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Il patron di un team accusato da 14 atlete. In Italia si sta sgonfiando un’inchiesta della Federazione
Avance sessuali e minacce di ritorsioni
Il #MeToo del ciclismo parte dal Belgio
GIORGIO VIBERTI
TORINO
A
nche il ciclismo è nel
mirino per alcuni ca-
si di abusi sessuali
verso atlete. A metà
agosto era scoppiato il caso
Health Mate, team femminile
belga nel quale 14 cicliste ave-
vano accusato il patron Pa-
trick Van Gamsen di averle mo-
lestate con comportamenti im-
morali e avance a sfondo ses-
suale. È stata la 24enne israe-
liana Esther Meisels a rompe-
re il silenzio, spalleggiata dal-
le colleghe Tara Gins e Chloë
Turblin insieme a un’altra deci-
na di atlete che invece ha chie-
sto di mantenere l’anonimato:
«Soldi ne giravano pochi, per
cui quando il manager ci pro-
pose di vivere da lui a Ekeren,
in Belgio, alcune di noi accetta-
rono - ha detto la Meisels -. Era-
vamo in sei di altrettante na-
zioni e vivevamo all’ultimo pia-
no di una casa molto grande.
Sembrava un’ottima soluzio-
ne, invece Van Gamsen si mo-
strò subito troppo espansivo,
cercava di abbracciarci o ba-
ciarci, girava in mutande e fa-
ceva commenti sul nostro cor-
po. Ai nostri rifiuti rispondeva
che non ci avrebbe selezionate
per le corse. Alla fine non ce
l’ho più fatta e sono scoppia-
ta». Così dopo la denuncia è
partita l’inchiesta della Com-
missione etica della Federazio-
ne ciclistica internazionale.
Il caso in Germania
Sulla scia del caso Health Ma-
te ne è emerso un altro di due
anni prima, all’interno del
team tedesco Cervelo-Bigla,
con le atlete Iris Slappendel,
Carmen Small, Vera Koedoo-
der e Doris Schweizer che han-
no accusato il manager Tho-
mas Campana di intimidazio-
ni, atti di bullismo e discrimi-
nazioni legate soprattutto al lo-
ro peso corporeo, fattore mol-
to importante nel ciclismo. E
ancora un’altra denuncia ven-
ne presentata dalla pistard in-
glese Jessica Varnish, «bulliz-
zata» a suo dire dal coach Sha-
ne Sutton.
I dubbi in Italia
Anche l’Italia di recente ha avu-
to il suo caso di presunti abusi
sessuali, tanto che la Procura
della Federciclismo ha aperto
un fascicolo «contro ignoti» in
seguito alle dichiarazioni a
mezzo stampa dell’ex corrido-
re e poi dirigente federale Sil-
vio Martinello, anche com-
mentatore per la Rai, che ha
parlato di «comportamenti
non idonei e inopportuni, al li-
mite della decenza» da parte
di un tecnico azzurro del setto-
re femminile. Le sue accuse sa-
rebbero poi state suffragate
dall’ex pistard azzurro Rober-
to Chiappa, lui pure ex allena-
tore federale. Sia Martinello
sia Chiappa, però, convocati
poche settimane fa dal procu-
ratore federale Nicola Capoz-
zoli, non sono stati in grado di
fornire prove o testimonianze
di quanto avevano affermato.
Al contrario alcune atlete az-
zurre, come Vera Carrara e
Marta Bastianelli, hanno
smentito di aver mai sentito di
casi del genere in Nazionale.
Dino Salvoldi, dal 2005 re-
sponsabile di tutto il ciclismo
femminile azzurro, convocato
ma senza imputazioni a carico
dalla Procura, si è detto coster-
nato di fronte alle accuse di
Martinello. L’inchiesta della
Federciclismo è ancora in cor-
so, ma pare che si stia sgonfian-
do, mentre sarebbero emersi
interessi di parte e piccole invi-
die che avrebbero fatto scatta-
re le accuse di presunti illeciti.
