La Stampa - 09.09.2019

(avery) #1
.

IL CASO

ALESSANDRO MONDO


L’ultimo episodio in ordine
di tempo, una tragedia, è av-
venuto giovedì scorso all’in-
terno di una villetta nei pres-
si di Agliè: tre persone sono ri-
maste ustionate a causa di
una fiammata in cucina, la
donna ha riportato ustioni
sul 70% del corpo e versa al
Cto in gravi condizioni.


Le insidie
La cucina, in questo caso,
con il corredo di fornelli, cap-
pe, detersivi. Ma le insidie
dell’ambiente domestico in
cui viviamo tutto il giorno o
per buona parte delle giorna-
te, e nel quale ci sentiamo si-
curi, sono numerose: un pavi-
mento appena lavato, un tap-
peto o una scala non ben posi-
zionati, un oggetto elettrico
utilizzato in prossimità di ac-
qua possono essere altrettan-
to pericolosi di un fornello.
Non ultimo: il bagno e in par-
ticolare il mobiletto dei medi-
cinali, un’altra declinazione
del rischio, dove si accumula-
no blister di pillole non sem-
pre necessarie, e questo sa-
rebbe il meno, ma a volte ab-
bondantemente scadute. Al-
lo stesso modo, sono poten-
zialmente pericolosi elemen-
ti fissi parte integrante delle
nostre abitazioni: dagli spigo-
li alle prese.


Sottovalutazione
In altri termini: quando tor-
niamo a casa e chiudiamo la
porta alle nostre spalle en-
triamo in una dimensione
certamente familiare, orga-
nizzata e arredata in base ai
nostri gusti e alle nostre esi-
genze, che però va vissuta
con attenzione per evitare
di esporsi a rischi diretti e in-
diretti, ambientali e compor-
tamentali. Paradossalmen-
te, una dimensione non me-
no pericolosa della strada,
soprattutto per le categorie
più deboli: anziani e bambi-
ni. E naturalmente le donne,
specialmente se casalinghe,


che vivono la casa più degli
uomini. “A casa ci sentiamo
al sicuro, è l’ambiente che co-
nosciamo ad occhi chiusi e
proprio per questo sottova-
lutiamo le insidie presenti
senza prendere le precauzio-
ni necessarie”, commenta
Valerio Fabio Alberti, diret-
tore generale Asl di Torino.

I numeri
L’allarme è rilanciato dall’a-
zienda sanitaria sulla base
di un raffronto inedito e sor-
prendente: 5.150 gli inci-
denti stradali in città nel
2017 (5.500 persone coin-
volte) – 5.700 nella provin-
cia di Torino (8.600 perso-
ne coinvolte) -, 26.600 gli
accessi ai pronto soccorso a
causa di incidenti domestici
più e meno gravi (il 3% del-
la popolazione torinese).

Partendo da queste premes-
se il Dipartimento di Preven-
zione, attraverso il Sistema
di Sorveglianza PASSI, ha
pubblicato il primo docu-
mento sulla consapevolez-
za del rischio di incidente
domestico per sensibilizza-
re i cittadini sulle misure in
grado di ridurre, se non eli-
minare, i fattori di rischio
ambientali e comportamen-
tali. In base ai risultati otte-
nuti attraverso le interviste
su una coorte di 1.143 perso-
ne, la percezione del rischio
domestico risulta ancora
scarsa: il 16% degli intervi-
stati ha ricevuto i consigli
dei professionisti del Dipar-
timento ma solo l’8% ha de-
ciso di metterli in pratica.
Perché partono dal presup-
posto che le insidie sono
sempre e comunque all’e-

sterno, o semplicemente
perché non ci badano.

