La Stampa - 09.09.2019

(avery) #1

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M

atteo Salvini ha fallito nel
tentativo di traslocare dal
Viminale a palazzo San
Macuto.
Che ci abbia seriamen-
te provato infatti pare or-
mai certo. Lo raccontano anzitutto quelli
che gli si sono opposti, ma anche i leghisti
ammettono che il Capitano un pensierino
ce l’ha fatto. Per altri leghisti o per sé? In
prima battuta per se stesso. A domanda di-
retta in tv, quattro giorni fa, non l’ha nem-
meno smentito, anzi: “Non penso ai miei
ruoli, non ne ho la più pallida idea, ce ne
occuperemo la prossima settimana”. Al
tempo di questa uscita televisiva tuttavia
Salvini la sua puntata l’aveva già persa al
tavolo da gioco. Per il fuoco di sbarramen-
to totale del Pd e dei suoi alleati, certo. Vi-
sto che quella poltrona spetta per legge a
un membro dell’opposizione, ma deve es-
sere la maggioranza a votarlo. O meglio,
serve la maggioranza assoluta e quindi
non si può prescindere dai voti o del Pd o
dei Cinque stelle. E nessuno ha la minima
intenzione di concedere a Salvini un po-
sto di così grande potere. Pesano soprat-
tutto le reticenze sul caso Metropol, sui
rapporti con la Russia, il rifiuto di presen-
tarsi in Senato. Con una certa brutalità
gliel’ha ricordato ieri in un tweet il segre-
tario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoian-
ni, ora in maggioranza: “Pare che Salvini
(quello che accusa gli altri di essere poltro-
nari) aspiri tantissimo alla presidenza del
Copasir. Eh no!! #Primal'Italia #Savoini
#Putin #49Milioni».
Pesa l’inchiesta aperta a Milano sui pre-
sunti finanziamenti petroliferi e le voci su
un’altra tegola giudiziaria in arrivo. Rac-

contano nel Pd che l’inopportunità dell’e-
lezione di un leader come Salvini, ancora
al centro di vicende non chiarite, sarebbe
stata condivisa anche sul Colle.
Tanto rumore per una presidenza di cui
nessuno parla mai? Al contrario, visto che
la legge di riforma dell’Intelligence ha affi-
dato al Copasir poteri vasti e penetranti. Il
Comitato infatti può ottenere, anche in de-
roga al divieto stabilito dal codice di proce-
dura penale, “copie di atti e documenti re-
lativi a procedimenti e inchieste in corso
presso l’autorità giudiziaria o altri organi
inquirenti”. E può anche obbligare “appar-
tenenti al Sistema di informazione per la si-
curezza, nonché gli organi e gli uffici della
pubblica amministrazione”, a fornire “in-
formazioni di interesse, nonché copie di at-
ti e documenti da essi custoditi, prodotti o
comunque acquisiti”. Insomma, il faro del
Copasir può arrivare a illuminare il conte-
nuto di qualunque cassetto, anche quelli
di inchieste in corso.
Sventato il tentativo di Salvini, resta tut-
tavia ancora in piedi l’ipotesi che alla fine
la maggioranza sia costretta comunque a
cedere la presidenza a un fedelissimo del
Capitano. Nel Pd lo ammettono a denti
stretti: “Forza Italia ha già la presidenza
di garanzia della Commissione di Vigilan-
za e la Lega è pur sempre il primo partito
dell’opposizione. Tolto Salvini, come po-
tremmo opporci a un altro leghista?”. Cer-
to, ci sarebbe una via d’uscita, quella di vo-
tare un esponente di Fratelli d’Italia come
Adolfo Urso, che è già stato il vice di Gueri-
ni. A Pd e Cinque Stelle andrebbe benissi-
mo, ma c’è un piccolo problema: dovreb-
be essere la Lega a cedere il posto ai fratel-
li-coltelli di Giorgia Meloni. —
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LI

LETTERE

& IDEE

LA SVOLTA

È SALVARE

I DISPERATI

CHRISTIAN ROCCA

D

opo quanto abbiamo visto,
penso che arriveranno altri ri-
sultati importanti, perché il
campionato è ancora lungo e
tra le sette gare che restano da
disputare ce ne sono alcune fa-
vorevoli alla Rossa.
È l’inizio di una riscossa. L’importante è cre-
scere passo dopo passo. La Formula 1 è come
un puzzle gigante: a ogni Gran premio devi ag-
giungere un pezzo nuovo, facendo attenzio-
ne a non staccare i pezzi precedenti, in modo
da lasciarli tutti incollati per la stagione succes-
siva. A partire dal prossimo anno vedremo ri-
sultati importanti: non so se arriverà il titolo,
in quanto ci sono tante variabili in gioco, ma
sono convinto che, con il lavoro impostato da
Sergio Marchionne e portato avanti dai suoi
uomini, siano state fatte le mosse giuste. Le ba-
si ci sono, la macchina è veloce e affidabile,
adesso bisogna farla crescere.
I piloti sono un altro punto di forza. Char-
les avrebbe già vinto la sua prima gara in
Bahrein, se non l’avesse frenato un proble-
ma tecnico. La Ferrari ha fatto benissimo a
investire su di lui: ha un talento incredibile

