la Repubblica - 22.10.2019

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La tiratura de “la Repubblica”di lunedì 21 ottobre 2019
è stata di 187.014 copieCodice ISSN online 2499-0817

CONSIGLIERI:
Agar Brugiavini,
Giacaranda Maria
Caracciolo di Melito Falck,
Elena Ciallie, Alberto Clò,

Rodolfo De Benedetti,
Francesco Dini,
Silvia Merlo, Elisabetta
Oliveri, Luca Paravicini
Crespi, Carlo Perrone,
Michael Zaoui

Divisione Stampa
Nazionale
VIA CRISTOFORO
COLOMBO, 90 -
00147 ROMA

«V


ivo in Germania, sono
membro del gruppo
culturale dell’istituzione europea
presso la quale lavoro e rifletto
quotidianamente sul valore che la
conoscenza della storia acquista
nell’ambito dei rapporti tra
diverse culture.
Per ben quindici anni ho cercato di
trovare una risposta che potesse
placare la mia inquietudine, ma
non ci sono ancora riuscita. Ai
tempi delle scuole medie, la
professoressa di italiano e storia
ripeteva spesso una frase che non
potrò mai dimenticare: “Vi
manderei nei campi di
concentramento dove venivano
mandati gli ebrei”. Nonostante
avessi cercato di portare
all’attenzione di altri docenti la
mia confusione dinanzi a
quell’espressione, alla mia timida
forma di protesta seguirono
soltanto isolamento e umiliazioni
perpetrate a opera della docente.
A lungo, mi sono chiesta cosa
avessi fatto di sbagliato e perché
fossi stata io, da ultimo, la vittima.
Non ho mai compreso la ragione
per cui un’insegnante potesse fare
considerazioni come quelle e
rivolgerle a un gruppo di
ragazzini. Negli anni, ho studiato e
sviluppato una grande sensibilità
per questo tremendo capitolo
della nostra storia più recente.
Oggi, mi sento ancora più confusa
ripensando a quelle parole.
Ritengo che la professione
dell’insegnamento implichi

l’assunzione di una grande
responsabilità: educare giovani
studenti ad affrontare anche i temi
più controversi e sensibili nel
rispetto degli altri. Quelle parole,
piuttosto, credo abbiano creato
terreno fertile per un approccio
superficiale alle atrocità che si
consumano contro il genere
umano. A volte, mi ritrovo ancora
ad ascoltare “leggeri” e
inopportuni riferimenti al
nazismo per sottolinearne il
carattere organizzativo ed
efficiente, piuttosto che la natura
totalitaria, razzista e assassina.
Sono quelli i momenti in cui rivivo
quel disagio provato tanti anni fa,
in cui l’importanza
dell’educazione al linguaggio e
della conoscenza del passato si
riafferma dentro di me.
Vorrei dedicare questa mia breve
storia alla senatrice Liliana Segre e
riproporre qui le sue parole:
“Coltivare la Memoria è ancora
oggi un vaccino prezioso contro
l’indifferenza e ci aiuta, in un
mondo così pieno di ingiustizie e
di sofferenze, a ricordare che
ciascuno di noi ha una coscienza e
la può usare”».
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Le lettere di Corrado Augias


Non chiamiamoli furbetti


Chi evade è un imbroglione


di Corrado Augias

Gentile dottor Augias, si parla molto di
contrasto all’evasione fiscale e del fatto che
negli Stati Uniti gli evasori non solo vanno in
galera ma sono guardati da tutti con
disprezzo. In Italia, gli imbroglioni vengono
spesso definiti dalla stampa “furbi” o
“furbetti”. Faccio una domanda: supponiamo
che, in un gruppo di amici, si scoprisse che c’è
uno che, nelle riunioni, ha l’abitudine di barare
al gioco o di andare nel guardaroba, di
soppiatto, per sfilare soldi dalle giacche e dalle
borsette. Lei come crede che lo definirebbero
gli altri: “Quel furbacchione”? In Italia
l’evasore non è guardato con il dovuto
disprezzo come colui che ci deruba
“personalmente”. Vorrei pregare di non usare
più il termine “furbetto” — che è come un
buffetto sulla guancia, quasi affettuoso — si
tratta di imbroglioni, di ladri.

