Libero - 09.09.2019

(Darren Dugan) #1
INTERCETTAZIONI
«Il troyan è un mostro da
eliminare e l’abuso delle
intercettazioni ha limitato il
nostro diritto alla libera
manifestazione del pensiero»

EUROPA
«Ora che anche la Germania
ha dei problemi, speriamo
capisca che la sua politica
comunitaria deve cambiare»

IMMIGRAZIONE
«Salvini ha fatto rispettare la
legge, le incriminazioni contro
di lui per gli sbarchi negati
non hanno fondamento»

ALLARME FASCISMO
«L’allerta sul ritorno
al Ventennio è una balla
colossale. Di fascista
c’è solo il nostro vigente
codice penale»

segue dalla prima


PIETRO SENALDI

(...)Sul tema dell’immigrazione
però è molto salviniano, come
mai?
«Più che salviniano sono legalita-
rio. Dai tempi di una legge di sini-
stra di vent’anni fa, la Turco-Napoli-
tano, i princìpi sono gli stessi: in Ita-
lia si entra con il permesso; se ne sei
privo, vieni respinto alla frontiera;
se sei espulso e non te ne vai, com-
metti un reato. Salvini ha avuto il
coraggio di applicarla concretamen-
te perché, almeno fino a Minniti,
era rimasta sulla carta. Che poi Sal-
vini si esprima in modo talvolta ru-
de e pittoresco credo faccia parte
del suo carattere. Personalmente lo
preferirei più istituzionale».
Hanno fondamento le incrimi-
nazioni nei confronti dell’ex mi-
nistro dell’Interno per sequestro
di persona o per aver detto che la
capitana Rackete favorisce l’im-
migrazione clandestina?
«Secondo me nessuno. Del resto,
la stessa Corte Europea dei diritti
dell’Uomo ha stabilito che lo Stato
di approdo urgente ha il dovere di
assistenza, ma non di accoglienza».
Come possiamo difenderci dalle
Ong straniere che scaricano pro-
fughi sul nostro territorio?
«Penso che si debba coniugare la
solidarietà e il realismo in un modo
semplice e legale, in attesa che ven-
ga modificata l’aberrazione dell’ac-
cordo di Dublino: si obblighino i mi-
granti a depositare la domanda di
asilo nelle mani del comandante
delle navi delle Ong. Egli a tutti gli
effetti è pubblico ufficiale dello Sta-
to di bandiera. A quel punto, po-
tremmo anche fare sbarcare i profu-
ghi temporaneamente da noi, salvo
trasferirli subito nello Stato di pri-
mo approdo dove è stato deposita-
to il documento, perché questo di-
ce proprio il trattato di Dublino».
Da osservatore, pensa che la
politica sull’immigrazione
dell’Italia cambierà con il nuovo
governo giallorosso?
«Bel problema. Conte e Di Maio
dovrebbero rinnegare loro stessi, e
per di più la misura sarebbe molto
impopolare. Credo che alla fine ri-
toccheranno i decreti sicurezza se-
condo i rilievi di Mattarella, ma non
intaccheranno la ratio della norma.
Sarà comunque la decisione più dif-
ficile per il nuovo esecutivo».
Il fatto che il nuovo ministro
dell’Interno sia un prefetto, cioè
un tecnico, limiterà l’azione poli-
tica del Viminale?
«Questo no. La ministra Lamorge-
se, che abbiamo conosciuto come
prefetto a Venezia, è una delle mi-
gliori dirigenti del settore, ha gran-
de esperienza, straordinaria intelli-
genza e determinazione. Piuttosto
c’è da domandarsi perché, per una
posizione così importante, il gover-
no non abbia avuto il coraggio di
scegliere una personalità politica.
Certo è un segno della sua debolez-
za e delle sue difficoltà».
Quali sono i limiti che si posso-
no mettere ai flussi migratori?
«I limiti legali sono quelli delle leg-
gi esistenti, i cui principi, ripeto, so-
no sempre quelli della legge Tur-
co-Napolitano. I limiti umani, e ra-
zionali, sono quelli dei numeri:
quanti ne possiamo accogliere e

