la Repubblica - 22.10.2019

(Brent) #1
con i nomi delle persone sospese è
stato un colpo basso contro di lui. A
testimonianza che dentro il
Vaticano continua a esserci un
problema: qualcuno fa uscire le
carte per destabilizzare».
Scusi, però le carte parlano
chiaro: hanno usato dei soldi per
un’operazione finanziaria
quantomeno spericolata. O no?
«C’è stata una transazione sulla
quale la Santa Sede ha fatto una
normale operazione di sicurezza
che non era destinata a essere
pubblicata. Poi, come troppo spesso
accade, qualcuno ha deciso di
passare le carte ai giornali e a
pagarne le conseguenze è stata per
ora una sola persona».
Mi scusi eminenza, ma cosa
esattamente si vuole
destabilizzare con il passaggio
delle carte?
«Intanto la gendarmeria, che ha
visto fuoriuscire la sua guida. E poi il
papato: durante un Sinodo dei
vescovi dai contenuti decisivi si fa
parlare d’altro».
Insisto, ma è normale che
avvenga una transazione su un
immobile usando i fondi
dell’Obolo di san Pietro?
«Con quali soldi sia stata fatta
l’operazione è ancora da chiarire. La
magistratura lavora per giudicare.
Fino a questo momento qualsiasi
conclusione è senza fondamento».
Perché il Sinodo sull’Amazzonia
darebbe fastidio a qualcuno?
«Non userei il condizionale. Dà

fastidio. Papa Francesco desidera
che la Laudato Sì’, la sua enciclica
ecologia dedicata alla cura del
creato sia conosciuta nella Chiesa.
Lo sa che in parte della Chiesa
statunitense non sanno nemmeno
cosa sia?».
Cioè?
«Fanno finta che non esista. Perché
una parte della Chiesa sembra
essere più interessata ai grandi
donatori, alle politiche delle
compagnie del petrolio e del
carbone. In questo senso il testo del
Papa che chiede sviluppo
sostenibile e giustizia sociale dà
fastidio a chi è interessato solo ai
soldi».
Sta dicendo che esiste un
mondo cattolico statunitense che
snobba volutamente il Papa sui
temi ambientali?
«Diciamo che è quantomeno
incomprensibile il fatto che una
parte della Chiesa cattolica,
nonostante uragani, siccità,
cambiamenti epocali come
conseguenza evidente dell’azione
dell’uomo, non ascolti questi
messaggi della natura e non si
interroghi».
C’è chi dice che la Chiesa
dovrebbe occuparsi d’altro.
«Figurarsi. Forse non sanno che non
si può essere cristiani senza avere a
cuore il creato».
Alcuni sostengono che il Sinodo
voglia tradire la dottrina, in
particolare abolendo l’obbligo del
celibato ecclesiastico.

«In questi giorni a Roma ci sono
tutti i vescovi amazzonici. Sa cosa fa
il Papa e con lui il Sinodo? Li ascolta.
Perché fa tanta paura l’ascoltare?»
I “viri probati”, uomini anziani
sposati ordinati preti, saranno la
soluzione della mancanza di
vocazioni?
«Il Sinodo sta discutendo. È una
soluzione intelligente anche se gli
oppositori l’hanno presa come una
bandiera per attaccare. Un’altra
soluzione che vedo possibile è
quella di ordinare preti i diaconi
sposati. Fra l’altro nella tradizione
cattolica esistono già i preti sposati,
mentre Benedetto XVI ha ammesso
i preti anglicani sposati convertiti al
cattolicesimo. Il diaconato
permanente potrebbe rimanere, ma
alcuni di questi diaconi potrebbero
essere ordinati sacerdoti per
celebrare l’eucaristia».
Il cardinale Walter Kasper ha
detto che alcuni nella Chiesa
stanno lavorando per il prossimo
conclave. Cosa pensa?
«Lasciamoli lavorare. Tanto è un
lavoro inutile. Il conclave è sempre
opera dello Spirito Santo, come
hanno dimostrato i recenti conclavi.
Le manovre umane falliscono».
Francesco andrà avanti a lungo?
«Certo. Sta bene e non ha nessuna
intenzione di dimettersi. Il popolo
sta tutto con lui, mentre le persone
contro assomigliano ai farisei,
attaccati alla lettera ma non allo
spirito».