Conseguenze
Il fatto che si tratti di avverten-
ze elementari, talora ispirate
al buonsenso (non indossare
abiti sintetici in prossimità
del fuoco, i manici delle pento-
le devono essere rivolti all’in-
terno del piano cottura, non
utilizzare oggetti elettrici in
prossimità di acqua o con ma-
ni e piedi bagnati, etc.), non le
rende meno importanti. E
purtroppo disattese. Il risulta-
to sono cadute, avvelenamen-
ti e intossicazioni, ustioni e
scariche elettriche: talora leta-
li e sovente invalidanti, come
minimo tali da imporre la cor-
sa al pronto soccorso più vici-
no. Casa dolce casa, certo: da
non sottovalutare. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

L

o sport può fare male.
Sembra un ossimoro,
è la realtà. A certe con-
dizioni, naturalmen-
te. Può creare problemi se è
praticato con ritmi non neces-
sariamente agonistici ma co-
munque eccessivi, senza un’at-
trezzatura adeguata e prima
ancora un’adeguata prepara-
zione, senza tenere conto
dell’età. Sono le stesse legge-
rezze che, anche a seguito di
danni e di interventi riparato-
ri, spingono molti a sottovalu-
tare i tempi necessari per la ria-
bilitazione, con la concreta
prospettiva di esporsi a nuovi
traumi e lesioni vanificando la
prima operazione. Lesioni che
infatti aumentano, nel primo e
nel secondo caso, provocando
l’allarme dei medici di riferi-
mento. Fa fede la situazione

rappresentata durante il con-
vegno appena ospitato all’Al-
lianz Stadium e dedicato alla
lesione del legamento del cro-
ciato anteriore, tra le conse-
guenze più significative di
un'attività sportiva sempre
più diffusa, sia fra gli adole-
scenti che fra gli adulti.

Danni in aumento
«Questo ha portato a un aumen-
to dei traumi sportivi con conse-
guente danno alle strutture os-
see, legamentose e cartilaginee


  • spiega il professor Roberto
    Rossi, direttore struttura com-
    plessa a direzione universitaria
    del reparto di Ortopedia e Trau-
    matologia del Mauriziano -. Le
    lesioni del legamento crociato
    anteriore sono sempre più fre-
    quenti, in particolare nei pa-
    zienti sotto i 20 anni e sopra i 40
    anni». Frequenti e particolar-
    mente invalidanti. Non solo:
    «Sovente alla lesione isolata del


legamento si associano altre le-
sioni più e meno collaterali che
rendono il quadro ancora più
complicato e devono essere ri-
conosciute il prima possibile».
Ma l’aumento della partecipa-
zione in attività sportive di di-
screto livello dei bambini ha
portato anche ad un aumento
notevole delle lesioni nella po-
polazione pediatrica.

«Troppe forzature»
Come si premetteva, per ga-
rantire il ritorno all’attività
sportiva nelle migliori condi-
zioni possibili non si può pre-
scindere da un corretto pro-
gramma riabilitativo con tap-
pe programmate. Qui si inseri-
sce il discorso delle “ri-rottu-
re”, parallelo all’aumento del-
le ricostruzioni del legamen-
to. «Fino al 15-20% delle rico-
struzioni può andare incontro
a fallimento e imporre una se-
conda ricostruzione o revisio-
ne», precisa Rossi. Tre le cause
principali: errori legati al pri-
mo intervento, a livello tecni-
co e di diagnosi; nuovi traumi;
fallimenti legati a problemi
biologici, spesso associati ad
un prematuro ritorno allo
sport o ad un percorso riabilita-
tivo troppo accelerato. Dimen-
ticando che le tempistiche di
guarigione dopo un interven-
to ricostruttivo del legamento

sono dettate dalla biologia, e
non possano essere forzate.
Ancora Rossi: «La letteratura
scientifica concorda nell’affer-
mare che il ritorno all’attività
sportiva non possa essere pre-
visto prima dei 9-12 mesi, a se-
conda del tipo di attività».

La situazione
Evidentemente troppi per
chi, sottovalutando la situa-
zione e sopravvalutando le
proprie capacità, scalpita per
tornare in pista o in campo.
Oltretutto, in presenza di
una ri-rottura aumentano i
problemi per un intervento
chirurgico. Fanno fede i nu-
meri. Quelli relativi alle revi-
sioni di ricostruzione del le-
gamento, forniti dalla Socie-
tà Italiana del Ginocchio Ar-
troscopia Sport Cartilagine
Tecnologie Ortopediche sul-
la base di un registro con i da-
ti di quasi 130 pazienti opera-
ti in un anno, dimostrano che
solo il 30% dei pazienti che
vanno incontro ad una revi-
sione di ricostruzione ha en-
trambi i menischi intatti. Nel
reparto di Ortopedia e Trau-
matologia del Mauriziano è
aumentato il numero di inter-
venti: da circa 150 in due an-
ni a circa 100 -120 l’anno e a
circa 20 revisioni l’anno. In-
somma: sì allo sport, ma con
criterio. ALE. MON. —
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12
Dopo una lesione il
ritorno allo sport non
può essere previsto
prima dei 9-12 mesi

