Il Sole 24 Ore - 23.10.2019

(Joyce) #1

Il Sole 24 Ore Mercoledì 23 Ottobre 2019 29


Norme & Tributi


Va versata per intero l’Iva della fattura


emessa per operazioni inesistenti


Laura Ambrosi


È interamente dovuta l'Iva an-


che se derivante da una fattura


emessa per operazioni inesi-


stenti: la norma, infatti, impone


l'obbligo di versamento dell'im-


posta indicata nel documento a


nulla rilevando, peraltro, l'even-


tuale nota di credito.


A confermare questo rigoro-


so principio è la Corte di cassa-


zione con l'ordinanza  de-


positata ieri.


La vicenda


L'agenzia delle Entrate notifi-


cava a una società un avviso di


accertamento con il quale con-


testava, tra i diversi rilievi, an-
che maggior Iva derivante

dall'emissione di fatture sog-


gettivamente inesistenti.
Il provvedimento veniva im-

pugnato dinanzi al giudice tri-


butario che solo in grado di ap-
pello, accoglieva le ragioni della

contribuente.
L'Agenzia ricorreva così in

Cassazione lamentando un'er-


rata interpretazione della norma
da parte del collegio di merito,

atteso che la pretesa era fondata


sulla circostanza che è dovuto il
versamento dell'Iva anche se le

fatture emesse sono riferibili ad


operazioni inesistenti.


La decisione


I giudici di legittimità hanno ri-
tenuto fondata la doglianza. Se-

condo la Suprema corte innanzi-


tutto l'articolo , comma  del
Dpr / prevede che se viene

emessa una fattura per opera-


zioni inesistenti, ovvero se nella
fattura i corrispettivi delle ope-

razioni o le imposte sono indica-


te in misura superiore a quella


reale, l'imposta è dovuta per


l'intero ammontare indicato o
corrispondente alle indicazioni

della fattura.


Tale norma costituisce attua-
zione della direttiva comunitaria

secondo la quale chiunque indi-
chi l'Iva in una fattura o in ogni

altro documento che ne fa le veci


è debitore di tale imposta (arti-
colo , paragrafo , lettera c del-

la sesta direttiva //Cee).


La Cassazione ha così rilevato
che il soggetto è debitore dell'Iva

indicata in fattura indipenden-


temente che si tratti di un'opera-
zione soggetta ad Iva ovvero che

fosse consapevole di partecipare


ad una frode.


L’impatto del penale


Secondo la giurisprudenza na-
zionale, peraltro, poiché l'emis-

sione di fatture per operazioni


inesistenti costituisce una con-
dotta penalmente rilevante, ha

ritenuto che il citato articolo 


del decreto Iva, si debba interpre-
tare nel senso che il corrispon-

dente tributo è estraneo ed isola-


to dalle operazioni complessive,


tanto da non concorrere al mec-


canismo della compensazione
per il quale è ammessa la detra-

zione dell'imposta sugli acquisti.


Viene ancora precisato che
l'emittente di fatture fittizie non

può neanche evitare il pagamen-
to dell'imposta attraverso una

nota di credito poiché la proce-


dura di variazione prevista dalla
norma (articolo  del Dpr

/) presuppone necessaria-


mente che l'operazione a monte
sia effettiva e reale.

Nel caso in cui, invece, la fat-


tura è riferita ad operazioni ine-
sistenti non è consentita la va-

riazione in diminuzione, con la


conseguenza che l'imposta è do-
vuta dal cedente o falso presta-

tore, peraltro indetraibile per


l'acquirente.
La Cassazione, infine, ha pre-

cisato che in simili ipotesi è del


tutto irrilevante la consapevo-
lezza o meno della società emit-

tente di partecipare ad una fro-


de, poiché la responsabilità del
tributo deriva semplicemente

dall'emissione del documento.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

TRIBUTARIO


La norma prevede l’obbligo


di pagamento di quanto


indicato nel documento


Con condotta penalmente


rilevante tributo estraneo


alle operazioni complessive


Alla Camera


si sollecita


l’equo compenso


Il “benessere” dei professionisti al


centro di tre mozioni parlamenta-


ri che sono state discusse alla Ca-
mera nei giorni passati e che oggi

potrebbero essere votate.
A portare l’attenzione sulle

professioni è stata Giorgia Melo-


ni, prima firmataria di una mo-
zione di Fratelli d’Italia presenta-

ta il  ottobre (la -), a cui


sono seguite altre due mozioni di
tenore simile una della Lega (-

) e l’altra di Forza Italia (-


). Una quarta mozione do-
vrebbe arrivare oggi a firma Pd e

altre forze di maggioranza, ha an-


ticipato ieri Claudio Mancini du-
rante il suo intervento.