A livello internazionale è na-
to però il movimento #MeToo
Cycling, per favorire la sensibi-
lizzazione e le eventuali de-
nunce delle cicliste in materia
di molestie sessuali. E alcune
squadre femminili si sono nel
frattempo imposte un nuovo
codice etico. È il caso della te-
desca Sunweb, fra i club più ric-
chi, che nel nuovo protocollo
ha previsto una commissione
interna di garanti, interventi
immediati, divieto di accesso a
determinati spazi da parte del
personale maschile (del tutto
prevalente nello staff di diri-
genti e tecnici), una «consulen-
te» scelta da ogni atleta presen-
te durante massaggi, medica-
zioni e riunioni, oltre al licen-
ziamento in tronco per chi non
rispettasse tali direttive. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
DANIELA COTTO
F
ederica (nome di fan-
tasia) è finita in prima
pagina. Per la violen-
za subita e per il corag-
gio di combatterla. Dopo anni
di rabbia e sofferenze ha chia-
mato il Telefono Azzurro e de-
nunciato il proprietario del ma-
neggio in provincia di Caserta
dove si allenava. E ci racconta
la sua storia che scatena il
#metoo dello sport italiano.
Federica, dove ha trovato la
forza per compiere un gesto
così coraggioso?
«Dagli ostacoli che ho dovuto af-
frontare a soli 14 anni, quattro
anni fa. Più trovavo difficoltà,
più mi convincevo che era giu-
sto fare questo passo. Tutti mi
dicevano che avrei dovuto risol-
vere la questione per conto mio
e che senza prove non avrei otte-
nuto nulla. Un giorno è esplosa
la rabbia che covavo da anni. Co-
sì ho scritto sulla chat al Telefo-
no Azzurro ed è iniziato tutto.
Poi il caso è passato alla Questu-
ra e la vicenda ha fatto il suo cor-
so. Volevo dei consigli, avevo
una paura terribile ma non ne
potevo più di quelle attenzioni
morbose, di quei palpeggia-
menti e dell’arroganza di
quell’uomo. Avevo imparato a
sottrarmi ma lui pensava che io
scherzassi e tornava all’attacco.
Poveretto. E poi temevo che le
bambine di nove anni alle quali
lui prestava le sue attenzioni fa-
cessero una brutta fine».
In che senso?
«Lui allungava le mani anche
sulle piccole, che forse non si
rendevano neppure conto.
Tutto questo mi faceva star ma-
le fisicamente. Era insopporta-
bile, anche perché gli altri del
maneggio facevano finta di
non vedere: l’omertà è terribi-
le. Questo silenzio nello sport
va combattuto. C’è troppo
egoismo. Siamo chiari: se uno
di 60 anni spinge contro il mu-
ro una ragazzina di 15 anni e
le stampa un bacio indesidera-
to sulla bocca è violenza».
Durante il percorso di denun-
cia ha incontrato persone
scettiche?
«Sì. Mi vergogno per loro. So-
no stati tutti superficiali. E an-
cora in tanti, al maneggio, non
credono a ciò che è successo».
Che cosa ha provato in questi
anni?
«Violenza psicologica. È stata
dura sopportare tutto questo.
Quando vivevo quelle situazio-
ni stavo male, arrivavo a casa e
rimanevo per ore sul letto con
lo sguardo perso nel vuoto. E
la scuola ne ha patito, non riu-
scivo a concentrami. Mi creda,
è una sensazione orribile. Mi
sono salvata perché ho avuto
la comprensione delle mie ami-
che, con le quali abbiamo fatto
gruppo, e dei miei genitori».
È stato difficile parlarne in fa-
miglia?
«Sì. Ma i miei hanno capito».
A scuola gli insegnanti si so-
no accorti del suo disagio?
«No. E nessuno si è chiesto co-
sa mi passasse per la mente».
Racconti delle amiche.
«Sono state fondamentali. Alcu-
ne di loro stavano vivendo lo
stesso dramma, stavamo ore e
ore al telefono o a parlare fitto fit-
to, tutte insieme. Poi chiudeva-
mo sempre con la stessa doman-
da. “Ma perché a 16 anni dobbia-
mo stare qui a discutere dell’or-
co e non di feste o vestiti come
fanno le adolescenti normali?».
Adesso lei come sta?
«Meglio, mi viene tutto più fa-
cile e soprattutto quando in-
contro una difficoltà non mi
abbatto. Quando ero più giova-
ne invece sprofondavo, mi
crollava il mondo addosso».
Lei ha sospeso gli allenamen-
ti. Tornerà a cavallo?
«Sì, mai più in quel posto. L’e-
quitazione è la mia passione».
Che messaggio vuole lancia-
re per dare forza al #metoo
dello sport?