Ha presente quelli che ogni
giorno corrono al parco del Va-
lentino? Molti di loro non do-
vrebbero neppure provarci:
basta guardarli per capire che
la struttura dei piedi, e delle gi-
nocchia, non è adeguata». Lu-
ciano Gemello, personal trai-
ner, sottoscrive in pieno l’allar-
me lanciato dai medici.
l1 Tutti atleti, senza se e senza
ma?
«Non sempre la consapevolez-
za del benessere procurato
dall’attività sportive coincide
con quella sul rischio di traumi».
l2 Di quali traumi parliamo?
«In particolare, la lesione del
legamento del crociato ante-
riore e la degenerazione delle
cartilagini femoro-tibiale e fe-
moro-rotulare».
l3 Come bisogna procedere?
«La corsa dovrebbe essere pre-
ceduta da una valutazione del-
la struttura del piede e del gi-
nocchio, seguita, nel caso, da
azioni correttive: ad esempio
plantari. L’allenamento, poi,
deve essere graduale e calibra-
to. In certi casi è più consiglia-
to puntare su altre attività:
camminare o praticare ginna-
stica con sovrappesi».
l4 E l’attività fisica in palestra?
«Sorgono come funghi ma in
molti casi chi le frequenta non
ha la possibilità di essere segui-
to da persone competenti, a me-
no di pagare un costo aggiunti-
vo: bisognerebbe recuperare il
criterio dell’allenatore e della
scheda personalizzata».
l5 Insomma: guai a improvvi-
sare?
«L’attività fisica va personaliz-
zata, questo è il messaggio:
senza improvvisare e senza for-
zare, a maggior ragione dopo
una lesione».ALE. MON. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Solo l’8 per cento degli intervistati ha messo in pratica i consigli dei professionisti del Dipartimento di prevenzione

ROBERTO ROSSI
PRIMARIO ORTOPEDIA
VALERIO FABIO ALBERTI OSPEDALE MAURIZIANO
DIRETTORE GENERALE
ASL CITTA’ DI TORINO

In crescita anche le ricadute e gli interventi dovuti alla riabilitazione accelerata

“Troppi atleti improvvisati”

Traumi e lesioni in aumento

120
Gli interventi che si
svolgono ogni anno
all’ospedale
Mauriziano

5 DOMANDE A

LUCIANO GEMELLO
PERSONAL TRAINER

“Lo sport

è importante

ma guai

al fai da te”

26.600
Gli accessi ai pronto
soccorso nel 2017
a causa di incidenti
domestici

5.500
Il numero delle persone
coinvolte in incidenti
stradali a Torino
nel 2017

le regole

Prese e fornelli
possono portare
al pronto soccorso

Poche e tutto sommato ele-
mentari le regole da osservare
per evitare rischi. Cadute: uti-
lizzare elementi antiscivolo
(tappeti e sottotappeti anti-
sdrucciolo) e di appoggio (cor-
rimano, maniglie nel bagno);
eliminare gli spigoli vivi. Avve-
lenamenti e intossicazioni: de-
tersivi, prodotti per la pulizia,
concimi, medicinali, deodo-
ranti, vanno conservati nelle
confezioni di origine etichetta-
te e fuori dalla portata dei
bambini. Ustioni: non indossa-
re abiti sintetici vicino al fuo-
co; non scaldare biberon e tet-
tarelle in microonde; regolare
l’acqua calda ad una tempera-
tura non superiore a 50 gradi.
Elettricità: controllare il fun-
zionamento della messa a ter-
ra; non utilizzare oggetti elet-
trici in prossimità di acqua o
con mani e piedi bagnati. —

Cadute e ustioni, si rischia anche in casa


“Più feriti che negli incidenti stradali”


Monitoraggio dell’Asl di Torino: precauzioni disattese, la percezione del pericolo domestico è ancora scarsa


