo destinato a essere candi-
dato anche per la prossima “legislatura” che

inizierà tra un anno e mezzo.


Si vedrà. Visto l’accordo sul prossimo
presidente, a questo punto sono date per

certe le dimissioni di quello attuale, Massi-


mo Tononi, al consiglio convocato per do-
mani, prima del quale è previsto ancora un

passaggio con il Tesoro, che ha seguito a
distanza il confronto in corso tra le Fonda-

zioni, il primo dopo l’uscita di scena di Giu-


seppe Guzzetti. Informata Via XX Settembre, il board
coopterà Gorno e lo nominerà presidente; per veder

formalizzata al più presto la sua presidenza anche da


parte dei soci, non si esclude la convocazione a stret-
to di giro di un’assemblea straordinaria che anticipi

i tempi rispetto a quella ordinaria della primavera


prossima. Per un percorso che accelera, un altro che
rischia di rallentare, anche se solo per qualche gior-

no: al cda di domani erano previste alcune nomine


di competenza della Cassa (tra cui i vertici di Sace,
dove sono attese le designazioni di Edoardo Ginevra

e Rodolfo Errore per i ruoli di ad e presidente) che


però potrebbero slittare per non costringere il neo
presidente a esprimersi subito su questioni delicate.

Una decisione non è ancora stata presa (tra i punti


all’ordine del giorno spedito ieri sera ce n’è uno che
parla genericamente di “nomine”), ma l’opzione più

probabile pare la convocazione di un nuovo consiglio


straordinario già per la prossima settimana.
Ieri i rappresentanti delle Fondazioni hanno rin-

graziato Tononi, presente alle due riunioni e poi a


quella successiva del comitato di supporto, per aver
tenuto fede a un impegno che si è rivelato più gravoso

del previsto vista la volatilità del contesto politico e


finanziario, nonché la diversità di vedute con il ceo
Fabrizio Palermo. Che peraltro è approdato da Fin-

cantieri alla Cassa proprio mentre Gorno era ammi-


nistratore delegato.
—Ma.Fe.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

NOMINE


Giovanni Gorno
Tempini. Consi-

gliere di Intesa


Sanpaolo e Avio,
presidente di Fila

IERI IL VERTICE DEGLI ENTI


Gorno Tempini


alla presidenza Cdp,


subito l’assemblea


Quota %


Fonte: Consob

UBI BPER BANCA


Fondazione
Cr Cuneo

Silchester
International

Fondazione
Banca del
Monte
di Lombardia

Hsbc
Holdings

Unipol
Gruppo

Fondazione
di Sardegna

Fondazione
Cr Modena

5,
5,12 4,96 4,

15,


10,


3,


I soci rilevanti


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