Il colloquio


Sapelli: “Tutta colpa degli gnomi della finanza”


Ci vogliono screditare, prima


dipingendoci in maggioranza


come pedofili e ora accusandoci


di noncuranza economica


di Ettore Livini

MILANO — «I conti del Vaticano so-
no finiti in rosso per una ragione
molto semplice: perché a gestirli
ci sono gli gnomi della finanza».
Giulio Sapelli, docente di storia
economica e candidato premier —
per qualche giorno — del governo
gialloverde, conosce molto bene
la storia e i bilanci d’oltretevere. E
al di là del rosso nel bilancio
dell’Apsa («Sospendo ogni valuta-

zione, dovrei vedere tutti i nume-
ri»), il suo giudizio sul loro stato di
salute è tranchant: «La cosa positi-
va è che il problema delle casse
della Santa sede non è quello di
sempre, la scarsa trasparenza — di-
ce al telefono da New York —. Con
l’adesione alle norme internazio-
nali sull’antiriciclaggio e grazie al
buon lavoro fatto da Ettore Gotti
Tedeschi su questo fronte si sono
fatti grandi passi avanti». Il nodo,
molto serio, sono invece le con-
traddizioni della struttura econo-
mica del Vaticano. «Una realtà a
sé — spiega — dove da sempre con-
vivono due anime: da una parte
c’è un ente con autorità morale e
con compiti da assolvere, come si
è fatto aiutando Solidarnosc in
passato. Dall’altra c’è la necessità
di far quadrare il conto economi-
co». E di fronte ai risultati di cui si
parla oggi «è chiaro che non si è
creata una tecnostruttura in gra-

do di far convivere questi due
mondi».
L’ ambiguità è ancor più diffici-
le da conciliare con la congiuntu-
ra economica e spirituale attuale:
«La crisi delle vocazioni e il calo
delle offerte dell’obolo, specie dal-
la chiesa nordamericana, hanno
falcidiato le entrate — sostiene l’e-
conomista — anche se io non mi
spingerei a sostenere che la mac-
china finanziaria della Santa Sede
sia fuori controllo». «Un po’ di mal-
costume e di malgoverno ci saran-
no pure», ammette. Ma puntare il
dito solo contro voci specifiche co-
me i conti dei cardinali è un po’
fuorviante. «Gli alti prelati non di-
spongono di niente, sono persone
che non lasciano eredità a nessu-
no e godono solo di potere “posi-
zionale” come la vecchia alta buro-
crazia sovietica», dice Sapelli. Far-
ne gli unici colpevoli dei guai del-
le finanze del Papa «è, per usare

un’espressione biblica, come vede-
re la pagliuzza e non la trave».
La trave, secondo lui, è «lo sbar-
co oltretevere di quella che papa
Benedetto chiamava la finanza
“non buona”». «Il Vaticano non è
una corporation — continua — ma
le sue casse sono finite in mano al-
la finanza speculativa che ha di-
strutto l’economia mondiale, un
mondo da cui non ti difende nem-
meno lo Spirito Santo». Le cose an-
davano meglio «quando a gestirle
c’erano onesti ragionieri — dice l’e-
conomista — e il Santo Padre do-
vrebbe tornare a disporre dei beni
come farebbe una banca commer-
ciale che fa microcredito sul terri-
torio». La finanziarizzazione — ri-
corda — «ha quasi ucciso anche la
General Electric. E se affidi alle so-
cietà di consulenza i destini della
Santa sede, le finanze vaticane so-
no già morte».
©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Primo piano Santo Dissesto


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g


Parte della Chiesa Usa fa finta che


l’enciclica ecologica di Francesco


non esista: preferiscono


le donazioni dei petrolieri


Le ultime fughe di notizie hanno


l’obiettivo di destabilizzare: sia


la Gendarmeria sia la Chiesa


stessa nel momento del Sinodo


La scheda
La finanza
vaticana

Ior
La banca
vaticana è un
istituto con
14.953 clienti
rappresentativi
di 5 miliardi di
euro di risorse
finanziarie.
L’ultimo
bilancio registra
un risultato
netto pari a 17,
milioni di euro
(31,9 milioni nel
2017)

Apsa
È l’ente che
amministra il
patrimonio
della sede
apostolica. È qui
che risiede la
parte più
consistente del
“tesoro”
vaticano.
Controlla
immobili non
solo in Italia ma
anche in tutta
Europa

Segreteria
di Stato
È il “ministero”
che collabora
più da vicino al
Papa nel
governo della
Chiesa. Gestisce
in autonomia
l’Obolo di San
Pietro e anche
altri fondi, fra
cui quelli delle
varie nunziature
sparse nel
mondo

Propaganda
Fide
È il ministero
vaticano che
controlla
le missioni
nel mondo. Ha
un suo
patrimonio
immobiliare
stimato, al netto
della crisi
immobiliare
degli ultimi anni,
in circa 7 miliardi
di euro

Economista
Giulio Sapelli, 72
anni, è un
economista.
Ha prestato
servizio in
numerose
banche e
aziende italiane

ANGELO CARCONI/ANSA

kL’Angelus
Papa Francesco dopo l’Angelus ai fedeli in
piazza San Pietro

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“Era meglio quando


a gestire le casse


c’erano onesti


ragionieri invece


degli uomini


della speculazione”


. Martedì,^22 ottobre^2019 pagina^9

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