LA PREVENZIONE DELLA SALUTE LA PREVENZIONE DELLA SALUTE

Il diffondersi delle
attività sportive
praticate dai bambini
ha portato ad un
incremento delle
lesioni anche nella
fascia pediatrica

Nel nostro ambiente
ci sentiamo al sicuro,
troppo spesso
non prendiamo i
dovuti accorgimenti

Le lesioni del legamento crociato anteriore sono sempre più frequenti, in particolare nei pazienti sotto i 20 anni e sopra i 40 anni

*

*

Un lettore scrive:
«Ricomincia la scuola e si rico-
mincia quindi a parlare di cono-
scenze e competenze, sapere e
saper fare. Secondo me il discor-
so è molto semplice (anche se
qualcuno artatamente cerca di
complicarlo): le competenze
non possono essere senza le co-
noscenze, il saper fare non può
essere senza il sapere. Per esse-
re in grado di fare qualcosa io
devo prima impararlo. L’igno-
ranza non produce capacità.
«Tutti i discorsi in senso diverso
mi paiono acrobazie più o me-
no ardite per sfuggire a una real-
tà che a molti non piace: studia-
re significa mettersi sui libri e
sgobbare!».
DANIELE ORLA

Una lettrice scrive:
«Sono stata una tifosa di Tori-
no. L’ho sempre ritenuta una cit-
tà vivace, poetica e creativa. Mi
sono illusa che rimanesse com-
petitiva con le grandi città italia-
ne, addirittura con quelle euro-
pee, e che rafforzasse il proprio
carattere di luogo interessante
per imprenditori e investitori.
Invece ieri ho compreso che
non può essere considerata in-

ternazionale. Ero sulla banchi-
na numero 4 del terminal nume-
ro 1 dell’aeroporto di Milano
Malpensa. Un centinaio di per-
sone assembrate pressavano e
litigavano tra loro e con il con-
ducente per salire su un auto-
bus che di posti ne aveva soltan-
to sessanta. Era l’autobus per
Torino delle 22. Quello succes-
sivo sarebbe partito a mezza-
notte, poi nessun mezzo fino al-
le 8 del mattino. Sono riuscita a

salire, ma questa piccola gioia
e’ stata soffocata dal malessere
di dirigermi verso una città che,
evidentemente, non vuole con-
nettersi con il mondo e che non
desidera essere contempora-
nea. Una città che a ovest non
ha ancora la Tav e a est non ha
collegamenti adeguati con l’ae-
roporto internazionale di perti-
nenza. Cosa sperare dunque?
Ciao Torino, città chiusa».
ANGIOLA MARIA GILI RAYNERI

Un lettore scrive:
«La splendida mostra a Palazzo
Chiablese di Riccardo Gualino
mi fa ricordare una sua citazio-
ne estratta dal suo libro scritto
in esilio a Lipari nel 1931. «Se
l’umanità potesse lavorare in
pace, senza restrizioni, passa-
porti, divieti, carte burocrati-
che e infiniti perditempo, rag-
giungerebbe rapidamente una
prosperità mai prima intravi-

sta. «Abbia il Governo corag-
gio, non affligga i cittadini e i
produttori con leggi spogliatri-
ci e di nessuna pratica efficacia.
Ricordi che il benessere di uno
Stato proviene dal reddito effet-
tivo dei cittadini... Sviluppare
sino all’estremo le industrie e
procedere: questo è il compito
nostro.
«Trasformare borghi e città, og-
gi vivacchianti d’una misera vi-
ta in cantieri risonanti di opere;
dare ai cittadini la febbre e la
gioia del lavoro affinché i nostri
porti siano fervidi di navi, le no-
stre mercanzie vadano per i
mercati del mondo”. «Quale
grande uomo Riccardo Guali-
no, quanta grande la sua lungi-
miranza».
P.C.ASPERO

Specchio dei tempi

«Scuola, senza conoscenza non può esserci competenza»
«Inadeguati i collegamenti fra Torino e Malpensa» - «La ricetta anticrisi di Gualino»

SPECCHIO DEI TEMPI HA COSTRUITO 26 SCUOLE NEL MONDO E DONA RISORSE ALL’ISTRUZIONE A TORINO: http://www.specchiodeitempi.org/scuola

LUNEDÌ 9 SETTEMBRE 2019 LASTAMPA 41
CRONACA DI TORINO

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