La Stampa - 02.10.2019

(Ron) #1

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Maria Chiara Milardi Il tecnico segue l’azzurro che punta alla finale mondiale dei 400 metri. Traguardo mai raggiunto da un italiano


Un Re nelle mani di una donna

“Con me ha perso anche la pancia”

Davide Re, 26 anni, alla partenza: oggi insegue la finale dei 400

DALL’INVIATA A DOHA


L’

uomo eternamente
in bilico tra lecito e
proibito probabil-
mente è sempre sta-
to dalla parte sbagliata. Alber-
to Salazar è stato squalificato
per quattro anni dall’agenzia
antidoping americana, accu-
sato di sistemi estremi, di aver
testato sostanze al testostero-
ne su se stesso e sul proprio fi-
glio, di aver somministrato
medicine non necessarie con-
vinto che aiutassero le presta-
zioni. Non di aver dopato, ma
di aver girato intorno al fuoco
esponendo tutti al pericolo di
bruciarsi.
Lo hanno sempre chiamato
l’allenatore-stregone e questo
non gli ha impedito di associa-
re il suo nome a quello della Ni-
ke e di legarci un progetto di ri-
cerca che si è apertamente pro-
posto di spingere la scienza al
limite del consentito. Salazar,
ex maratoneta capace di vince-
re il titolo a New York per tre
volte di fila, ha creato un grup-
po di élite da cui molti si sono
allontanati senza però mai
sbattere la porta, ha trasforma-
to Mo Farah in un campione
da quattro ori olimpici, tutti
vinti con lui prima di un divor-
zio ora sventolato come prova
di purezza.
Salazar è ai Mondiali con
molti atleti di primo piano.

Tutti hanno l’obbligo di smet-
tere di frequentarlo, la più im-
portante, Sifan Hassan, ha
vinto l’oro nei 10.000 metri e
vorrebbe bissare nei 1500 e
lei si dichiara «scioccata».
L’inchiesta va avanti dal 2015
e l’olandese dice che copre
«un periodo precedente alla
nostra collaborazione». Men-
tre Farah addirittura si sco-
pre «contento» perché dopo
quattro anni c’è un verdetto,
«non tollero chi inquina l’atle-
tica» e ribadisce di non avere
più nulla a che fare con lui.
Ognuno valuta come crede le
date del caso.
Strano come l’inscindibile
e imprescindibile rapporto
tra allenatore e atleta diventi
acqua fresca quando si parla
di doping. Se Salazar è tanto
spregiudicato da essere dan-
noso, chi gli si affida come va
giudicato? I suoi atleti trove-
ranno altri guru ma non pos-
sono sperare di non destare
sospetti. G. ZON.—
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

GIULIA ZONCA
INVIATA A DOHA

L’

Italia dello sprint è
pronta a osare, dopo
la finale dei 100 me-
tri con Tortu, oggi Da-
vide Re tenta di entrare tra i mi-
gliori 8 dei 400 (19,35 Rai-
sport). A un italiano non è mai
successo e lui dimostra di avere i
numeri giusti vincendo la batte-
ria in 45"08, senza dannarsi. Su-
bito dopo, cita la sua allenatrice
Maria Chiara Milardi: «Ho fatto
tutto quello che abbiamo studia-
to insieme». Lei, che qui porta 4
atleti, è ancora più esplicita: «Ab-
biamo iniziato a lavorare su que-
sto preciso obiettivo quando era
impossibile crederci».
Proprio in Qatar dove ci sono
posti dove lei non può segui-
re i suoi atleti maschi.
«Succede per le palestre di cer-
ti hotel, non è problema prati-
co perché le strutture dello sta-
dio sono gestite dalla Iaaf».
È un problema morale?
«Qui stanno lentamente cam-
biando, restano limiti soprattut-
to culturali ma su quel fronte noi
non siamo certo senza macchie».