mantenere? E delle decine di milio-
ni di africani che premono per mi-
gliorare le loro condizioni economi-
che che ne facciamo? Su questi pun-
ti occorrerebbero risposte chiare».
Il decreto sicurezza bis è antico-
stituzionale?
«Nella sostanza no, ma alcune
parti, come le sproporzioni delle
sanzioni e l’incertezza di alcune fat-
tispecie, potrebbero esserlo. Sono i
punti evidenziati da Mattarella, e
credo che saranno modificati».
La nuova normativa sulla legit-
tima difesa è da confermare o da
rivedere?
«È da confermare. Tuttavia è inse-
rita in un codice penale fascista, del
1930, che reca la firma di Mussolini.
Se non si fa un nuovo codice vera-
mente liberale queste riforme sa-
ranno sempre insufficienti».
Esiste un allarme sicurezza in
Italia?
«Sicurezza dello Stato no, sono fi-
niti i tempi del terrorismo interno.
Sulla sicurezza dei cittadini, soprat-
tutto delle fasce più deboli, direi in-
vece che, anche se i reati sono in
calo, la percezione di insicurezza è
aumentata».
Lei è magistrato inquirente di
impostazione liberale: la preoc-
cupa la saldatura dei giustiziali-
smi di M5S e Pd per il futuro del-
la nostra giustizia?
«Si, molto; anzi, moltissimo».
Il Pd recentemente sembrava

tendere a un maggiore garanti-
smo. Cosa dovrebbe imporre
Conte, che è un avvocato e in que-
sto governo comanda davvero, al
Guardasigilli grillino Bonafede?
«La sospensione della prescrizio-
ne dopo la sentenza di primo grado
è un mostro giuridico, tuttavia era
stata subordinata a una radicale ri-
forma per render più rapidi i proces-
si. Questa riforma non c’è, e quella
che si prospetta è insignificante. Se
non faranno slittare l’entrata in vigo-
re della legge sulla prescrizione tor-
neremo al Medioevo».
Dello scandalo che ha travolto
il Csm e la magistratura non si
parla più: come mai?
«Penso che se ne riparlerà ancora
presto».
Finirà tutto a tarallucci e vino,
compresa la riforma del Csm?
«Questo è possibile: l’associazio-
ne nazionale magistrati è sempre
potente, e vuole che tutto resti più o
meno così».
Troyan e intercettazioni: fino a
che punto è giusto spingersi ri-
spetto a quanto si fa oggi?
«Il troyan è un altro mostro da
eliminare. E l’uso delle intercetta-
zioni ha devastato i nostri diritti alla
libera manifestazione del pensiero,
che è strettamente legata alla riser-
vatezza: non per nulla il voto è libe-
ro solo quando è segreto. Ma sono
tabù difficili da scardinare».
Il leader leghista voleva votare,
il nuovo governo è nato solo per
evitare che egli vincesse: siamo
destinati a un esecutivo di legisla-
tura o Salvini potrebbe avere un
asso nella manica?
«L’asso nella manica di Salvini po-
trebbe essere proprio il nuovo go-
verno. Perseguendo programmi in-
compatibili, avendo un alto tasso di
litigiosità, e comprendendo forze as-
sai eterogenee, l’alleanza tra M5S e
Pd potrebbe fallire clamorosamen-
te. A quel punto Salvini andrebbe al
60%, come disse il segretario demo-
cratico Zingaretti quando prospet-
tò la necessità di votare subito».
Cosa pensa del taglio dei parla-
mentari?

«Lo trovo inutile. Ma se la Lega
vuol davvero votare subito, lo pro-
ponga lei sino da domani, dopo la
fiducia al governo. Con i voti suoi,
dei grillini e del Pd si supereranno i
due terzi, e nulla vieta che si proce-
da a una nuova votazione successi-
va per confermare il quorum qualifi-
cato. Dopodiché il referendum è
evitato, le Camere sono delegittima-
te e l’unica via sono le elezioni. Ma
se anche questa via non fosse per-
corribile, chi, se non la Lega, avreb-
be i numeri per domandare il refe-
rendum? Basta che vi rinunci, e la
nuova la legge costituzionale entra
in vigore, con le conseguenti vota-
zioni. Immediate».
Con l’accordo M5S-Pd è finita
la fase anti-casta in Italia?
«Non ci sono caste in Italia, ci so-
no solo diffusi poteri interdittivi.
Nessuno può decidere nulla, ma
molti possono impedire pratica-
mente tutto, dall’apertura di un can-
tiere a una bocciatura scolastica».
Da storico qual è: siamo oltre il
trasformismo?
«Sarebbe lungo spiegare il signifi-
cato di questa parola nella nostra
storia. Diciamo che Conte aveva di-
chiarato chiusa la sua esperienza
politica, e Zingaretti aveva chiesto
discontinuità anche personale. Poi
si è visto. Questi non sono trasformi-
smi, sono espedienti giuridicamen-
te leciti per evitare elezioni politica-
mente necessarie».