Le richieste avanzate spazia-


no su diversi argomenti ma un
tema condiviso da tutti è quella

sull’equo compenso. A questo


proposito Silvia Fregolent (IV),


durante il suo intervento, ha am-
messo che la norma introdotta

da Bersani  anni fa non ha dato


i risultati sperati, anzi «la batta-
glia sui prezzi è stata talmente

elevata e, ovviamente, in manie-


ra peggiorativa, che la dignità
stessa del lavoratore, che fa una

libera professione, oggi viene


messa fortemente a rischio».
Altro tema condiviso da tutte

le mozioni è quello degli Isa, gli


indicatori sintetici di affidabi-
lità contributiva, sostanzial-

mente viene chiesto di acco-


gliere le istanze avanzate dai
commercialisti, in primis la

proroga di un anno nell’appli-


cazione dei risultati Isa.
Una questione rilanciata da

due mozioni è quella della volon-


taria giurisdizione (in un’ottica
deflattiva); presente in due mo-

zioni anche la richiesta di ridurre


le tasse applicate alle Casse di pre-
videnza dei professionisti, che at-

tualmente scontano un’imposta


del % come un qualsiasi investi-
tore speculativo.

—Fe. Mi.


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I gruppi parlamentari


in gara per proporre


misure per gli autonomi


Odissea per l’iscrizione all’albo


Medico vince dopo 10 anni


ORDINI


Per riconoscere il titolo


straniero ricorsi a tappeto


in ogni giurisdizione


Alessandro Galimberti


Dieci anni per ottenere l’iscrizione al-


l’Albo degli odontoiatri presso l’Ordi-


ne provinciale dei medici di Milano,


due lustri costellati da ricorsi di ogni


ordine e grado (Corte costituzionale


compresa) e che culmineranno, tra


due settimane, in un giuramento at-


teso esattamente  mesi fa.


È emblematica nel suo genere la


storia di George S., medico siriano


laureato a Beirut (Chirurgien denti-


ste), cattolico - circostanza non priva


di significato se riletta oggi - che il °


ottobre del  aveva pensato di


trasferire in Italia, a Milano, la sua at-


tività professionale. Un’aspirazione


che il dentista potrà coronare però


solo il prossimo  novembre, dieci


anni, un mese e dozzine di tribolazio-


ni burocratiche dopo, in un crescen-


do drammaticamente italico di carte


bollate, e solo grazie al definitivo pro-


nunciamento della Commissione


centrale per gli esercenti le professio-


ni sanitarie. Questa, con una flemma


argomentativa ammirevole, la scorsa


estate ha chiuso con cinque pagine di


motivazione una vicenda che ora ap-


proda a pubblico giuramento.


Tutto perché  giorni dopo la pri-


ma istanza del dr. George, con un’ef-


ficienza davvero meneghina il Con-
siglio dell’Ordine dei medici e odon-

toiatri di Milano aveva bocciato la ri-
chiesta in quanto non supportata dai

«requisiti di legge». Immediato il ri-


corso in via gerarchica alla Commis-
sione centrale di cui sopra, che si alli-

neava alla decisione senza nulla ec-


cepire. Il motivo? È vero che il dottore
ha conseguito una laurea siriana, as-

sistita da un accordo internazionale


di riconoscimento reciproco con
l’Italia datato , ma la ottenne nel-

la sede di Beirut. Partita chiusa? Ne-


anche un po’. George S. ricorre in
Cassazione dove i giudici improvvi-

samente si accorgono che, forse, le


modalità di costituzione della Com-
missione centrale (ancora lei) in os-

sequio a una legge pre-costituziona-


le ( settembre , n. : Ricosti-
tuzione degli Ordini delle professioni

sanitarie e per la disciplina dell'eser-


cizio delle professioni stesse) sono
illegittime rispetto alla Carta,nella

parte in cui inserisce dei commissari


di derivazione ministeriale. Il  otto-
bre del , più o meno quando il

plurirespinto medico siriano avreb-


be potuto festeggiare i suoi sette anni
di italica professione, la Consulta in-

verte la rotta dei “no” consecutivi:


quella legge post bellica è incostitu-
zionale, almeno per la parte impu-

gnata. Il fascicolo torna allora in Cas-
sazione che, forte del colpo di spugna

calato dall’alto, cancella anche la teo-


ria di niet che fino a quel momento
aveva inseguito il dottore cattolico in

fuga dal suo Paese (e nel frattempo


trasferitosi ad esercitare nel vicino


Golfo). Il caso a quel punto torna alla


Commissione centrale per gli eser-


centi le professioni mediche, non
prima di aver scarrocciato per un pa-

io di tappe anche davanti ai giudici


amministrativi. Infatti,nelle more il
ministero, incurante della pendente

questione di legittimità, aveva rein-


tegrato la “solita” Commissione cen-
trale con i due “consueti” membri di

derivazione ministeriale (Consiglio


superiore della Sanità): per il Tar in-
credibilmente tutto ok, mentre il

Consiglio di Stato il giorno dopo


Santo Stefano annullava in parte -
quella parte - il decreto costitutivo

della Commissione.