Lei ha vissuto discriminazio-
ni di genere?
«Sono stata giudicata in quan-
to donna. Fino a che allenavo i
ragazzini ero bravissima, poi
sono passata ai professionisti e
di colpo il metro di giudizio ap-
plicato agli uomini non valeva.
Ho deciso di non farci caso».
Momento più fastidioso?
«Nel 2013 avevo appena inizia-

to ad allenare Galvan che qui
fa la 4X400. Partecipo a un con-
vegno tra i luminari dell’atleti-
ca, pochi sapevano che faccia
avessi e una persona, a cui ri-
sparmierò la vergogna, dice
"non sapete a chi abbiamo la-
sciato il nostro migliore quat-
trocentista". A me».
Non ha protestato?
«No, ho lavorato. A noi donne
è sempre richiesto un extra per
convincere. Mi è stato dato il
premio di "miglior allenatri-
ce", ringrazio però avrei prefe-
rito essere la numero x in una
classifica mista, che senso ha
una categoria a parte?».
Si confronta con gli altri tecnici?
«Poco. Colpa anche del fatto
che non si campa di atletica, io

sono ancora grafica di profes-
sione. Con le allenatrici co-
munque mi sento di più: a dif-
ferenza dei colleghi, non pen-
sano mai che parli dei loro atle-
ti per rubarglieli».
L’atletica italiana è un esempio
di integrazione. Lei gestisce un
gruppo che ne è la prova.
«Lavoriamo a Rieti e in una città
piccola si nota di più il bene che
fa dare dei riferimenti di questo
tipo. I ragazzini che vengono al
campo e vedono Re che corre
con Benedicta Chigbolu cresco-
no senza differenze in testa e pu-
re senza inutili fisse sul fatto che
gli atleti di colore vadano più for-
te dei bianchi».
Re non lo pensa più.
«È venuto da me con la pancetta
dicendo "tanto non se ne va". Fi-
guriamoci. La strapotenza e lo
strafisico non sono ereditari».
Gli azzurri hanno usato la pre-
sunta superiorità nera come
scusa?
«Il nostro limite maggiore, ma la
mentalità si può cambiare e Davi-
de lo dimostra. Si è spinto oltre
quel che si poteva permettere e
ha costretto me a guardare avan-
ti. A questa finale che non consi-
deriamo più di altri».—
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IL CASO

L’inchiesta anti doping Usa è partita nel 2015

Salazar, 4 anni di squalifica


Paga il coach-stregone


ma i suoi atleti sono in gara


AP

RISULTATI: OK NELL’alto


Tamberi va in finale
Eliminato Sottile
Lyles è oro nei 200

REUTERS

Gianmarco Tamberi trova le
energie per centrare la fina-
le dell’alto, in programma ve-
nerdì alle 19,15: «Ho fatto
parecchie stupidaggini pri-
ma del 2,29 - ha detto l’azzur-
ro -. Al terzo tentativo ho det-
to: se esco così distruggo tut-
to». Stefano Sottile paga l’i-
nesperienza e si ferma a
2,26. Stecchi chiude ottavo
nell’asta (5,70) mentre il
19enne Duplantis e l’ameri-
cano Sam Kendricks si sfida-
no all’ultimo centimetro, en-
trambi superano i 5,97 ma lo
svedese ha un errore in più.
Lyles, con i capelli grigi in
omaggio a Dragonball, domi-
na i 200 metri in 19"83. Gli
800 sono di Brazier (Usa,
1’42”34). Lui è nel Nike Ore-
gon Project stravolto dal ban-
do a Salazar, ma ha un altro
allenatore. Argento al bo-
sniaco Tuka (1’43”47), che
si allena a Bussolengo con
Ghidini. Oro del giavellotto
femminile all’australiana
Barber con 66,56. Oggi Folo-
runso e Pedroso in semifina-
le nei 400 hs (20,05). Diretta
tv su Rai Sport dalle 16,30.

Alberto Salazar, 61 anni

Gianmarco Tamberi, 27 anni

Fra i ragazzini mi consi-
deravano bravissima,
poi tra i professionisti
quel metro di giudizio
non valeva più

MARIA CHIARA MILARDI
ALLENATRICE
DI DAVIDE RE

Mi hanno dato il pre-
mio di "miglior allena-
trice", avrei preferito
essere la numero x in
una classifica mista

Il tecnico Maria Chiara Milardi

ANSA

INTERVISTA

MERCOLEDÌ 2 OTTOBRE 2019LASTAMPA 37
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