Maria Cristina Cattabriga, Roma

T


re aneddoti per introdurci al tema. Una
mia amica chiede al tassista se può
pagare con la carta. Risposta: “Me s’è
squagliato il pos”. Massimo Marnetto scrive
da Roma: «Vado in un negozio di prodotti di
qualità. Porgo la carta di credito, il pos nega la
transazione. Succede. Le do i contanti, mi dà
il resto senza scontrino. Chiedo con finta
distrazione: “Lo scontrino è già nella busta?”.
“Glielo stavo per dare”, risponde con finta
naturalezza. Siamo vicini all’orario di
chiusura, il progressivo giornaliero è numero


  1. Di Maio non vuole criminalizzare i
    commercianti. Nemmeno io. Ma non vorrei
    che chi ieri gridava “Onestà!”, oggi inventi
    l’“onestismo” per non perdere il voto degli
    evasori». Esperienza mia personale: negozio


di articoli sportivi, zona centrale, Roma.
Compro un cappelluccio di cerata per la
pioggia. Do la carta al cassiere che è anche il
gestore. Chiede: «Non avrebbe contanti per
cortesia?». Per fretta, per stanchezza forse
per viltà tiro fuori gli euro. Ha l’impudenza
d’aggiungere: «Co’ ‘sti chiari di luna!».
Nessuno scontrino, naturalmente. Esco
deprecando la mia debolezza; avrei dovuto
reagire, oppure restituire l’oggetto e
andarmene. Non è facile, ma ho imparato
dall’esperienza. Mi scrive il signor
Ferdinando Mazzei
([email protected]): «Ma è
possibile che non esista un politico che si
presenti con un programma “lacrime e
sangue” contro gli evasori, mettendo davvero
in campo tutti gli strumenti possibili: dalle
manette all’intelligenza artificiale. Un simile
programma non sarebbe votato da evasori e
mafiosi, ma forse raccoglierebbe buona parte
degli elettori disillusi e la sua attuazione
risolverebbe tutti i mali dell’Italia, dal Debito
alla povertà allo sviluppo». La lotta
all’evasione, grida il blog dei 5stelle, si fa
colpendo i pesci grossi. I nostri bersagli non
sono i commercianti e i professionisti che
(pennellata demagogica) lavorano ogni
giorno. Come se quelli che le tasse le pagano
non lavorassero anche loro ogni giorno. Da
Sinistra fa arrivare la sua giustificazione
Stefano Fassina: «Esiste anche un’evasione di
sopravvivenza». Sabato scorso, riportando
dati del ministero del Tesoro, Marco Ruffolo
ha fatto sapere che lavoratori autonomi e
piccoli imprenditori evadono il 70%
dell’Irpef. Il coro è potente, se fossi un
evasore starei tranquillo.

g


CAPOREDATTORI
CENTRALE:
Valentina Desalvo
(responsabile)
Stefania Aloia
(vicario)
Alessio Balbi,
Andrea Iannuzzi,
Laura Pertici

AMMINISTRATORE
DELEGATO
Laura Cioli

DIRETTORI CENTRALI:
PRODUZIONE
E SISTEMI INFORMATICI:
Pierangelo Calegari
RELAZIONI ESTERNE:
Stefano Mignanego
RISORSE UMANE:
Roberto Moro

VICEDIRETTORE:
Giorgio Martelli

DIREZIONE
DIRETTORE RESPONSABILE:
Carlo Verdelli

E-mail
Per scrivere a
Corrado Augias
c.augias
@repubblica.it

Lettere
Via Cristoforo
Colombo 90
00147

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Gilda Sophie
Prestipino,
nata in Sicilia,
padre italiano,
mamma
tedesca, vive
e lavora in
Germania

f


E-mail
Per raccontare
la vostra storia
a Concita
De Gregorio
scrivete
a concita
@repubblica.it