«Di cercare sempre un appog-
gio, di parlare, aprirsi e con-
frontarsi. Dopo il Telefono Az-
zurro ho scoperto il “Cavallo
Rosa”, l’associazione che lotta
contro gli abusi, e ho trovato
grande aiuto e conforto. Svol-
gono un ruolo fondamentale,
ascoltano e aiutano. Con loro
non sei più sola».
Ha ricevuto messaggi di soli-
darietà in questi giorni?
«Sì, molti. Da tutti quelli che sa-
pevano. Qualcuno su Face-
book ha scritto che si aspetta-
va di leggere di violenza. Ma
dove siamo finiti? Ripeto, l’im-
portante è uscire allo scoper-
to. E se qualcuno vi critica an-
date oltre. Per una persona
che vi è contro, ce ne sono mil-
le altre che staranno dalla vo-
stra parte. E ci sono tante ra-
gazze disponibili a parlare».
Come definisce un abuso?
«Anche uno strusciamento è
violenza. Qualsiasi cosa che ti
infastidisce lo è. Se hai 60 anni
e ti avventi su una ragazza di
17 lo è di sicuro».
Che effetto le ha fatto leggere
dell’arresto del suo ex istrut-
tore?
«All’inizio ero in panico, non
riuscivo a realizzare. Poi mi so-
no calmata, ero felice».
Che cosa prova nei suoi con-
fronti?
«Profonda rabbia e schifo.
Non so come possa svegliarsi
tutte le mattine con questo pe-
so sulla coscienza».
Che cosa si aspetta dallo
sport?
«Che si prendano provvedimen-
ti seri. Perché anche se uno è sta-
to arrestato, il maneggio va
avanti. E c’è ancora chi non cre-
de a quello che è successo». —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
2007
L’anno a cui si riferisce
Martinello nelle accuse
al settore tecnico
azzurro
Allungava le mani
anche sulle bimbe
di 9 anni: questo
mi faceva stare male
fisicamente
7
Il numero di ragazze
che hanno denunciato
abusi da parte
dell’istruttore
INFANZIA VIOLATA
FEDERICA
UNA DELLE RAGAZZE
ABUSATE
Il ministro Speranza
ha inventato i ticket
marxisti: “A ognuno
secondo i propri bisogni,
da ognuno secondo
le proprie capacità”.
MARIA ROSA TOMASELLO
INVIATA A CASERTA
D
entro il rettangolo de-
limitato dalla staccio-
nata di legno tre bam-
bine in sella ai cavalli
seguono gli ordini impartiti da
Nadia. «Continuate così, non vi
preoccupate degli angoli ora»
dice, scandendo il ritmo. Con i
piedi affondati nella sabbia e la
rabbia nella voce, fa una pausa
e si sfoga: «Io lavoro qui da 15
anni e questa è come una sec-
chiata d’acqua gelata addosso:
troppo fango su questa fami-
glia, perché non so, forse per in-
vidia. Ma io sono qui da 15 an-
ni, e posso dirlo, non ho mai vi-
sto cose fuori posto». Da oggi,
ha comunicato ai genitori che
ora osservano il suo lavoro dai
bordi, sarà lei a occuparsi delle
allieve. L’istruttore di equitazio-
ne che finora hanno trovato
ogni giorno ad accoglierli non
c’è, e la sua assenza sarà a tem-
po indeterminato. L’uomo, cin-
quant’anni, tre figli, presidente
dimissionario dell’associazione
sportiva che gestisce la struttu-
ra e titolare di una abilitazione
come guida equestre ambienta-
le, è agli arresti domiciliari con
l’accusa infamante che gli è sta-
ta contestata dalla Procura dei
minori di Santa Maria Capua
Vetere: violenza sessuale plu-
riaggravata e continuata su set-
te allieve dai 6 ai 14 anni, abusi
che si sarebbero protratti per
quattro anni in un luogo in cui
avrebbero dovuto essere al sicu-
ro, affidate a chi avrebbe dovu-
to educarle e seguirle nel loro
percorso di crescita. Per gli in-
quirenti le testimonianze delle
presunte vittime sono attendibi-
li, concordanti e coerenti e dun-
que costituiscono prove: pal-
peggiamenti, strofinamenti
con i genitali, baci rubati sareb-
bero avvenuti quando l’istrutto-
re si trovava solo con le allieve e
soprattutto lontano dall’occhio
delle telecamere interne. Ma ci
sono domande importanti a cui
gli investigatori della squadra
Mobile guidati da Davide Coraz-
zini vogliono trovare risposte:
qualcuno dentro il maneggio
ha visto e non ha denunciato? E’
possibile che qualcuno, tra i ge-
nitori, abbia ricevuto confiden-
ze dalle bambine e abbia sotto-
valutato i loro racconti?