Crede che gli elettori puniran-
no due partiti che si insultano da
matti e poi si alleano?
«Se lavoreranno bene no. Ma du-
bito che possano lavorare bene in-
sieme».
IlPd ha detto chiaramente che
non si è votato per non far vince-
re Salvini, il quale avrebbe porta-
to l’Italia verso una deriva autori-
taria: ma si può negare il voto per
difendere la democrazia?
«Come ho detto, dal punto di vi-
sta costituzionale certo si può. In
realtà Cuperlo, una delle loro menti
migliori, ha ammesso in tv che una
ragione determinante è stata quella
di non far vincere le destre. Ripeto,
perfettamente legittimo. Ma per fa-
vore, non prendeteci per cretini...».
Salvini, uomo forte e che vole-
va pieni poteri, rappresentava
davvero un rischio per la demo-
crazia o questo allarme è solo fi-
glio della propaganda dell’oppo-
sizione?
«Non credo proprio che Salvini
fosse e sia un rischio per la demo-
crazia. È un ritornello petulante che
ci sentiamo ripetere da più di
vent’anni, da quando è arrivato Ber-
lusconi, e maschera una straordina-
ria povertà di cultura e di argomen-
tazioni politiche. Che poi l’espres-
sione “pieni poteri” sia stata infeli-
cissima è un altro paio di mani-
che».
L’allarme fascismo è un’inven-
zione della stampa o della politi-
ca di sinistra?
«È una balla colossale. L’unico fa-
scimo è quello del nostro vigente
codice penale, che, come ho detto,
è firmato Mussolini».
Tecnicamente: è lecito in Italia
essere fascisti e, se sì, fino a che
punto?
«Fascisti in senso stretto no, per-
ché la ricostituzione del partito è
vietata. Ma qui da noi l’epiteto fasci-
sta è spesso usato a vanvera. Anche
Berlinguer e l’intero Pci furono ac-
cusati dagli extraparlamentari e dai
Br di esser fascisti».
Il rischio democrazia non è
piuttosto costituito dall’Europa,
che di fatto è la grande sponsor
di questo governo anti-sovrani-
sta?
«Nemmeno questo è vero. Ma il
matrimonio europeo è nato malissi-
mo, con varie incertezze e riserve
mentali. Tuttavia il divorzio è im-
possibile, e quindi bisogna convive-
re in un coniugio difficile cercando
di renderlo meno conflittuale».
La Ue sta cambiando perché si
è accorta di aver sbagliato o per
sconfiggere Salvini, Le Pen e Or-
bàn e gli altri?
«Una motivazione non esclude
l’altra, hanno entrambe un fondo
di verità».
La politica comunitaria è di fat-
to influenzata pesantemente da
Germania e Francia, che sono i
Paesi forti della Ue: quanto è de-
mocratico questo?
«Che la Germania unita, fortissi-
ma, disciplinata e rigorosissima sa-
rebbe stato il contraente più forte
dovevamo capirlo subito. Ma an-
che loro cominciano ad avere i no-
stri problemi. Speriamo che i tede-
schi, e gli altri nordeuropei, com-
prendano che la strategia deve mu-
tare».
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L’ex Procuratore Carlo
Nordio è andato
in pensione nel 2017
per sopraggiunti
limiti d’età

I TORMENTI DI NORDIO


«Dovevano farci votare. Non siamo cretini»


L’ex procuratore: «L’asse M5S-Pd mi preoccupa moltissimo per il futuro della nostra giustizia. Temo il ritorno al Medioevo»


5
lunedì
9 settembre
2019

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