I vostri
commenti e le
vostre lettere su
invececoncita.it

Quando


l’insegnante


minacciava


di mandare


gli alunni


in un campo


di concentramento


di Concita De Gregorio

Invece Concita


La nostra memoria


prezioso vaccino


GEDI
Gruppo Editoriale S.p.A.
PRESIDENTE ONORARIO:
Carlo De Benedetti
CONSIGLIO
DI AMMINISTRAZIONE
PRESIDENTE
Marco De Benedetti
VICE PRESIDENTI
John Elkann,
Monica Mondardini

VICE DIRETTORI:
Gianluca Di Feo,
Angelo Rinaldi
(Art Director)
Giuseppe Smorto

DIRETTORE GENERALE:
Corrado Corradi

L’irraggiungibile
Quota 100

Gianfranco Perotto

Ho 59 anni, lavoro da
quando ne avevo 15. Ho
fatto di tutto. Ora, da
artigiano, continuo a
lavorare e lo farò fino a 67
anni, età prevista per la
mia pensione! Quindi, se
tutto andrà bene, dopo 52
anni di lavoro. Non rientro
in Quota 100, perché sono
del ’60. Cosa dovrei dire
quando leggo di tanti che si
lamentano di avere,
duramente, lavorato 35
anni?

Il giorno di paga
della pensione

Luciano Stella

L’Inps paga le pensioni il
primo giorno bancabile del
mese. Ciò significa che se il
primo giorno del mese è

sabato, la pensione sarà
disponibile il terzo giorno.
Più fortunati i pensionati
con conto corrente postale,
essendo gli uffici postali
aperti anche il sabato.
Pensiamo ai pensionati
con assegni bassi che non
arrivano alla fine del mese
e che debbono aspettare
altri giorni. Per novembre
il primo giorno bancabile
sarà il quattro, meno male
che è stata abolita come
festività nazionale. Non
sarebbe meglio che, in caso
di ritardo, la pensione
fosse corrisposta
nell’ultimo giorno
bancabile del mese
precedente?

Troppo cellulare
mentre si lavora

Giovanni Martiniello

È diventata una vera
emergenza nazionale. In
ogni momento della
giornata, stanno tutti con

gli occhi sul telefono. Forze
dell’ordine, infermieri,
autisti, sportellisti, baby
sitter con i bimbi a
passeggio, baristi. Ormai
le persone lavorano dando
di continuo una occhiata
allo schermo del cellulare.

Che vergogna
il rogo di Torino

Luigi Alberto Weiss

La Cavallerizza Reale di
Torino va a fuoco. Un
palazzo patrimonio
dell’Unesco, che nessuno
ha saputo tutelare in modo
efficace per prevenire
episodi del genere che
costituiscono quanto di
peggio possa accadere a
un edificio storico. Mi
chiedo quale credibilità si
pensi di ottenere sul piano
internazionale, quando ci
vantiamo di essere la
nazione con il più vasto
patrimonio culturale del
mondo.

Quel dolore
senza tempo

Pietro Maria Alemagna

L’11 ottobre è apparsa su
Repubblica una foto,
allegata all’articolo “La
minaccia di Erdogan” a
firma di Marco Ansaldo,
con questa didascalia: “La
fuga. Le donne scappano
dalle case colpite da un
missile turco”. Grande è
stata la mia commozione
quando ho riconosciuto nel
volto di una delle donne
che scappa con in braccio
un bambino lo stesso volto
straziato dal dolore della
Maria Maddalena del
Compianto sul Cristo
morto di Nicolò dell’Arca
nella Chiesa di Santa
Maria della Vita a Bologna
del 1490. L’orrore, la
paura, il dolore non hanno
tempo. Lo sguardo e l’urlo
di una mamma di fronte al
pericolo per il proprio
figlio travalica il tempo, il
luogo e il colore della pelle.

Responsabile
del trattamento dati
(d.lgs. 30-6-2013 n. 196):
Carlo Verdelli
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Dario Cresto-Dina

. Martedì,^22 ottobre^2019 Commenti pagina^27

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