Il centro ippico sorge nella pri-
ma periferia urbana del Caserta-
no, immersa tra villette basse
con le facciate scrostate e ritagli
di agrumeti polverosi recintati
da muretti. All’ingresso una pic-
cola insegna azzurra: ente affi-
liato a discipline olimpiche, e il
simbolo della Federazione ita-
liana sport equestri (Fise). Tre
gli istruttori, di cui uno federale
di secondo livello. «Il maneggio
è stato creato circa 15 anni fa dal
mio cliente perché una delle sue
figlie stava male e aveva biso-
gno di riabilitazione con l’ippo-
terapia. Ecco, questo è il mo-
stro: una persona che ha messo
al centro della propria vita la fa-
miglia, e che ha lasciato la sua at-
tività nell’edilizia per occuparsi
della sua bambina», spiega l’av-
vocato Giuseppe Dessì che, il
giorno dopo l’interrogatorio di
garanzia, si prepara a presenta-
re ricorso al tribunale del Riesa-
me e lavora sulle indagini difen-
sive. «All’origine di queste de-
nunce ci sono fatti che non sono
stati appurati che cercheremo
di fare emergere – annuncia –
lui non riconosce nulla degli ad-
debiti della procura, che sono
mille miglia lontani dalla sua
persona e che gli sono arrivati co-
me una valanga addosso».
A partire dalle 15, le lezioni si
susseguono come ogni giorno,
in un clima di normalità appa-
rente. «Avevo immaginato che
fosse qui quando l’istruttrice ci
ha detto che oggi avrebbe fatto
lei la lezione – commenta la
mamma di Sara, 11 anni (i no-
mi sono di fantasia, ndr) – Ab-
biamo fatto alcune lezioni di
prova, che ora scadono, e dob-
biamo decidere se confermare.
Non so che fare, anche se io mia
figlia non la lascio mai da sola.
Un giorno quel signore mi ha
detto: lei è troppo apprensiva».
Dalle stalle, dove sono ospitati
una ventina di cavalli, un raglio
rompe la quiete del maneggio.
«C’è un asino, sì, perché questa
struttura è stata messa su da
una persona che ama gli anima-
li – racconta un familiare
dell’imprenditore arrestato -
Siamo tutti sconcertati, è una si-
tuazione assurda».. I frequenta-
tori oscillano tra sorpresa e sgo-
mento. «Se fosse vero sarebbe
spaventoso» dice una mamma
correndo via con la bambina.
«Speravo proprio che non fosse
questo, il centro» commenta
preoccupato un padre che ac-
compagna il bimbo di cinque
anni. Una giovane mamma par-
cheggia un fuoristrada: «Mai
notato niente, mi è sempre sem-
brata una persona normale,
tranquilla». Giorgia entra a pas-
so svelto con il figlio di 11 anni:
«Veniamo qui da un anno: mio
figlio fa lezione due volte a setti-
mana, e trovo queste accuse in-
credibili. Lui magari è un po’
burbero, riprende i ragazzi
quando sbagliano, ma la verità
emergerà, ne sono sicura. Qui
siamo come una famiglia: ho
suggerito questo centro anche
ad alcuni amici, e nessuno di lo-
ro ha mai detto nulla su possibi-
li molestie. Se ci fosse stato qual-
cosa sarebbe emerso». —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Su La Stampa
La notizia pubblicata in esclusiva da La Stam-
pa lo scorso 21 settembre e ieri sugli abusi nel
maneggio di Caserta. Dopo le denunce dell’as-
sociazione Cavallo Rosa un istruttore è stato
radiato.
