Panorama - 18.09.2019

(Nandana) #1

UNA SPINA NEL FIANCO


Con il lancio a Francoforte della Id.3, la Volkswagen dà la linea al settore:
il futuro è a batteria. Ma la rivoluzione ha costi giganteschi che incideranno
sui profitti. In pericolo anche l’automotive italiano. E per sostenerlo
il governo dovrebbe rispolverare una vecchia idea: la rottamazione.

RUOTE SGONFIE


S


egnato da una ventina di defezioni e
ridotto ad appena quattro padiglioni
invece dei soliti otto, il Salone dell’auto
di Francoforte che si chiude domenica
22 settembre entrerà comunque nella
storia: nello stand della Volkswagen
ha esordito infatti la Id.3, un’utilitaria
completamente elettrica con un’autonomia da
oltre 330 chilometri che verrà offerta a un prez-
zo vicino ai 30 mila euro. Non è la sola auto a
batteria presentata nella fiera tedesca: girando
per i padiglioni se ne incontrano a decine, dal
nuovo crossover Audi a zero emissioni alla pri-
ma Porsche a trazione completamente elettri-
ca. Ma la Id.3 è importante perché vuole essere
la nuova «auto del popolo» della Volkswagen,

l’erede del Maggiolino e della Golf, progettata
per cavalcare l’era delle vetture elettriche. Già
30 mila persone hanno prenotato la nuova Id.3
senza neppure averla vista.
E se è la grande Volkswagen a dare la linea,
si può star certi che l’intera industria si muo-
verà in quella direzione, e che la rivoluzione
sta davvero iniziando. La casa tedesca è il più
importante gruppo automobilistico del mondo
e sulle auto a batteria investirà nei prossimi
anni 80 miliardi di euro, il doppio di quanto
messo sul piatto dalla Daimler, dieci volte la
spesa prevista dalla General Motors. Entro il
2025 la produzione annua di auto elettriche
targate Volkswagen dovrebbe salire a 3 milio-
ni, contro le attuali 40 mila.

di Guido Fontanelli

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Silas Stein/dpa
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