e diventerà campione del mondo. Avere a
fianco un pilota esperto come Vettel, poi, lo
ha aiutato a crescere in fretta bruciando tut-
te le tappe. Non dimentichiamo che l’anno
scorso guidava la Sauber e questa è solo la
sua seconda stagione in Formula 1.
Invidio con simpatia le emozioni che avrà
provato nel salire sul podio e nel vedere là
sotto quel fiume rosso di persone, bandiere
e striscioni. Tutti i piloti sono d’accordo:
quello è il più bel posto in cui festeggiare
una vittoria, perché ti regala un panorama
unico e l’unica cosa che riesci a sentire è il
boato dei tifosi. Charles è un freddo, ma las-
sù sono convinto che abbia provato un brivi-
do al momento dell’Inno del Principato e di
Fratelli d’Italia, due musiche che mi piace-
rebbe riascoltare parecchie altre volte.
L’unico aspetto negativo di questa grande
giornata è il risultato di Sebastian Vettel. Seba-
stian rifletta con calma. Lo capisco bene: an-
ch’io ero molto emotivo quando correvo in
Formula 1 e la Ferrari ti dà una grande carica,
ma ti impone anche una grande responsabili-
tà e una pressione particolare. Da pilota gli de-
vo ricordare un’unica cosa: è un quattro volte
campione del mondo. E non per caso. —
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SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

LA SCONFITTA

DI SALVINI

SUL COPASIR

FRANCESCO BEI

IL RISCATTO DELLA ROSSA

FRUTTO DEL LAVORO

IMPOSTATO DA MARCHIONNE

JEAN ALESI

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SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

TM

C

he gli italiani salvano i naufra-
ghi e, scampato il pericolo,
immediatamente li ricovera-
no e li curano, con mille rin-
graziamenti alle organizza-
zioni non governative, fino
all’altro ieri calunniate come “taxi del ma-
re”, per aver svolto le tempestive opera-
zioni di salvataggio dei disperati.
Oggi Conte parlerà alle Camere di cose
molto importanti e decisive per il nostro
paese, a cominciare dalle ragioni della
nuova maggioranza parlamentare e dalla
legittimità della nuova formula politica
cinquestelle-Pd. Dal premier ci si aspetta
un riposizionamento dell’Italia sull’asse
atlantico, dopo le infatuazioni russe e ci-
nesi del precedente esecutivo, un atteg-
giamento collaborativo e non antagoni-
sta con Bruxelles e qualche indicazione
sulla prossima legge di bilancio e sulle re-
lative coperture finanziarie. Ma saranno
solo parole al vento se Conte non annun-
cerà una svolta a 180 gradi sull’immigra-
zione, culturale ancora prima che politi-
ca, sulle misure di accoglienza e di inte-
grazione, sulle modifiche al regolamento
di Dublino, magari questa volta parteci-
pando ai vertici europei, e sull’urgenza di
salvare e far sbarcare i naufraghi. Le paro-
le sono importanti, così come le azioni,
per questo sarebbe serio che Conte sce-
gliesse di affrontare senza indugi il decre-
to sicurezza bis, sposando le perplessità
del Quirinale e gli aspetti di incostituzio-
nalità rilevati da più parti, oltre che da
una sentenza, oppure che prendesse spun-
to dalle parole pronunciate dall’attore Lu-
ca Marinelli al momento del ritiro della
Coppa Volpi al Festival di Venezia, maga-
ri per dedicare la prossima azione di go-
verno, al modo di Marinelli, «a tutte le per-
sone splendide che sono in mare a salvare
altri esseri umani che fuggono da situazio-
ni inimmaginabili», persone che vanno
ringraziate anche per «averci evitato di fa-
re una figura pessima con noi stessi e con
il prossimo».
Le difficoltà politiche di questa svolta
sono chiare e visibili: ripudiare le iniziati-
ve del governo precedente non è facile,
non solo perché il Presidente del Consi-
glio è il medesimo, ma anche perché nei
mesi scorsi i cinque stelle non sono stati
semplicemente una forza politica al trai-
no di Salvini, al contrario sono stati volen-
terosi complici di una stretta anti immi-
grati progettata dalla società di web mar-
keting Casaleggio Associati sulla base del
sentimento popolare colto nella rete. An-
che le obiezioni politiche sono evidenti, a
cominciare da quella per cui i governi non
sono enti benefici, come le organizzazio-
ni umanitarie, ma semmai strumenti ese-
cutivi al servizio della comunità. I gover-
ni però non sono nemmeno organizzazio-
ni disumane e non c’è bisogno di essere
idealisti o sognatori per sostenere che salva-
re le donne e gli uomini in mare rientri per-
fettamente nei doveri di un governo di un
paese civile. Il secondo governo Conte, dun-
que, per essere credibile deve mostrarsi pro-
fondamente diverso dal precedente, meno
“Conte bis” e più “Conte nuovo”. Del resto,
che cosa ci starebbero a fare il Partito Demo-
cratico e Liberi e Uguali in una maggioran-
za politica che non si distingue da quella na-
zional-populista sulla questione più appari-
scente e salviniana degli ultimi mesi? —
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