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GRAZIA LONGOROMA
Dopo quasi quattro anni di abusi sessuali ha trovato il co-
raggio e ha chiesto aiuto a Te-lefono azzurro. Una ragazzi-
na di 14 anni della provincia di Caserta ha denunciato il
suo istruttore di equitazione, che era anche il titolare del ma-
neggio, e lo ha fatto arrestare. L’imprenditore, poco più di
50 anni, padre di tre figli tra cui anche una ragazza mag-
giorenne, è ora agli arresti do-miciliari per violenza sessuale
pluriaggravata e continuata.Non appena Telefono az-
zurro ha ricevuto l’allarme dell’adolescente ha avvisato
la Procura dei minori di San-ta Maria Capua Vetere ed è
scattata l’inchiesta in collabo-razione con la Squadra mobi-
le di Caserta. Sconcertante la realtà emersa dalle indagini:
oltre alla quattordicenne, l’uomo ha approfittato di al-
tre 6 ragazzine, tra i 6 e i 14 an-ni. Un orco travestito da mae-
stro d’equitazione che per an-ni ha agito indisturbato per-
ché minacciava le sue povere vittime. «E’ inutile che lo rac-
conti in giro, tanto non ti cre-derà nessuno» intimava loro.
Palpeggiamenti, baci rubati, strofinamenti con il corpo: il
manuale della violenza era messo in moto non appena
l’uomo riusciva a rimanere so-lo con l’allieva di turno. Il fie-
nile era il posto preferito per l’approccio sessuale, in quan-
to mentre dava da mangiare ai cavalli l’istruttore rimane-
va solo con le ragazzine. I poli-ziotti della Mobile guidata da
Davide Corazzini hanno rac-colto le testimonianze delle
sette allieve ed è emersa una verità fotocopia. Hanno tutte
accusato l’istruttore di aggres-sioni sessuali. Gli inquirenti
hanno convocato le vittime, che hanno confermato con
dovizia particolare gli abusi subiti; sotto choc le minori,
molto arrabbiati i genitori, che credevano di aver affida-
to le proprie figlie ad una per-sona seria e competente. Nes-
sun altro addetto della strut-tura è risultato complice o
quanto meno acquiescente con l'istruttore, anche perché
le condotte incriminate sareb-bero avvenute nei momenti
in cui l'uomo si isolava con le varie ragazzine.
mesi fa, l’istruttore si è spinto Ma a un certo punto, pochi
troppo in là e ha buttato per terra la quattordicenne, get-
tandosi sopra di lei nel tentati-vo di mimare un rapporto ses-
suale. La ragazzina è riuscita a divincolarsi ma quell’episo-
dio l’ha convinta a rivolgersi al Telefono azzurro. Anche
lei si era sentita dire «non ti permettere di parlare, tanto
nessuno ti crederà», ma non si è data per vinta e ha rivela-
to gli abusi subiti all’onlus.Non solo, temendo che il
cinquantenne volesse nuova-mente cercare l’occasione per
strofinarsi contro di lei, si è re-
golarmente recata al maneg-gio munita di un cacciavite.
«Ero terrorizzata - ha poi rac-contato agli inquirenti - sarei
stata pronta a usare il cacciavi-te contro di lui per impedirgli
di farmi del male». E’ stata lei stessa a spiegare ai magistrati
del pool fasce deboli e ai poli-ziotti che c’erano anche altre
vittime. Le ragazzine, che a ca-sa avevano taciuto gli episodi
di molestie, tra di loro si erano invece confidate.
forza tra di noi, ma quell’uo-«Abbiamo cercato di farci
mo è pericoloso e ci fa paura - ha ribadito la quattordicen-
ne -. Con i suoi gesti ha spor-cato anche la nostra passio-
ne per l’equitazione. Ma noi siamo coraggiose e andremo
avanti per la nostra strada. Meno male però che lo han-
no arrestato». Lui, dal canto suo, ripete come un mantra:
«E’ tutto un equivoco. Sono vittima di un complotto». —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Abusate dal maestro di equitazione
Le 7 vittime avevano dai 6 ai 14 anni
Caserta, una ragazza fa arrestare un 50enne. Poi vengono alla luce le altre violenze sessuali
DANIELA COTTODaniela Simonetti, giornali-
sta, presidente del “Cavallo Ro-sa”, l’associazione in prima li-
nea contro gli abusi nello sport italiano, se l’aspettava.
lne rilancia il problema come ur-1 L’ultimo caso dell’equitazio-
gentissimo. Come deve interve-nire lo sport?
«Con le radiazioni, importan-ti perché in attesa che si con-
cludano i processi ordinari si deve impedire agli istruttori
di avvicinarsi ai minori. Gli or-gani di giustizia sportiva devo-
no adottare su richiesta delle Procure federali provvedi-
menti immediati, a comincia-re dalle sospensioni cautelari.