La scorsa estate, dopo due giri
completi dell’universo della giuri-

sprudenza nazionale, il fascicolo del
dr. George tornava nella sua sede na-

turale, la Commissione centrale. La


quale, capito evidentemente ormai il
vento che tira, ripercorre ancora una

volta tutta l’intricata vicenda storica


(compresi i due tentativi falliti dal
medico di superare un’abilitazione

italiana) e alla fine certifica che, no-


nostante una nota del ministero degli
Esteri che il  ottobre  (!) prean-

nunciava l’uscita dell’Italia dall’ac-


cordo di reciprocità (mai però de-
nunciato) e nonostante la laurea si-

riana fosse stata conseguita a Beirut,


nonostante tutto il dr. George può es-
sere iscritto a Milano. Giurerà il  no-

vembre: «In questa vicenda forse c’è


stata troppa pertinacia amministra-
tiva» chiosa con humor il suo avvoca-

to, Bruno Nascimbene.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

La Corte di Cassazione: «Mondo


di Mezzo non è una mafia»


Mondo di Mezzo non è una mafia.


Così ha deciso la Corte di Cassa-


zione, che ha escluso definitiva-


mente il reato di associazione per


delinquere di tipo mafioso per


l’organizzazione criminale defi-


nita «semplice», capeggiata da


Massimo Carminati e dal suo


«braccio imprenditoriale» Salva-


tore Buzzi. Adesso il processo tor-


nerà alla Corte d’Appello, che do-


vrà rideterminare le pene alla luce


delle disposizioni della VI sezione


penale della Cassazione, presie-


duta da Giorgio Fidelbo. Intanto


però si dovrà attendere il deposi-


to delle motivazioni, per com-


prendere quali siano state le valu-


tazioni della Corte, nel ritenere
insussistente l’ipotesi del  bis.

Il processo - fiore all’occhiello


dell’ex procuratore capo Giusep-
pe Pignatone (oggi presidente del

Tribunale vaticano) - si basava
sull’ipotesi che a Roma era sorta

una mafia «originaria» che tene-


va sotto scacco il settore degli ap-
palti del Comune di Roma Capita-

le. Una ricostruzione già smonta-


ta dal primo grado, con una sen-
tenza criticata in ambienti

giudiziari. È stata la Corte d’Ap-


pello di Roma a rimettere le carte
in tavola, con una sentenza che

aveva invece riconosciuto l’esi-


stenza dell’associazione per de-
linquere di tipo mafioso.

«La Corte di Cassazione ha si-


gillato in maniera definitiva la
nostra versione, perché c’è l’an-

nullamento senza rinvio sulla


questione principale della mafia
a Roma», ha commentato l’avvo-

cato Alessandro Diddi, difensore


di Buzzi. Inoltre il legale ha ag-
giunto che «Buzzi su mia indica-

zione aveva ammesso alcune


delle contestazioni. A Roma c’era
un sistema marcio e corrotto e la

sentenza di primo grado l’ha ri-


conosciuto. La Procura ha prova-
to a sostenere la mafia. La Cassa-

zione ha detto quello che aveva-


mo sostenuto fin dall’inizio».
Per uno dei difensori di Carmi-

nati, l’avvocato Cesare Placani-


ca, «per annullare (il capo di im-
putazione dell’associazione ma-

fiosa, ndr) senza rinvio significa


che la Cassazione ha ritenuto la
sentenza (di appello, ndr) giuri-

dicamente insostenibile».


—N. T.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

APPALTI A ROMA


Processo bis all’Appello


per rideterminare


le pene inflitte


QUOTIDIANO


DEL FISCO


TERZO SETTORE


Sponsor boomerang


sotto il profilo fiscale


Il Terzo settore apre alle
sponsorizzazioni come attività

diverse, ma senza conseguenze


negative per la qualifica fiscale
dell’ente. La tematica è di grande

interesse per il mondo non profit,


che negli ultimi anni ha registrato
un aumento grazie alle crescenti

relazioni con il settore profit.


— Martina Manfredonia
e Gabriele Sepio

Il testo integrale dell’articolo su:


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