E le Federazioni devono inse-rire nei regolamenti di giusti-
zia l’illecito di violenza sessua-le con minori prevedendo la
radiazione».l2 Il presidente federale Marco
Di Paola ha detto che si tratta di «quattro mele marce». Qual è la
sua posizione?«La Procura federale della Fi-
se con il “Cavallo Rosa” ha ini-ziato un lavoro importante
ma le mele marce sono molte di più. All’interno del sistema
c’è un problema di impunità».l3 In questa lotta cosa le sta più
a cuore? «Spesso si parla di donne e po-
co di atlete. Lo sport deve tute-lare le tesserate».
l«Il problema c’è in tutte le di-4 E gli altri sport?
scipline ma colpisce il silen-zio, l’omertà e le tutele nel
mondo sportivo, preoccupato solo della propria reputazio-
ne». — c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
a firenze
“Sei sexy e calda”Arbitro molesta
una raccattapalle
Così su La Stampa
4 DOMANDE
DANIELA SIMONETTIPRESIDENTE “CAVALLO ROSA”
“Tutti gli sport
sono coinvoltima l’omertà
vince ancora”
«Sei fantastica, sei molto se-xy». E ancora: «Sei calda? Fi-
sicamente o emotivamen-te?». Così un arbitro, Gianlu-
ca Moscarella, si è rivolto a una minorenne che faceva la
raccattapalle durante una partita di tennis al circolo Fi-
renze 1898. Le immagini e l’audio sono state riprese in
un video diffuso su YouTu-be. A raccontare il grave epi-
sodio è la cronaca odierna de Il Tirreno. L’Associazione
tennisti professionisti ha fat-to scattare un’inchiesta in-
terna. In via cautelativa Mo-scarella è stato sospeso dai
suoi doveri di arbitro sotto contratto con l’Atp. —
Le parole dell’uomoper farle tacere:
ALAMY “Non dite nulla, tantonessuno vi crederà”
INFANZIA VIOLATA
Il fenomenoLa pagina de La Stampa del
21 settembre dedicata al feno-meno degli abusi degli istrutto-
ri di equitazione. Grazie all’as-sociazione il “Cavallo Rosa”
un maestro è stato radiato
R PRIMO PIANO MARTEDÌ 1 OTTOBRE 2019LASTAMPA 13
4
Gli anni durante
i quali sarebbero
proseguite
le molestie
INFANZIA VIOLATA
IL CASO
Una commissione di
garanti e codice etico:
alcune squadre
sono corse al riparo
46
Le squadre femminili
professioniste
nel circuito mondiale
di ciclismo
Le cicliste del team belga Health
Mate, che hanno accusato di mole-
stie il tecnico Patrick Van Gamsen
Parla la ragazza che ha denunciato per prima: tanti non credono alle mie parole, mi vergogno per loro
“Io, palpeggiata per 4 anni
ho sfidato l’omertà dei grandi
Adesso provo soltanto schifo”
INTERVISTA
Alcune persone
al maneggio
facevano finta
di non vedere:
era insopportabile
Mi sono salvata
perché ho trovato
la comprensione
delle mie amiche
e della famiglia
SANITÀ
JENA
[email protected]
Nel maneggio di Caserta l’incredulità dei genitori per l’arresto: “Ci fidavamo tutti”. Al vaglio dei pm eventuali racconti delle vittime sottovalutati
Bimbe molestate dal maestro di equitazione
Nel mirino i silenzi di chi non ha denunciato
REPORTAGE
I legali dell’arrestato:
ha lasciato tutto
per occuparsi
della figlia malata
Già 15 i casi svelati. Sotto accusa anche un carabiniere maestro di salto a ostacoli
#MeToo nell’equitazione
Le amazzoni denunciano
gli abusi degli istruttori
A
lice (nome di fanta-sia) ce l’ha fatta. Do-
po aver subito abusi all’età di 15 anni da
parte del suo istruttore di equi-tazione ha rotto il muro di omertà, come dimostrano le
carte federali nelle quali si leg-ge della relazione abusante
istruttore-allieva, della vita nel centro ippico, degli allena-menti e dei concorsi. Una vita
totalizzante e manipolata da Alessandro Mazzi, 42 anni. «Il Sig. Mazzi ha compiuto atti ses-
suali sull’allieva minorenne abusando del ruolo; in specie
le trasmetteva gif pornografi-che, la baciava sulla bocca, le toccava il seno e le parti intime
e aveva con la stessa rapporti completi. Nel 2017 ci sono sta-ti episodi di violenza da parte
del Mazzi nei suoi riguardi, so-prattutto l’atto reiterato di sca-
raventarle oggetti con l’inten-to di colpirla. Nel 2018 si è ri-volta a uno psicologo in segui-
to allo choc subito per aver sco-perto i trascorsi di Mazzi con al-tre allieve minori».
loroso: «Ci frequentavamo so-Il percorso di Alice è stato do-
prattutto in trasferta, ai concor-si. Mi ero invaghita di lui. Prima non avevo mai avuto relazioni.
Il mio primo rapporto sessuale si è verificato circa un anno e mezzo dal nostro primo incon-
tro. Lo frequentavo perché lui sosteneva che il rapporto con la
moglie era in crisi. Mi confidai con mia madre che gli intimò di
limitarsi a fare l’istruttore ma lui continuava imperterrito e io non riuscivo a respingerlo. Il rap-
porto divenne più intimo, poi scoprii che, oltre a me, attenzio-
nava contemporaneamente al-tre ragazze». Tra le testimonian-
ze rese c’è anche quella dell’ex moglie del Mazzi che lavorava
con lui in maneggio. «Ho visto crescere le nostre allieve. Non
avrei mai immaginato che potes-sero diventare vittime di quello con cui dividevo tutto».
berarsi dall’istruttore-orco gra-Alice ha trovato la forza di li-
zie all’ascolto del «Cavallo Ro-sa», l’associazione nata per con-trastare gli abusi sessuali nello
sport che si avvale della collabo-razione di avvocati e di psicolo-gi. Una missione, energia e fati-
ca emotiva al servizio della cau-sa. Daniela Simonetti, giornali-
sta, presidentessa del «Cavallo Rosa» ha le idee chiare. «Da un lato presentiamo gli esposti nel-
le Procure Federali, offrendo as-sistenza alle vittime e gratuito patrocinio nel processo sporti-
vo. Dall’altro lato abbiamo pro-posto alcune modifiche al Codi-
ce di giustizia sportiva e sotto-posto al Coni una norma per portare la prescrizione da quat-
tro a dieci anni per gli illeciti ri-conducibili alla violenza ses-suale». La strada è lunga ma il
sogno è creare un polo tra le fe-derazioni per tutelare donne e
bambini. D.COT. —c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Gli allenatori^4
dalla giustizia sportivaprocessati
e subito radiati
DANIELA COTTO
I
l #MeToo dello sport alza il velo sull’equitazione, il
mondo dorato dove si in-trecciano soldi, cavalli,
passioni e giovanissime atlete in cerca di medaglie. Ambien-
te difficile per le aspiranti amazzoni che troppo spesso devono sopportare, oltre agli
sfiancanti allenamenti di uno sport che ha un’importante tra-dizione olimpica, le attenzioni
di allenatori-orchi che identifi-cano le prede anche in base al
censo. L’obiettivo, oltre al de-
viato piacere personale che spesso coincide con le mole-
stie, è il cavallo con il ricco asse-gno di mamma o papà. Il qua-dro che ne esce dalle denunce
del «Cavallo Rosa», gruppo di donne in prima linea contro gli abusi nell’equitazione ita-
liana, è inquietante.Dieci giorni fa l’ultimo caso.
Il tribunale federale della Fe-derazione sport equestri ha ra-diato l’istruttore Alessandro
Mazzi, 42 anni, accusato «di abusi su un'allieva minorenne e maltrattamenti ai cavalli».
Mentre il tecnico veniva giudi-cato in sede sportiva, la giusti-
zia ordinaria ha fatto il suo cor-
so: l’accusato ha patteggiato la pena di due anni con il risarci-
mento alla persona offesa. La relazione malata con la sua al-lieva si consumava nei luoghi
per lui sicuri, il maneggio in provincia di Verona e nella ca-serma dei carabinieri dove
svolgeva l’attività di appunta-to. Indossava sempre la divisa,
Mazzi. A cavallo e non, usan-do il suo ruolo per catturare l'attenzione delle ragazzine.
Il lavoro del “Cavallo Rosa”È stato il «Cavallo Rosa» a pre-
sentare l’esposto nei suoi con-fronti, così è nato il primo caso
di radiazione su segnalazione
di una associazione. Un lun-ghissimo lavoro di ascolto, di
pazienza e di forza che ha rac-colto le confessioni delle ragaz-ze violate. Alice (nome di fan-
tasia) oggi ha 20 anni e la sua testimonianza è stata determi-nante nel processo sportivo.
Lei, in un incontro dedicato al-la tutela delle donne nello
sport, ha raccontato la sua sto-ria: «Avevo 15 anni quando ho incontrato un mostro che si è
servito del suo ruolo seminan-do dolore, manipolando fami-glie e allontanando le ragazzi-
ne dal loro mondo innocente. Ma da queste esperienze si
esce a testa alta, riprendendo
le redini della propria vita puli-ta e onesta». E ancora: «È quel-
lo che ho fatto io. Ma attente, il loro identikit è comune, le tap-
pe del disegno criminale sono sempre le stesse. Si muovono come lupi e il web è il loro terre-
no. Chiedono video e foto per manipolare le giovani e mette-re una distanza tra la preda e i
genitori, imponendo la conse-gna del silenzio».
no tali per sempre. Crescono e diventano donne coraggiose Ma le bambine non rimango-
che poi ti presentano il conto. Come ha fatto Alice che, dopo essersi liberata dell’ombra ne-
ra, ha ripreso a studiare con ot-timo profitto tornando anche
a cavallo, la sua passione. E ora la sua vita scorre su binari normali, circondata da affetti
e amici. «Facciamo rete, la veri-tà deve venire a galla». Lei ha trovato pace anche
grazie alla solidarietà dei vo-lontari del «Cavallo Rosa», tra
cui tre legali che lavorano per la causa, riferendosi ad esem-pi illustri come quello di Anne
Kursinski, l’amazzone testimo-nial del #MeToo dello sport Usa. La stella americana, due
argenti olimpici nel salto osta-coli ed un palmares di livello
internazionale, è stata abusa-
ta all’età di 11 anni e ora è in prima linea nella battaglia che
trova l’appoggio del governo degli Stati Uniti.
La Kursinski testimonialIn Italia il caso di Mazzi non è l’u-
nico, i radiati per ora sono quat-tro (incluso lui). In Piemonte è finito sul banco degli imputati
Daniele Bernardi (salto a osta-coli), accusato di violenza ses-
suale su minore e condannato in tutti e tre i gradi di giudizio. In Trentino Alto Adige ha fatto
scalpore la vicenda di Karl We-chselberger, ex atleta di coppa del mondo di salto a ostacoli,
condannato in primo grado e in Appello per violenza su minori.
Nel Lazio Stefano Mauro (dres-sage) è in attesa di giudizio per abusi sessuali su minori. Ma il
triste elenco degli istruttori-mo-stri a cui i genitori affidano fi-glie e figli è tristemente lungo.
Sono undici i procedimenti pe-nali in corso che presto riporte-
ranno a galla il problema.zione Marco Di Paola ha stila-Il presidente della Federa-
to un codice etico: «Abbiamo reagito in maniera severa ad una pagina triste per lo sport.
Sono pochissime le mele mar-ce e vanno allontanate». —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Il rapporto iniziato quando l’atleta era minore“Ci frequentavamo durante le trasferte”
Foto porno e baci
“Non riuscivo
a respingerlo” 7
Gli episodi denunciatima senza che nessun
sia finito sotto accusaistruttore e o giudice
Anne Kursinski,60 anni, 2 medaglie d’argento olimpiche, testimonial del #MeToo negli Stati UnitiAP
LA VITTIMA DEGLI ABUSI
EX MOGLIE DELL’ISTRUTTORE
DANIELA SIMONETTIPRESIDENTE ASSOCIAZIONE “CAVALLO ROSA”
IL CASO
OMBRE SULLO SPORT
LA TESTIMONIANZA
Le allieve le ho vistecrescere: difficile
credere fossero vittime dell’uomo
con cui dividevo tutto
Diceva che il matrimonio era
in crisi. Poi ho scoperto che aveva
attenzioni per altre
C’è ancora bisogno di fare prevenzione
ma gli autoridi queste violenze
devono essere puniti
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Gli anni della più
piccola delle allieve
che avrebbero
subito violenze
Il maneggio del Casertano ora è affidato a una donna:
«Lavoro qui da 15 anni e non ho mai visto nulla di strano», dice
2 LASTAMPAMERCOLEDÌ 2 OTTOBRE 2019
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